Argumentos y libretos de óperas

“Il barbiere di Siviglia” de Gioachino Rossini

Il barbiere di Siviglia (El barbero de Sevilla) es una ópera bufa en dos actos con música de Gioacchino Rossini (Pésaro, 1792 – París, 1868) y libreto en italiano de Cesare Sterbini Romano, basado en la comedia teatral Le Barbier de Séville (1775) del francés Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (1732 - 1799).

La ópera de Rossini se tituló inicialmente Almaviva, ossia l'Inutile Precauzione (Almaviva o la Inútil Precaución) para evitar la coincidencia con la ópera Il Barbiere di Siviglia (San Petersburgo 1782) del compositor italiano Giovanni Paisiello (1741 - 1815).

Se estrenó el 20 de febrero de 1816, en el Teatro Torre Argentina de Roma, bajo la dirección del propio compositor. La noche del estreno fué un rotundo fracaso, en parte debido a continuos abucheos de los partidarios de Paisiello. Pero la segunda representaación, ya sin el autor, fue un triunfo y no tardó en recibir justicia y conocer un éxito arrollador, que motivó que jamás bajara del repertorio lírico universal.

Personajes

  • Conde de AlmavivaNoble español — tenor
  • Don BartoloMédico, tutor de Rosina — bajo
  • RosinaJoven huérfana, pupila de Don Bartolo — mezzosoprano
  • FigaroBarbero — barítono
  • Don BasilioMaestro de música — bajo
  • BertaCamarera, sirvienta de Don Bartolosoprano
  • FiorelloCriado de Almaviva — bajo

Libreto en italiano y español

La acción se sedarrolla en Sevilla, España, a finales del siglo XVIII.

ATTO I
Scena 1











FIORELLO 
Piano, 
pianissimo, senza parlar, 
tutti con me venite qua. 

MUSCI 
Piano, pianissimo, eccoci qua. 

FIORELLO 
Tutto è silenzio; 
nessun qui sta che i nostri 
canti possa turbar. 



CONTE 
Fiorello Olà 

FIORELLO 
Signor, son qua. 

CONTE 
Ebben! gli amici? 

FIORELLO 
Son pronti già. 

CONTE 
Bravi, bravissimi! 
Fate silenzio; 
piano, pianissimo, 
senza parlar. 

MUSCI 
Piano, pianissimo, senza parlar.  

FIORELLO 
Senza parlar... 





CONTE 
Ecco, ridente in cielo 
spunta la bella aurora, 
e tu non sorgi ancora 
e puoi dormir così? 
Sorgi, mia dolce speme, 
vieni, bell'idol mio; 
rendi men crudo, oh Dio, 
lo stral che mi feri. 
Oh sorte! già veggo 
quel caro sembiante; 
quest'anima amante 
ottenne pietà. 
Oh istante d'amore! 
Felice momento! 
Oh dolce contento, 
che eguale no non ha! 
Ehi, Fiorello! 

FIORELLO 
Mio Signore! 

CONTE 
Dì, la vedi? 

FIORELLO 
Signor no. 

CONTE 
Ah, ch'è vana ogni speranza! 

FIORELLO 
Signor Conte, il giorno avanza. 

CONTE 
Ah! che penso! che farò? 
Tutto è vano buona gente! 

MUSCI 
Mio signor                





CONTE 
Avanti, avanti.; 
più di suoni, 
più di canti, più si suoni. 
Io bisogno ormai non ho. 

FIORELLO 
Buona notte a tutti quanti, 
più di voi che far non sò. 
Buona notte a tutti quanti, 
più di voi che far non sò. 






MUSCI 
Mille grazie, mio signore 
del favore, dell'onore 
Ah, di tanta cortesia, 
obbligati in verità! 
Oh, che incontro fortunato! 
È un signor di qualità! 

CONTE 
Basta, basta, 
non parlate, ma non serve, 
non gridate! 
Maledetti, andate via! 
Ah, canaglia, via di qua! 
Tutto quanto il vicinato 
questo chiasso sveglierà. 

FIORELLO 
Zitti, zitti 
che rumore! Maledetti! 
Via di qua! 
Ve', che chiasso indiavolato!  
Ah, che rabbia che mi fa! 
Maledetti, andate via, 
ah, canaglia, via di qua! 



CONTE 
Gente indiscreta! 

FIORELLO 
Ah, quasi con quel 
chiasso importuno, 
tutto quanto il quartiere 
han risvegliato. 
Alfin sono partiti! 

CONTE 

E non si vede! È inutile sperar. 
(Eppur qui voglio 
aspettar di vederla.  
Ogni mattina ella su quel balcone 
a prender fresco 
viene sull'aurora. 
Proviamo.) 
Olà, tu ancora ritirati, 
Fiorel. 

FIORELLO 
Vado. 
Là in fondo attenderò 
suoi ordini 



CONTE 
Con lei se parlar mi riesce, 
non voglio testimoni. 
Che a quest'ora 
io tutti i giorni qui vengo per lei 
dev'essersi avveduta. 
Ah, vedi, amore 
a un uomo del mio rango 
come l'ha fatta bella!  
Eppure, eppure! Oh! 
dev'essere mia sposa... 

FIGARO 

La, la, la, la.        

CONTE 
Chi è mai quest'importuno? 
Lasciamolo passar;  
sotto quegli archi, 
non veduto, 
vedrò quanto bisogna; 
già l'alba appare,  
e amor non si vergogna. 






FIGARO 
La ran la lera, la ran la la. 
La ran la lera, la ran la la. 
Largo al factotum 
della città, 
largo! 
La ran la, la ran la, 
la ran la, la! 
Presto a bottega 
che l'alba è già, presto! 
La ran la, la ran la, 
la ran la, la. 
Ah, che bel vivere, 
che bel piacere, 
per un barbiere di qualità, 
di qualità! 
Ah, bravo, Figaro, 
bravo, bravissimo; bravo! 
La ran la, la ran la, 
la ran la, la. 
fortunatissimo per verità! 
La ran la, la ran la, 
la ran la, la. 
Pronto a far tutto, 
la notte, il giorno 
sempre d'intorno in giro sta. 
Miglior cuccagna per un barbiere, 
vita più nobile, no, non si dà. 
La, la ran la, 
la ran la, la ran la. 
Rasori e pettini, 
lancette e forbici, 
al mio comando tutto qui sta. 
V'è la risorsa poi del mestiere 
colla donnetta, col cavaliere. 
Ah, che bel vivere, 
che bel piacere 
che bel piacere 
per un barbiere di qualità, 
di qualità      

Tutti mi chiedono, 
tutti mi vogliono, 
donne, ragazzi, 
vecchi, fanciulle. 
Qua la parrucca... 
Presto la barba... 
Qua la sanguigna, 
presto il biglietto! 
Figaro, Figaro, Figaro, Figaro! 
Ahimè!, ahimè! Che furia! 
Ahimè! 
Che folla! 
Uno alla volta, per carità! 
Figaro! Son qua 
Ehi Figaro! Son qua. 
Figaro qua, Figaro là, 
Figaro qua, Figaro là, 
Figaro su, Figaro giù, 
Figaro su, Figaro giù! 
Pronto prontissimo 
son come il fulmine, 
sono il factotum della città, 
della città! 
Ah, bravo Figaro, 
bravo, bravissimo! 
A te fortuna, a te fortuna, 
a te fortuna  
non mancherà. 
La, la ran la, la ran la, la ran. 
A te fortuna, a te fortuna, 
a te fortuna  
non mancherà! 
Sono il factotum de la città! 

Ah, ah! Che bella vita! 
Faticar poco, 
divertirsi assai, 
e in tasca sempre 
aver qualche doblone. 
Gran frutto della mia riputazione. 
Ecco qua: senza Figaro 
non si accasa in Siviglia 
una ragazza; 
a me la vedovella ricorre 
pel marito: 
io colla scusa 
del pettine di giorno, 
della chitarra 
col favor della notte, a tutti 
onestamente, 
non fo per dir, 
m'adatto a far piacere. 
Oh, che vita, che vita! 
Oh, che mestiere! 
Orsù, presto a bottega.       

CONTE 
(È desso, o pur m'inganno?) 

FIGARO 
(Chi sarà mai costui?) 

CONTE 
(Oh, è lui senz'altro!) Figaro! 

FIGARO 

Mio padrone. Oh, chi veggo! 
Eccellenza! 

CONTE 
Zitto, zitto, prudenza: 
qui non son conosciuto, 
nè vo' farmi conoscere. 
Per questo ho 
le mie gran ragioni. 

FIGARO 
Intendo, intendo, 
la lascio in libertà. 

CONTE 
No. 

FIGARO 
Che serve? 

CONTE 
No, dico: resta qua; 
forse ai disegni miei 
non giungi inopportuno  
Ma cospetto, dimmi un po', 
buona lana 
come ti trovo qua? 
Poter del mondo! 
Ti veggo grasso e tondo.     

FIGARO 
La miseria, signore! 

CONTE 
Ah, birbo! 

FIGARO 
Grazie. 

CONTE 
Hai messo ancor 
giudizio? 

FIGARO 
Oh! E come. Ed ella, 
come in Siviglia? 

CONTE 
Or te lo spiego.  
Al Prado vidi un fior di bellezza, 
una fanciulla, figlia d'un  
certo medico barbogio 
che qua da pochi di s'è stabilito; 
io, di questa invaghito, 
lasciai patria e parenti,  
e qua men venni, 
e qui la notte e il giorno 
passo girando 
a que' balconi intorno. 

FIGARO 
A que' balconi? Un medico? 
Oh cospetto! 
Siete ben fortunato; 
sui maccheroni 
il cacio v'è cascato. 

CONTE 
Come? 

FIGARO 
Certo.  
Là dentro io son barbiere, 
parrucchier, chirurgo, botanico, 
spezial, veterinario, 
i1 faccendier di casa. 

CONTE 
Oh che sorte!             

FIGARO 
Non basta.  
La ragazza 
figlia non è del medico. 
È soltanto la sua pupilla! 

CONTE 
Oh, che consolazione! 

FIGARO 
Perciò... zitto! 




CONTE 
Cos'è? 

FIGARO 
S'apre il balcone. 




ROSINA 
Non è venuto ancor. Forse... 

CONTE 

Oh, mia vita! 
Mio nume! mio tesoro! 
Vi veggo alfine, alfine... 

ROSINA 

Oh, che vergogna! 
Vorrei dargli il biglietto 




BARTOLO
Ebben, ragazza? 
Il tempo è buono. 
Cos'è quella carta? 

ROSINA 
Niente, niente, signor: son le parole
dell'aria dell'Inutil Precauzione. 

CONTE 

Ma brava... 
Dell'Inutil Precauzione 

FIGARO 

Che furba! 

BARTOLO 
Cos'è questa 
Inutil Precauzione? 

ROSINA 
Oh, bella!  
È il titolo del nuovo 
dramma in musica. 

BARTOLO 
Un dramma! Bella cosa!  
Sarà al solito 
un dramma semiserio, 
un lungo, malinconico, 
noioso, poetico strambotto. 
Barbaro gusto! secolo corrotto! 




ROSINA 
Oh, me meschina! 
L'aria m'è caduta! 
Raccoglietela presto. 

BARTOLO 
Vado, vado. 



ROSINA 
Ps... Ps 

CONTE 
Ho inteso. 




ROSINA 
Presto.            



CONTE 
Non temete. 




BARTOLO 

Son qua. Dov'è? 

ROSINA 
Ah, il vento l'ha portata via. 
Guardate. 





BARTOLO 
Io non la veggo. 
Eh, signorina, non vorrei... 
(Cospetto! 
Costei m'avesse preso!)  



In casa, in casa, animo, su! 
A chi dico? 
In casa, presto! 

ROSINA 
Vado, vado. Che furia! 

BARTOLO 

Quel balcone 
io voglio far murare 
Dentro, dico. 

ROSINA 
Ah, che vita da crepare! 




CONTE 
Povera disgraziata! 
Il suo stato infelice 
sempre più m'interessa. 

FIGARO 
Presto, presto, 
vediamo cosa scrive. 

CONTE 
Appunto. Leggi. 

FIGARO 

"Le vostre assidue premure  
hanno eccitata la mia curiosità . 
Il mio tutore 
è per uscir di casa; 
appena si sarà allontanato,  
procurate 
con qualche mezzo ingegnoso 
d'indicarmi il vostro nome,  
il vostro stato  
e le vostre intenzioni. 
Io non posso giammai comparire  
al balcone 
senza l'indivisibile compagnia 
del mio tiranno. 
Siate però certo, 
che tutto è  
disposta a fare, 
per rompere le sue catene,  
la sventurata ROSINA." 

CONTE 
Sì, sì, le romperà. 
Su, dimmi un poco: 
che razza d'uomo è 
questo suo tutore? 

FIGARO 
È un vecchio indemoniato avaro, 
sospettoso, brontolone.  
Avrà cent'anni indosso 
e vuol fare il galante.  
Indovinate? 
Per mangiare 
a Rosina tutta l'eredità 
s'è fitto in capo 
di volerla sposare.        



Aiuto! 

CONTE 
Che? 

FIGARO 
S'apre la porta. 






BARTOLO  
Fra momenti 
io torno. 
Non aprite a nessuno.  
Se Don Basilio  
venisse a ricercarmi, 
che m'aspetti. 




Le mie nozze con lei. 
meglio è affrettare 
Sì, dentr'oggi 
finir vo quest'affare. 



CONTE 
Dentr'oggi 
le sue nozze con Rosina! 
Ah, vecchio rimbambito! 
Ma dimmi or tu: 
chi è questo Don Basilio? 

FIGARO 
È un solenne 
imbroglion di matrimoni, 
un collo torto, 
un vero disperato, 
sempre senza un quattrino... 
Già, è maestro di musica; 
insegna alla ragazza.     

CONTE 
Bene, bene, 
tutto giova saper. 

FIGARO 
Ora pensate 
della bella Rosina 
a soddisfar le brame. 

CONTE 
Il nome mio  
non le vo' dir nè il grado. 
Assicurarmi vo' pria  
ch'ella ami me, 
me solo al mondo, 
non le ricchezze 
e i titoli 
del conte d'Almaviva. 
Ah, tu potresti... 

FIGARO 
Io? no, signore; 
voi stesso dovete. 

CONTE 
Io stesso? E come? 



FIGARO 
Zi... zitto. 
Eccoci a tiro, osservate: 
per Bacco, non mi sbaglio. 
Dietro la gelosia 
sta la ragazza. 
Presto, presto 
all'assalto, niun ci vede. 



In una canzonetta così alla buona 
il tutto spiegatele, signor 

CONTE 
Una canzone? 

FIGARO 
Certo. Ecco la chitarra; 
presto, andiamo.         

CONTE 
Ma io... 

FIGARO 
Oh che pazienza! 

CONTE 
Ebben, proviamo. 




Se i1 mio nome saper voi bramate,
dal mio labbro 
il mio nome ascoltate.      
Io son Lindoro che fido v'adoro,      
che sposa vi bramo, 
che a nome vi chiamo, 
che a nome vi chiamo... 
Di voi sempre 
parlando così 
dall'aurora 
al tramonto del dì, 
dall'aurora 
al tramonto del dì. 

ROSINA 
Segui, o caro; deh, segui così.

FIGARO 
Sentite. Ah! che vi pare? 

CONTE 
Oh, me felice! 

FIGARO 
Da bravo, a voi, seguite. 

CONTE 
L'amoroso e sincero Lindoro 
non può darvi, 
mia cara, un tesoro. 
Ricco non sono, 
ma un core vi dono, 
un'anima amante 
che fida e costante, 
che fida e costante, 
per voi sola sospira così 
dall'aurora 
al tramonto del dì, 
dall'aurora 
al tramonto del dì.        

ROSINA 
L'amorosa e sincera Rosina 
del suo core 
Lindo... 





CONTE 
Oh, cielo! 

FIGARO 
Nella stanza convien dir 
che qualcuno 
entrato sia. Ella si è ritirata. 

CONTE 
Ah cospettone! 
Io già deliro avvampo! 
Oh, ad ogni costo  
vederla io voglio, vo' parlarle! 
Ah, tu, tu devi aiutar. 

FIGARO 
Ih, ih, che furia! 
Sì, sì, v'aiuterò. 

CONTE 
Da bravo: entr'oggi vo'  
che tu m'introduca in quella casa. 
Dimmi, come farai? via! 
Del tuo spirito 
vediam qualche prodezza. 

FIGARO 
Del mio spirito! 
Bene... vedrò... ma in oggi 

CONTE 
Eh via! t'intendo. 
Va là, non dubitar, 
di tue fatiche 
largo compenso avrai. 

FIGARO 
Davver?                 

CONTE 
Parola. 

FIGARO 
Dunque, oro a discrezione? 

CONTE 
Oro a bizzeffe. Animo, via. 

FIGARO 
Son pronto. 
Ah, non sapete i simpatici 
effetti prodigiosi 
che ad appagare 
il mio signor Lindoro  
produce in me 
la dolce idea dell'oro. 
All'idea di quel metallo
portentoso, onnipossente, 
un vulcano la mia mente 
già incomincia a diventar! 

CONTE 
Su, vediamo, 
su vediam di quel metallo 
qualche effetto, 
qualche effetto sorprendente 
del vulcano, 
del vulcano della tua mente 
qualche mostro, 
qualche mostro singolar! 

FIGARO 
Voi dovreste travestirvi, 
per esempio, da... soldato. 

CONTE 
Da soldato? 

FIGARO 
Sì, signore. 

CONTE 
Da soldato? e che si fa? 

FIGARO 
Oggi arriva un reggimento. 

CONTE 
Sì, è mio amico il Colonnello. 

FIGARO 
Va benon. 

CONTE 
Eppoi? 

FIGARO 
Cospetto! 
Dell'alloggio col biglietto 
quella porta s'aprirà. 
Che ne dite, mio signore? 
Non vi par? Non l'ho trovata? 

CONTE, FIGARO 
Che invenzione prelibata! 
Bravo, bravo, 
bella, bella, 
in verità! 

FIGARO 
Piano, piano un'altra idea! 
Veda l'oro cosa fa. 
Ubbriaco sì, ubbriaco, 
mio signor, si fingerà. 

CONTE 
Ubbriaco? 

FIGARO 
Sì, signore. 

CONTE 
Ubbriaco? Ma perchè? 

FIGARO 


Perchè d'un 
ch'è poco in sè 
che dal vino 
casca già, 
il tutor, credete a me, 
il tutor si fiderà. 

A DUE 
Che invenzione prelibata! 
Bravo, bravo, 
bella, bella, 
in verità!           

CONTE 
Dunque? 

FIGARO 
All'opra. 

CONTE 
Andiamo. 

FIGARO 
Da bravo. 

CONTE 
Vado. 
Oh, il meglio 
mi scordavo. 
Dimmi un po', la tua bottega  
per trovarti, dove sta? 

FIGARO 
La bottega? Non si sbaglia; 
guardi bene; eccola là. 



Numero quindici a mano manca 
quattro gradini, facciata bianca, 
cinque parrucche nella vetrina 
sopra un cartello "Pomata fina". 
Mostra in azzurro alla moderna, 
v'è per insegna una lanterna 
Là senza fallo mi troverà. 

CONTE 
Ho ben capito 

FIGARO 
Or vada presto. 

CONTE 
Tu guarda bene 

FIGARO 
Io penso al resto. 

CONTE 
Di te mi fido 

FIGARO 
Colà l'attendo.      

CONTE 
Mio caro Figaro... 

FIGARO 
Intendo, intendo. 

CONTE 
Porterò meco... 

FIGARO 
La borsa piena. 

CONTE 
Sì, quel che vuoi, 
ma il resto poi. 

FIGARO 
Oh non si dubiti, che bene andrà. 

CONTE 
Ah, 
che d'amore la fiamma io sento, 
nunzia di giubilo e di contento! 
D'ardor insolito 
quest'alma accende 
e di me stesso maggior mi fa. 

FIGARO 
Delle monete il suon già sento! 
L'oro già viene, eccolo qua! 
Viene l'argento, 
eccolo in tasca scende, 
eccolo qua! 




FIORELLO 
Evviva il mio padrone! 
Due ore, ritto in piè, 
là come un palo mi fa aspettare  
e poi... mi pianta e se ne va.  
Corpo di Bacco! Brutta cosa servir 
un padron come questo, 
nobile, giovinotto e innamorato. 
Questa vita, cospetto, 
è un gran tormento. 
Ah, durarla così 
non me la sento!          


Scena 2






ROSINA 
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuonò; 
il mio cor ferito è già, 
e Lindor fu che il piagò. 
Sì, Lindoro mio sarà; 
lo giurai, la vincerò. 
Il tutor ricuserà, 
io l'ingegno aguzzerò. 
Alla fin s'accheterà 
e contenta io resterò 
Sì, Lindoro mio sarà; 
lo giurai, 
la vincerò. 
Io sono docile,   
son rispettosa, 
sono obbediente,   
dolce, amorosa; 
mi lascio reggere,   
mi fo guidar. 
Ma se mi toccano  
dov'è il mio debole, 
sarò una vipera, sarò  
e cento trappole 
prima di cedere  
farò giocar! 
Sì sì, la vincerò!  
Potessi almeno 
mandargli questa lettera.  
Ma come? 
Di nessun qui mi fido; 
il tutore ha cent'occhi...  
Basta, basta; 
sigilliamola intanto. 




Con Figaro, il barbier, 
dalla finestra 
disorrer l'ho veduto più d'un'ora.
Figaro è un galantuomo, 
un giovin di buon core 
Chi sa ch'ei 
non protegga il nostro amore! 








FIGARO 
Oh, buon dì, signorina. 

ROSINA 
Buon giorno, signor Figaro. 

FIGARO 
E bene, che si fa? 

ROSINA 
Si muor di noia. 

FIGARO 
Oh diavolo! Possibile! 
Un ragazza 
bella e spiritosa. 

ROSINA 
Ah, ah, mi fate ridere! 
Che mi serve lo spirito, 
che giova la bellezza 
se chiusa io sempre 
sto fra quattro mura 
che mi par d'esser 
proprio in sepoltura? 

FIGARO 
In sepoltura? Oibò! 
Sentite io voglio... 

ROSINA 
Ecco il tutor. 

FIGARO 
Davvero? 

ROSINA 
Certo, certo; è il suo passo. 

FIGARO 
Salva, salva!  
Fra poco 
ci rivedremo.            



Ho a dirvi qualche cosa. 

ROSINA 
E ancor io, signor Figaro. 

FIGARO 
Bravissima, vado. 



ROSINA 
Quanto è garbato! 



BARTOLO 
Ah, disgraziato Figaro! ¡Ah! 
Ah, indegno! 
Ah, maledetto! Ah, scellerato! 

ROSINA 

Ecco qua: sempre grida. 

BARTOLO 
Ma si può dar di peggio! 
Un' ospedale ha fatto  
di tutta la famiglia 
a forza d'oppio, 
sangue e stranutiglia. 
Signorina, il barbiere lo vedeste? 

ROSINA 
Perchè? 

BARTOLO 
Perchè lo vo' sapere. 

ROSINA 
Forse anch'egli  
v'adombra? 

BARTOLO 
E perchè no?       

ROSINA 
Ebben, ve lo dirò. 
Sì, l'ho veduto, 
gli ho parlato, mi piace,  
m'è simpatico il suo discorso,  
il suo gioviale aspetto... 



Crepa di rabbia, vecchio maledetto! 



BARTOLO 
Vedete che grazietta! 
Più l'amo, 
e più mi sprezza la briccona. 
Certo, certo è il barbiere 
che la mette in malizia. 
Chi sa cosa le ha detto! Chi sa!  
Or lo saprò.  



Ehi. Berta. Ambrogio! 



BERTA 

Eccì... 

AMBROGIO

Ah... ah! Che comanda? 

BARTOLO 
Dimmi... 

BERTA 
Eccì... 

BARTOLO 
Il barbiere parlato ha 
con Rosina? 

BERTA 
Eccì...                     

BARTOLO 

Rispondi almen tu, 
babbuino. 

AMBROGIO
Ah... ah! 

BARTOLO 
Che pazienza! 

AMBROGIO
Ah... ah! che sonno! 

BARTOLO 
Ebben! 

BERTA 
Venne, ma io... 

BARTOLO 
Rosina... 

AMBROGIO
Ah... ah! 

BERTA 
Eccì... 

BARTOLO 
Che serve!  
Eccoli qua, 
son mezzo morti. 
Andate. 

AMBROGIO
Ah... ah! 

BERTA 
Eccì... eccì... 

BARTOLO 
Eh, il diavolo che vi porti! 



Ah! Barbiere d'inferno... 
Tu me la pagherai.  



Qua, Don Basilio; 
giungete a tempo! 
Oh! Io voglio 
per forza o per amor 
dentro domani 
sposar la mia Rosina. 
Avete inteso? 

BASILIO 
Eh, voi dite benissimo, e appunto  
io qui veniva ad avvisarvi. 



Ma... segretezza... 
è giunto il Conte d'Almaviva. 

BARTOLO 
Chi? 
L'incognito 
amante della Rosina? 

BASILIO 
Appunto quello. 

BARTOLO 
Oh diavolo! 
Ah, qui ci 
vuol rimedio! 

BASILIO 
Certo, ma alla sordina. 

BARTOLO 
Sarebbe a dir? 

BASILIO 
Così, con buona grazia bisogna  
principiare a inventar 
qualche favola 
che al pubblico lo metta  
in mala vista, 
che comparir lo faccia 
un uomo infame, 
un'anima perduta 
Io, io vi servirò: 
fra quattro giorni, credete a me, 
Basilio ve lo giura, 
noi lo farem sloggiar  
da queste mura.          

BARTOLO 
E voi credete? 

BASILIO 
Oh, certo! 
È il mio sistema. E non sbaglia. 

BARTOLO 
E vorreste? Ma... una calunnia... 

BASILIO 
Ah, dunque la calunnia  
cos'è voi non sapete? 

BARTOLO 
No, davvero. 

BASILIO 
No? Uditemi e tacete. 
La calunnia è un venticello, 
un'auretta assai gentile 
che insensibile, sottile, 
leggermente, dolcemente 
incomincia,. 
incomincia a sussurrar 
Piano piano, terra terra, 
sottovoce, sibilando, 
va scorrendo, va scorrendo 
va ronzando, va ronzando; 
nell'orecchie della gente 
s'introduce, 
s'introduce destramente, 
e le teste ed i cervelli, 
e le teste ed i cervelli fa stordire, 
fa stordire e fa gonfiar. 
Dalla bocca fuori uscendo 
lo schiamazzo va crescendo 
prende forza a poco a poco, 
vola già di loco in loco; 
sembra il tuono, la tempesta 
che nel sen della foresta 
va fischiando, 
brontolando, e ti fa d'orror gelar. 
Alla fin trabocca e scoppia, 
si propaga, si raddoppia 
e produce un'esplosione 
come un colpo di cannone, 
come un colpo di cannone. 
Un tremuoto, un temporale, 
che fa l'aria rimbombar! 
E il meschino calunniato, 
avvilito, calpestato, 
sotto il pubblico flagello 
per gran sorte ha crepar. 
E il meschino calunniato, 
avvilito, calpestato, 
sotto il pubblico flagello 
per gran sorte ha crepar. 
Ah! che ne dite?         

E il meschino calunniato, 
avvilito, calpestato, 
sotto il pubblico flagello 
per gran sorte ha crepar. 
E il meschino calunniato, 
avvilito, calpestato, 
sotto il pubblico flagello 
per gran sorte ha crepar. 
Ah! che ne dite?       

BARTOLO 
Eh! sarà ver,  
ma intanto  
si perde tempo, 
e qui stringe il bisogno. 
No: vo' fare a modo mio: 
in mia camera andiam.  
Voglio che insieme 
i1 contratto  
di nozze ora stendiamo. 
Quando sarà mia moglie, 
da questi zerbinotti innamorati 
metterla in salvo sarà  
pensier mio. 

BASILIO 
Vengan denari: 
al resto son qua io. 




FIGARO 
Ma bravi! ma benone! 
Ho inteso tutto. 
Evviva il buon dottore! 
Povero babbuino! Tua sposa?  
Eh, via! pulisciti il bocchino. 
Or che stanno là chiusi, 
procuriam di parlare 
alla ragazza: 
eccola appunto. 

ROSINA 
Ebbene, signor Figaro? 

FIGARO 
Gran cose, signorina.     

ROSINA 
Sì, davvero? 

FIGARO 
Mangerem dei confetti.                

ROSINA 
Come sarebbe a dir? 

FIGARO 
Sarebbe a dire, 
che il vostro bel tutore 
ha stabilito esser dentro doman  
vostro marito. 

ROSINA 
Eh, via! 

FIGARO 
Oh, ve lo giuro; 
a stender il contratto 
col maestro di musica 
là dentro s'è serrato. 

ROSINA 
Sì? 
oh, l'ha sbagliata affè! 
Povero sciocco!  
L'avrà a far con me. 
Ma dite, signor Figaro, 
voi poco fa sotto le mie finestre 
parlavate a un signore? 

FIGARO 
Ah... un mio cugino. 
Un bravo giovinotto; 
buona testa, ottimo cor;  
qui venne i suoi studi a compire, 
e il poverin 
cerca di far fortuna. 

ROSINA 
Fortuna? oh, la farà. 

FIGARO 
Oh, ne dubito assai: in confidenza 
ha un gran difetto addosso.  

ROSINA 
Un gran difetto? 

FIGARO 
Ah, grande: 
è innamorato morto. 

ROSINA 
Sì, davvero? 
Quel giovane, vedete, 
m'interessa moltissimo.               

FIGARO 
Per Bacco! 

ROSINA 
Non mi credete? 

FIGARO 
Oh sì! 

ROSINA 
E la sua bella, dite, abita lontano? 

FIGARO 
Oh, no! Cioè... 
qui, due passi... 

ROSINA 
Ma è bella? 

FIGARO 
Oh, bella assai! 
Eccovi il suo ritratto 
in due parole: 



Magretta, genialotta, 
capello nero, guancia porporina, 
occhio che parla, 
mano che innamora 

ROSINA 
E il nome? 

FIGARO 
Ah, il nome ancora? 
Il nome... 
Ah, che bel nome! 
Si chiama...                   

ROSINA 
Ebben? Si chiama? 

FIGARO 
Poverina!... 
Si chiama R-o Ro... s-i si... 
Rosi... n-a na... 
Rosina. 

ROSINA 
Dunque io son... 
Tu non m'inganni? 
Dunque io son la fortunata! 
(Già me l'ero immaginata: 
lo sapeva pria di te.) 

FIGARO 
Di Lindoro il vago oggetto 
siete voi, bella Rosina. 



(Oh, che volpe sopraffina, 
ma l'avrà da far con me.) 

ROSINA 
Senti, senti, m'a 
Lindoro per parlar 
come si fa? 

FIGARO 
Zitto, zitto, qui Lindoro 
per parlarvi or or sarà. 

ROSINA 
Per parlarmi? 
Bravo! bravo! 
Venga pur, 
ma con prudenza; 
io già moro d'impazienza! 
Ma che tarda? ma che fa? 

FIGARO 
Egli attende qualche segno, 
poverin, del vostro affetto; 
sol due righe di biglietto 
gli mandate, 
e qui verrà. 
Che ne dite?        

ROSINA 
Non vorrei... 

FIGARO 
Su, coraggio. 

ROSINA 
Non saprei... 

FIGARO 
Sol due righe... 

ROSINA 
Mi vergogno... 

FIGARO 
Ma di che? Si sa! 
Presto, presto, qua un biglietto. 

ROSINA 


Un biglietto? Eccolo qua. 

FIGARO 
Già era scritto? Ve', 
che bestia! 
Il maestro faccio a lei! 

ROSINA 
Fortunati affetti miei! 
Io comincio a respirar. 

FIGARO 
Ah, che in cattedra 
costei di malizia 
può dettar. 

ROSINA 
Ah, tu solo, amor,  
tu sei, che mi devi consolar! 

FIGARO 
Donne, donne, eterni Dei, 
chi vi arriva a indovinar? 



ROSINA 
Ora mi sento meglio.  
Questo Figaro 
è un bravo giovinotto. 



BARTOLO 
Insomma, colle buone, 
potrei sapere dalla mia Rosina 
che venne a far 
colui questa mattina? 

ROSINA 
Figaro? Non so nulla. 

BARTOLO 
Ti parlò? 

ROSINA 
Mi parlò. 

BARTOLO 
Che ti diceva? 

ROSINA 
Oh! mi parlò di cento bagattelle, 
del figurin di Francia... 
del mal della 
sua figlia Marcellina. 

BARTOLO 
Davvero? 
Ed io scommetto che portò 
la risposta al tuo biglietto. 

ROSINA 
Qual biglietto? 

BARTOLO 
Che serve! 
L'arietta dell'Inutil Precauzione 
che ti cadde 
staman giù dal balcone. 
Vi fate rossa?  
(Avessi indovinato!) 
Che vuol dir questo dito 
così sporco d'inchiostro?    

ROSINA 
Sporco? 
oh, nulla. Io me l'avea scottato 
e coll'inchiostro or...  
or l'ho medicato. 

BARTOLO 

(Diavolo!)  
E questi fogli 
or son cinque eran sei. 

ROSINA 
Que' fogli?... 
È vero. D'uno mi son servita 
a mandar dei confetti a Marcellina. 

BARTOLO 
Bravissima! E la penna 
perchè fu temperata? 

ROSINA 
(Maledetto!) La penna! 
Per disegnare un fiore 
sul tamburo. 

BARTOLO 
Un fiore! 

ROSINA 
Un fiore. 

BARTOLO 
Un fiore. Ah! fraschetta! 

ROSINA 

Davver. 

BARTOLO 
Zitta! 

ROSINA 
Credete... 

BARTOLO 
Basta così!             

ROSINA 
Signor... 

BARTOLO 
Non più... tacete! 
A un dottor della mia sorte 
queste scuse, signorina! 
Vi consiglio, mia carina, 
un po' meglio 
a imposturar. 
I confetti alla ragazza! 
Il ricamo sul tamburo! 
Vi scottaste: eh via! 
Ci vuol altro, figlia mia, 
per potermi corbellar. 
Perchè manca là quel foglio? 
Vo' saper cotesto imbroglio. 
Sono inutili le smorfie! 
Ferma là, non mi toccate, 
no, figlia mia non lo sperate, 
ch'io mi lasci infinocchiar. 
A un dottor della mia sorte 
queste scuse, signorina! 
Vi consiglio, mia carina, 
un po' meglio 
a imposturar. 
Via, carina, confessate! 
Son disposto a perdonar. 
Non parlate? Vi ostinate? 
So ben io 
quel che ho da far. 
Signorina, un'altra volta 
quando Bartolo andrà fuori, 
la consegna ai servitori  
a suo modo far saprà. 
Signorina, un'altra volta 
quando Bartolo andrà fuori, 
la consegna ai servitori  
a suo modo far saprà. 
Ah, non servono le smorfie, 
faccia pur 
la gatta morta! 
Cospetton! per quella porta 
nemmen l'aria entrar potrà! 
E Rosina innocentina, 
sconsolata, disperata... 
Ah, non servono le smorfie, 
faccia pur 
la gatta morta! 
Cospetton! per quella porta 
nemmen l'aria entrar potrà! 
in sua camera serrata 
fin ch'io voglio 
star dovrà. 
sì, sì, sì... 
in sua camera serrata 
fin ch'io voglio 
star dovrà. 
sì, sì, sì! 
Signorina, un'altra volta 
quando Bartolo andrà fuori, 
la consegna ai servitori  
a suo modo far saprà. 
Ah, non servono le smorfie, 
faccia pur 
la gatta morta! 
Cospetton! per quella porta 
nemmen l'aria entrar potrà! 
E Rosina innocentina, 
sconsolata, disperata... 
Un dottor della mia sorte 
non si lascia infinocchiar!  

ROSINA 
Brontola quanto vuoi, 
chiudi porte e finestre.  
Io me ne rido: già di noi femmine 
alla più marmotta 
per aguzzar l'ingegno 
e far la spiritosa, tutto a un tratto 
basta chiuderla chiave  
e il colpo è fatto! 



BERTA 
Finora i questa camera 
mi parve di sentir un mormorio; 
sarà stato il tutor, colla pupilla.. 
non ha un'ora 
di ben. 
Queste ragazze 
non la voglion capir... battono. 

CONTE 

Aprite.

BERTA 
Vengo!... Eccì!... 
Ancora dura: 
quel tabacco m'ha 
posta in sepoltura. 





CONTE 
Ehi di casa... buona gente... 
buona gente... 
Ehi... ehi, di casa... 
ehi, di casa!  
Niun risponde? Ehi! 



BARTOLO 
Chi è costui? 
che brutta faccia! 
È ubbriaco! 
Chi sarà? Chi sarà? 

CONTE 
Ehi, di casa! maledetti! 
Maledetti! Ehi! 

BARTOLO 
Cosa vuol, signor soldato? 

CONTE 


Ah!  sì, sì, 
bene obbligato. 

BARTOLO 
(Qui costui 
che mai vorrà?) 

CONTE 
Siete voi... 
aspetta un poco... 
Siete voi dottor Balordo? 

BARTOLO 
Che balordo? Che Balordo? 

CONTE 

Ah, ah, Bertoldo?        

BARTOLO 
Che Bertoldo? Che Bartoldo? 
Eh, andate al diavolo! 
Dottor Bartolo, dottor Bartolo, 
dottor Bartolo! 

CONTE 
Ah, bravissimo; dottor Barbaro;  
bravissimo, dottor Barbaro! 

BARTOLDO 
Un corno! 

CONTE 
Va benissimo; 
già v'è poca, 
già v'è poca differenza. 

BARTOLO 
(Io già perdo la pazienza; 
qui prudenza ci vorrà.) 

CONTE 
(Non si vede! che impazienza!... 
Quanto tarda! dove sta?) 



Dunque voi siete dottore? 

BARTOLO 
Son dottore sì, signore. 

CONTE 
Va benissimo;  
un abbraccio, qua, collega. 




BARTOLO 
Indietro 

CONTE 
Qua! 
Sono anch'io dottor per cento, 
maniscalco al reggimento. 

Dell'alloggio 
sul biglietto 
osservate, eccolo qua. 






CONTE 
(Ah, venisse il caro oggetto 
della mia felicità! 
Vieni, vieni; il tuo diletto 
pien d'amor t'attendo già!) 

BARTOLO 

(Dalla rabbia e dal dispetto 
io già crepo in verità! 
Ah, ch'io fo, 
se mi ci metto, 
qualche gran bestialità!) 




ROSINA 

(Un soldato? Il tutore? 
Cosa mai faranno qua?) 

CONTE 

(È Rosina; or son contento.) 

ROSINA 

(Ei mi guarda, e s'avvicina.) 

CONTE 

Son Lindoro. 

ROSINA 

Oh ciel! Che sento! 
Ah, giudizio, per pietà! 

BARTOLO 

Signorina, che cercate? 
Presto,  andate via! 

ROSINA 
Vado, vado, non gridate!     

BARTOLO 
Presto, presto, presto,               
via di qua 

CONTE 
Ehi, ragazza, 
vengo anch'io. 

BARTOLO 
Dove, dove, signor mio? 

CONTE 
In caserma. 

BARTOLO 
In caserma? 

CONTE 
Oh, questa è bella! 

BARTOLO 
In caserma? Bagattella! 

CONTE 

Cara... 

ROSINA 

Aiuto. 

BARTOLO 
Olà, cospetto! 

CONTE 


Dunque vado 

BARTOLO 

Oh, non, signore, 
qui d'alloggio non può star. 

CONTE 
Come? Come?              

BARTOLO 
Eh, non v'è replica: 
ho il brevetto d'esenzione. 

CONTE 

Il brevetto? 

BARTOLO 
Mio padrone, 
un momento e il mostrerò. 



CONTE 

Ah, se qui restar non posso... 
Deh, prendete. 

ROSINA 

Ohimè! Ci guarda! 

BARTOLO 

Ah, trovarlo ancor non posso. 

ROSINA 

Prudenza! 

BARTOLO 
Ma, sì, sì, lo troverò. 

CONTE e ROSINA 
Cento smanie io sento  
addosso, ah, più reggere non so.

BARTOLO 
Ah! Ecco qua. 




"Colla presente il Dottor Bartolo,
eccetera. esentiamo..."   

CONTE 


Eh, andate al diavolo! 
Non mi state più à seccar. 

BARTOLO 
Cosa fa, signor mio caro? 

CONTE 
Zitto là, Dottor somaro! 
Il mio alloggio è qui fissato, 
e in alloggio qui vo' star. 

BARTOLO 
Vuol restar? 

CONTE 
Restar, sicuro. 

BARTOLO 
Oh, son stufo, mio padrone; 
presto fuori, 
o un buon bastone 
ti farà di qua sloggiar! 

CONTE 
Dunque lei, lei vuol battaglia? 
Ben! Battaglia le vo' dar. 
Bella cosa è una battaglia! 
Ve la voglio qui mostrar. 



Osservate! questo è il fosso, 
l'inimico voi sarete. 
Attenzione, gli amici... 



(Giù il fazzoletto.) 



E gli amici stan di qua, 
attenzion! 




BARTOLO 
Ferma, ferma! 

CONTE 
Che cos'è? Ah!... 




BARTOLO 
Vo' vedere. 

CONTE 


Sì, se fosse una ricetta! 
Ma un biglietto è mio dovere... 
Mi dovete perdonar. 

ROSINA 
Grazie, grazie! 

BARTOLO 
Grazie un corno! 
Qua quel foglio, 
qua quel foglio, impertinente! 
A chi dico? 
A chi dico? 
Presto qua. 

CONTE 
Vuol battaglia? 
Attenzion! Ih! Ah! 

ROSINA 
Ma quel foglio che chiedete 
per azzardo m'è cascato. 
È la lista del bucato. 

BARTOLO 

Ah, fraschetta!  
Presto qua. 





Ah, che vedo! Ho preso abbaglio! 
È la lista, 
son di stucco! 
Ah, son proprio un mammalucco!        
Oh, che gran bestialità! 

BERTA 
Un soldato... quanta gente! 
Non capisco, 
son di stucco, 
qualche imbroglio qui ci sta. 

ROSINA E CONTE 
Bravo, bravo il mammalucco 
che nel sacco entrato è già! 

BASILIO 
Sol do re mi fa 
re sol mi la fa si sol do! 
Ma che imbroglio è questo qua! 

ROSINA

Ecco qua! 
sempre un'istoria; 
sempre oppressa e maltrattata; 
ah, che vita disperata! 
Non la so più sopportar! 

BARTOLO 
Ah, Rosina poverina... 

CONTE

Tu vien qua, cosa le hai fatto? 

BARTOLO 
Ah, fermate, niente affatto 

CONTE

Ah, canaglia, traditore! 

ROSINA, BERTA, 
BARTOLO e BASILIO

Via, fermatevi, signore!   

CONTE 
Io ti voglio subissar! 

ROSINA, BERTA, 
BARTOLO e BASILIO 
Gente! aiuto... ma chetatevi! 
soccorretemi! 
Gente, aiuto! Per pietà! 



FIGARO 
Alto là! 
Che cosa accadde, 
signori miei? 
Che chiasso è questo? 
Eterni Dei! 
Già sulla strada a questo strepito 
s'è radunata mezza città, 
già sulla strada a questo strepito 
s'è radunata mezza città. 



Signor, giudizio, per carità. 

BARTOLO 

Quest'è un briccone. 

CONTE 

Quest'è un birbante 

BARTOLO 
Ah, disgraziato! 

CONTE 
Ah, maledetto! 

FIGARO 

Signor soldato, porti rispetto, 
o questo fusto, 
corpo del diavolo! 
or la creanza 
le insegnerà! 

Signore, giudizio, 
per carità. 



CONTE 

Brutto scimmiotto... 

BARTOLO 

Birbo malnato! 

ROSINA, BERTA, 
FIGARO e BASILIO 
Zitto, dottore... 

BARTOLO 
Voglio gridare... 

ROSINA, BERTA, 
FIGARO e BASILIO 
Fermo, signore... 

CONTE 
Voglio ammazzare... 

ROSINA, BERTA, 
FIGARO e BASILIO 
Fate silenzio, per carità. 

CONTE 
No, voglio ucciderlo, 
non v'è pietà. 

ROSINA, BERTA, 
FIGARO e BASILIO 
Fate silenzio, per carità. 







TUTTI 
Zitti, che bussano... 
Che mai sarà? 

BARTOLO 
Chi è?                   

UFFICIALE 

La forza, la forza. 
Aprite qua, aprite qua!               

TUTTI 
La forza! Oh diavolo! 

FIGARO e BASILIO 
L'avete fatta! 

CONTE e BARTOLO 
Niente paura! Venga pur qua. 

TUTTI 
Quest'avventura, 
ah! come diavolo mai finirà! 




UFFICIALE 
Fermi tutti. 
Nessun si mova. 
Miei signori, che si fa? 
Questo chiasso 
d'onde è nato? 
La cagione presto qua! 

BARTOLO 
Questa bestia di soldato, 
mio signor, m'ha maltrattato, 
sì, signor, sì, signor, sì, signor, 
m'ha maltrattato. 

FIGARO 
Io qua venni, mio signore, 
questo chiasso ad acquetar, 
sì, signor, sì, signor. 

BERTA E BASILIO 
Fa un inferno di rumore, 
parla sempre d'ammazzar. 
Sì, signor, sì, signor, 
parla sempre d'ammazzar.      

CONTE 
In alloggio quel briccone 
non mi volle qui accettar, 
sì, signor, sì, signor. 

ROSINA 
Perdonate, poverino, 
tutto effetto fu del vino, 
sì, signor, sì, signor. 

BERTA 
Fa un inferno di rumore, 
parla sempre d'ammazzare, 
sì, signor, sì, signor. 

UFFICIALE 

Oh inteso, oh intenso! 
Galantuom, siete in arresto. 
Fuori presto, via di qua! 




CONTE 
In arresto? In arresto? Io? 
Fermi, olà! 





ROSINA 
Fredda ed immobile 
come una statua, 
fiato non restami 
da respirar. 

CONTE 
Freddo ed immobile 
come una statua, 
fiato non restami 
da respirar. 

BASILIO e BARTOLO 
Freddo ed immobile 
come una statua, 
fiato non restami 
da respirar.           

FIGARO 
Guarda Don Bartolo! 
Sembra una statua! 
Ah ah! 
dal ridere sto per crepar! 
Guarda Don Bartolo! 
Sembra una statua! 
Ah ah! 
dal ridere sto per crepar! 

BERTA 
Da respirar... 
Fiato non restami 
da respirar. 

BARTOLO 

Ma, signor... 

CORO
Zitto tu! 

BARTOLO 
Ma un dottor... 

CORO
Oh, non più! 

BARTOLO 
Ma se lei... 

CORO
Non parlar. 

BARTOLO 
Ma vorrei... 

CORO
Non gridar. 

A TRE
Ma se noi... 

CORO
Zitti voi. 

A TRE
Ma se poi...              

CORO
Pensiam noi. 

A TRE
Ma se poi... 

CORO
Zitto tu! 

A TRE
Ma se noi... 

CORO
Non parlar. 
Vada ognun pei fatti suoi, 
si finisca d'altercar. 

BARTOLO 
Ma sentite, ma sentite... 
ascoltate, ascoltate... 

CONTE, FIGARO, 
ROSINA e BERTA 
Zitto su! 
Zitto giù! 
Zitto qua! 
Zitto là! 

CORO
Vada ognun pei fatti suoi, 
si finisca d'altercar. 

TUTTI 
Mi par d'esser con la testa 
in un'orrida fucina, 
dove cresce e mai non resta, 
delle incudini sonore 
l'importuno strepitar. 
Alternando questo e quello 
pesantissimo martello 
fa con barbara armonia 
mure e volte rimbombar. 
E il cervello, poverello, 
già stordito, sbalordito, 
non ragiona, si confonde, 
si riduce ad impazzar! 
Mi par d'esser con la testa 
in un'orrida fucina, 
dove cresce e mai non resta, 
delle incudini sonore 
l'importuno strepitar. 
Alternando questo e quello 
pesantissimo martello 
fa con barbara armonia 
mure e volte rimbombar. 
E il cervello, poverello, 
già stordito, sbalordito, 
non ragiona, si confonde, 
si riduce ad impazzar!    


ACTO I
Escena 1

Una calle de Sevilla. 
A la izquierda,  la casa del Doctor
Bartolo; en el  primer piso se
encuentra una  ventana con un
balcón.
Está amaneciendo.
Entra Fiorello con una linterna,
seguido de varios músicos con sus
instrumentos.

FIORELLO
Despacio,
muy despacio y en silencio,
todos conmigo venid acá.

MUSICOS
Despacio y en silencio, henos aquí.

FIORELLO
Todo es silencio,
nadie hay aquí a quien nuestros
cantos puedan turbar.

(Entra el Conde de Almaviva.)

CONDE
¡Fiorello! !Hola!

FIORELLO
Señor, estoy aquí.

CONDE
¡Bien! ¿Y los amigos?

FIORELLO
Ya están dispuestos.

CONDE
¡Bravo, muy bien!
Guardad silencio,
despacio, muy despacio   
y en silencio.

MUSICOS
Despacio, despacio y en silencio.

FIORELLO
En silencio...

(Los músicos toman sus
instrumentos y comienzan a tocar
una serenata.)

CONDE
He aquí, risueña en el cielo,
despuntando ya la bella aurora,
¿Y tú no apareces aún,
y puedes dormir así?
Aparece, dulce esperanza mía,
ven, hermoso ídolo mío,
haz menos cruel, ¡oh Dios!,
el rayo que me hirió.
¡Oh, qué suerte!, ya veo
el rostro amado;
¡mi alma amante
ha merecido piedad!
¡Oh instante de amor!
¡Momento feliz!
¡Oh dulce felicidad
sin igual!
¡Eh, Fiorello!

FIORELLO
¿Señor?

CONDE
Dime, ¿la ves?

FIORELLO
No, señor.

CONDE
¡Ay, que toda esperanza es vana!

FIORELLO
Señor Conde, el día avanza.

CONDE
¡Ah! ¿En qué pienso? ¿Qué haré?
Todo es en vano. ¡Buena gente!

MUSICOS
¿Señor?            

(El Conde da una bolsa a Fiorello,
que distribuye entre los músicos 
el dinero que contiene.)

CONDE
Acercaos, acercaos;
ya no más música
ni más cantos, ni más música.
No las necesito ahora.

FIORELLO
Buenas noches a todos,
ya no os necesito para nada más.
Buenas noches, buenas noches,
ya no os necesito para nada más.

(Fiorello trata de hacer marchar
a los músicos, quienes,
inclinándose  obsequiosamente,
expresan su  agradecimiento.)

MUSICOS
¡Mil gracias, señor,
por el favor, por el honor!
¡Ah, por tanta cortesía
estamos agradecidos de verdad!
¡Oh, qué encuentro afortunado!
¡Es un señor de calidad!

CONDE
Basta, basta,
no habléis, de nada sirve,
no gritéis!
Malditos, largaos de aquí.
¡Ah, canallas, fuera de aquí!
¡Todo el vecindario 
se despertará con este ruido!

FIORELLO
¡Callad, callad,
vaya ruido! ¡Malditos!
¡Largaos de aquí!
¡Vaya ruido endiablado!
¡Oh qué rabia me da!
¡Malditos, largaos de aquí,
ah, canallas, fuera de aquí!

(Los músicos se van.)     

CONDE
¡Gente indiscreta!

FIORELLO
¡Ah!, un poco más y
con ese ruido inoportuno
hubiesen despertado 
a todo el barrio.
¡Por fin se han ido!

CONDE
(mirando hacia la ventana)
¡Y no se la ve! Es inútil esperar.
(Y, sin embargo, quiero
esperar aquí para verla.
Cada mañana sale al balcón
a tomar el fresco 
al llegar la aurora 
Probemos.)
Ah, todavía estás ahí, retírate,
Fiorello.

FIORELLO
Voy.
Esperaré allá abajo 
vuestras órdenes.

(Fiorello se retira.)

CONDE
Si consigo hablar con ella,
no quiero testigos.
Que a esta hora 
estoy aquí cada día por su causa
tiene que haberlo notado.
¡Oh, mira, amor,
cómo te has burlado
de un hombre de mi rango!
Y, sin embargo, ¡oh!
Tienes que ser mi esposa.

FÍGARO
(fuera de escena)
La, la, la, la.       

CONDE
¿Quién será ese inoportuno?
Dejémoslo pasar;
bajo estos arcos,
sin que me vean,
veré cuanto convenga;
empieza a clarear,
pero el amor no se avergüenza.

(Entra Fígaro, vestido a la 
española de fines del siglo XVIII, 
con redecilla, llevando una 
guitarra en la mano.)

FÍGARO
La ran la lera, la ran la la.
La ran la lera, la ran la la.
¡Dejen paso al factótum
de la ciudad,
dejen paso!
¡La ran la, la ran la, 
la ran la, la!
Rápido, a la tienda, 
que ya es de día, rápido!
La ran la, la ran la, 
la ran la, la.
¡Ah, que vida más hermosa,
qué gran placer,
para un barbero de calidad,
¡de calidad!
¡Ah, bravo, Fígaro, bravo,
bravísimo, bravo!
La ran la, la ran la, 
la ran la, la.
¡Afortunadísimo eres en verdad!
La ran la, la ran la, 
la ran la, la.
Dispuesto para hacer de todo,
de noche y de día,
va de un lado para otro,
Mejor ganga para un barbero
ni vida más noble, no la hay, no.
La, la ran la, 
la ran la, la ran la.
Navajas y peines, 
bisturíes y tijeras
a mis órdenes todos están,
tengo recursos, además de oficio,
con la joven, con el caballero.
¡Ah, que vida más hermosa,
qué gran placer,
qué gran placer,
para un barbero de calidad,
de calidad!          

Todos me llaman,
me solicitan,
mujeres, muchachos,
viejos y niñas.
Trae la peluca...
rápido, la barba...
Trae las sanguijuelas,
pronto, esta carta.
¡Fígaro, Fígaro, Fígaro, Fígaro!
¡Ay de mí, ay de mí! ¡Qué furia!
¡Ay de mí!
¡Ay, qué multitud!
¡De uno en uno, por caridad!
¡Fígaro! ¡Estoy aquí!
¡Eh, Fígaro! ¡Estoy aquí!
¡Fígaro acá, Fígaro allá,
Fígaro acá, Fígaro allá,
Fígaro arriba, Fígaro abajo,
Fígaro arriba, Fígaro abajo!
Rápido, rapidísimo,
soy como el rayo,
¡soy el factótum de la ciudad,
de la ciudad!
¡Ah, bravo Fígaro,
bravo, bravísimo!
A ti fortuna, a ti fortuna, 
a ti fortuna
jamás te faltará.
La, la ran la, la ran la, la ran.
¡A ti fortuna, a ti fortuna, 
a ti fortuna
jamás te faltará!
¡Soy el factótum de la ciudad!

¡Ah, ah! ¡Qué buena vida!
Cansarme poco,
divertirme bastante,
y tener en el bolsillo
siempre algún doblón.
Como fruto de mi reputación.
Pues sí: sin Fígaro 
no se casa en Sevilla
una muchacha;
a mí la viuda recurre
para lograr marido;
yo, con la excusa
del peinado de cada día
o con la guitarra
con el favor de la noche, a todos,
honestamente,
y no lo digo por presumir,
me preocupo por complacer.
¡Ah, qué vida, qué vida!
¡Oh, qué oficio!
¡Ánimo, rápido, a la tienda!

CONDE
(¿Es él, o acaso me engaño?)

FÍGARO
(¿Quién será ese?)

CONDE
(¡Oh, sin duda es él!) ¡Fígaro!

FÍGARO
(reconociéndole)
Señor. ¡Oh! ¿A quién veo?
¡Excelencia!

CONDE
¡Calla, calla, prudencia: 
aquí no soy conocido,
ni quiero darme a conocer.
Para esto tengo 
mis buenas razones.

FÍGARO
Entiendo, entiendo,
os dejo a vuestras anchas.

CONDE
¡No!

FÍGARO
Bueno, ¿en qué os puedo servir?

CONDE
No digo que no; quédate aquí;
tal vez para mis planes
no hayas llegado inoportunamente.
Pero, diablos, dime, 
buena pieza,
¿cómo te hallas aquí?
¡Poder del mundo!
Te veo gordo y redondo.  

FÍGARO
¡La miseria, señor!

CONDE
¡Ah, bribón!

FÍGARO
Gracias.

CONDE
¿Has sentado finalmente la
cabeza?

FÍGARO
¡Oh! Y de qué manera. Y vos,
¿cómo en Sevilla?

CONDE
Ahora te lo explico.
En el Prado vi una flor de belleza,
una muchachita, hija
de un cierto médico chocho
que aquí se ha establecido;
yo, enamorado de ella,
dejé mi patria y a mis padres,
y aquí paso 
la noche y el día
dando vueltas
ante esos balcones.

FÍGARO
¿Ante esos balcones? ¿Un médico?
¡Ah, caramba!
Tenéis buena suerte,
os ha caído el queso 
justo encima de los macarrones.

CONDE
¿Qué quieres decir?

FÍGARO
Cierto.
Ahí dentro yo soy barbero,
peluquero, cirujano, botánico,
farmacéutico, veterinario,
el que lo hace todo en la casa.

CONDE
¡Oh, qué suerte!        

FÍGARO
No es eso todo.
La muchacha 
no es hija del médico,
¡es sólo su pupila!

CONDE
¡Ah, qué consuelo!

FÍGARO
Pero esto... ¡silencio!

(Oculta al Conde
debajo del pórtico.)

CONDE
¿Qué pasa?

FÍGARO
Se abre el balcón.

(Rosina sale al balcón,
y mira buscando a alguien.)

ROSINA
Todavía no ha venido. Tal vez...

CONDE
(saliendo corriendo)
¡Oh, vida mía!
¡Mi Dios! ¡Mi tesoro!
Por fin te veo, por fin...

ROSINA
(vacilando)
¡Oh, qué vergüenza!
Quisiera darle la carta.

(Aparece el doctor Bartolo
en el balcón.)

BARTOLO
¿Y bien, muchacha?
El tiempo es bueno.
¿Qué es ese papel?

ROSINA
Nada, nada señor: es la letra  
del aria de la Inutil precauzione

CONDE
(a Fígaro)
¡Muy bien!...
De la "Inutil precauzione".

FÍGARO
(al Conde)
¡Qué astuta!

BARTOLO
¿Qué es esto
de la "Inutil precauzione"?

ROSINA
¡Qué va a ser!
Es el título 
de la nueva ópera.

BARTOLO
¡Una ópera! ¡Vaya, por Dios!
¡Será, como de costumbre, 
un drama semiserio,
un largo, melancólico y
pesado estrambote poético!
¡Bárbaro gusto! ¡Siglo corrompido!

(Rosina deja caer el papel a la
calle.)

ROSINA
¡Oh, pobre de mí!
¡Se me ha caído el aria!
Recogedla, rápido.

BARTOLO
Voy, voy.

(Sale.)

ROSINA
Ps... Ps.

CONDE
Lo he entendido.

(El Conde se acerca
para coger la carta.)

ROSINA
Rápido.               

(La coge y se va.)

CONDE
No temáis.

(Sale Bartolo por la puerta
de la casa.)

BARTOLO
(a Rosina)
Ya estoy aquí. ¿Dónde está?

ROSINA
Ay, el viento se la lleva. 
Mirad.

(Ella señala a lo lejos.
Bartolo mira y decide
volver a entrar en la casa.)

BARTOLO
Yo no la veo.
Eh, señorita, yo no quisiera...
(¡Caramba!
¿Se estará burlando de mí?)

(a Rosina)

¡A casa, a casa, vamos, ánimo!
¿A quién se lo digo?
¡A casa, rápido!

ROSINA
¡Ya voy, ya voy! ¡Qué prisa!

BARTOLO
(para sí)
Tengo que hacer
emparedar este balcón.
Entrad, os digo.

ROSINA
¡Ay, qué vida, es para morirse!

(Rosina entra en la casa
seguida por Bartolo.)       

CONDE
¡Pobre desgraciada!
Su estado infeliz
me interesa cada vez más.

FÍGARO
Rápido, rápido,
veamos lo que escribe.

CONDE
Eso es. Lee.

FÍGARO
(leyendo)
"Vuestra atenta asiduidad
ha excitado mi curiosidad.
Mi tutor está a punto
de salir de casa;
en cuanto se haya alejado,
procurad,
con algún medio ingenioso,
indicarme vuestro nombre,
vuestro estado
y vuestras intenciones.
Yo no puedo salir jamás
al balcón
sin la inseparable compañía
de mi tirano.
Podéis estar, sin embargo,
seguro de que todo está
dispuesta a hacerlo,
para romper sus cadenas,
la desdichada ROSINA."

CONDE
Sí, sí, las romperás. 
Vamos, dime,
¿qué clase de hombre 
es ese tutor?

FÍGARO
Es un viejo endiablado, avaro,
desconfiado y gruñón.
Lleva cien años a cuestas
y quiere dárselas de galán.
¿Lo adivináis?
A fin de comerse
toda la herencia de Rosina
se le ha metido en la cabeza
casarse con ella.    

(Se abre la puerta de la calle.)

¡Socorro!

CONDE
¿Qué haces?

FÍGARO
Se abre la puerta.

(Fígaro empuja al Conde
detrás de la puerta.
Sale Bartolo hablando con alguien
de dentro de la casa.)

BARTOLO
Dentro de unos momentos
regresaré.
No abráis a nadie.
Si Don Basilio
viniese a buscarme,
que me espere.

(Cierra la puerta con varias
vueltas de llave.)

Mi boda con ella
será mejor apresurar.
Sí, hoy mismo quiero
concluir este asunto.

(Sale.)

CONDE
¡Hoy mismo
su boda con Rosina!
¡Ah, viejo chocho! 
Pero dime:
¿quién es ese Don Basilio?

FÍGARO
Es un grandísimo
embrollón casamentero,
rastrero, 
un verdadero desesperado,
siempre sin un real...
desde hace tiempo,
enseña música a la muchacha.

CONDE
Bueno, bueno,
siempre es útil saberlo.

FÍGARO
Ahora pensad
en satisfacer los deseos
de la hermosa Rosina.

CONDE
No quiero
decirle mi nombre ni mi rango.
Quiero asegurarme antes
de que ella me quiere
sólo a mí
y no a las riquezas
y a los títulos
del Conde de Almaviva.
¡Ah!, tú podrías...

FÍGARO
¿Yo? No, señor,
vos mismo debéis.

CONDE
¿Yo mismo? ¿Y cómo?

(Rosina aparece en el balcón.)

FÍGARO
¡Si... silencio!
Estamos a tiro, observad:
por Baco, que no me equivoco.
Detrás de la celosía
está la muchacha.
Pronto, pronto,
al asalto, nadie nos ve.

(ofreciéndole la guitarra)

Con una cancioncilla, llanamente,
explicádselo todo, señor.

CONDE
¿Una canción?

FÍGARO
Cierto. Aquí tenéis la guitarra,
rápido, vamos.    

CONDE
Pero yo...

FÍGARO
¡Oh, qué paciencia!

CONDE
Bien, probemos.

(El Conde toma la guitarra 
y canta.)

Si queréis saber mi nombre,
de mis labios
mi nombre escuchad.
Yo soy Lindoro que fiel os adora,  
que como esposa os desea,
que por vuestro nombre os llama
que por vuestro nombre os llama...
Que no hace más que 
hablar de vos
desde la aurora
hasta el ocaso del día,
desde la aurora
hasta el ocaso del día.

ROSINA
¡Sigue, querido, por favor, sigue

FÍGARO
Oíd. ¡Ah! ¿Qué os parece?

CONDE
¡Oh, qué feliz soy!

FÍGARO
Muy bien, vamos, seguid.

CONDE
El amoroso y sincero Lindoro
no puede daros,
amada mía, un tesoro.
No soy rico,
pero un corazón os doy,
un alma amante,
que fiel y constante,
que fiel y constante,
por vos sola suspira,
desde la aurora
hasta el ocaso del día,
desde la aurora
hasta el ocaso del día.   

ROSINA
La amorosa y sincera Rosina 
de su corazón
Lindo...

(Alguien coge a Rosina por la
espalda y la obliga a retirarse.
El balcón se cierra.)

CONDE
¡Oh, cielos!

FÍGARO
Hay que deducir que alguien
ha entrado en la habitación.
Ella se ha retirado.

CONDE
¡Maldita sea!
¡Yo deliro! ¡Me enciendo!
¡Oh, a cualquier precio,
verla quiero, quiero hablarle!
Ah, tú debes ayudarme.

FÍGARO
¡Ji, ji, qué furia! 
Sí, sí, os ayudaré.

CONDE
Bravo. Hoy mismo quiero
que me introduzcas en la casa.
Dime ¿cómo lo harás? ¡Vamos!
Veamos alguna proeza 
de tu ingenio.

FÍGARO
¡De mi ingenio!
Bueno... ya veremos... pero hoy...

CONDE
¡Vamos ya te entiendo!
Vamos, no dudes,
por tus fatigas
tendrás amplia compensación.

FÍGARO
¿De veras?        

CONDE
Palabra.

FÍGARO
Así pues, ¿oro a discreción?

CONDE
Oro a montones. Ánimo, vamos.

FÍGARO
Estoy dispuesto. 
Ah, no sabéis los simpáticos
efectos prodigiosos
que para complacer
a mi señor Lindoro
produce en mí
la dulce idea del oro.
¡La sola idea de ese metal
poderoso, omnipotente,
en un volcán mi mente
ya empieza a convertir!

CONDE
Anda, veamos, anda,
veamos de ese metal
algún efecto,
algún efecto sorprendente;
del volcán, 
del volcán de tu mente
veamos alguna muestra,
alguna muestra singular.

FÍGARO
Vos deberéis disfrazaros,
por ejemplo, de... soldado.

CONDE
¿De soldado?

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿De soldado? ¿Y qué hago?

FÍGARO
Hoy llega un regimiento.

CONDE
Sí, el coronel es amigo mío. 

FÍGARO
Pues estupendo.

CONDE
¿Y luego?

FÍGARO
¡Caramba!
Con la boleta de alojamiento
esa puerta se abrirá.
¿Qué decís de eso, señor mío?
¿No os parece una buena idea?

CONDE, FÍGARO
¡Qué idea tan excelente!
¡Bravo, bravo,
buena, buena,
de verdad!

FÍGARO
Poco a poco, ¡otra idea!
Ved el oro lo que hace.
Borracho, si, borracho
señor mío, os fingiréis.

CONDE
¿Borracho?

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿Borracho? ¿Por qué?

FÍGARO
(imitando las acciones de un
borracho)
Porque de uno
que no esté en sus cabales,
que está a punto caerse
de tanto vino,
el tutor, creedme,
el tutor se fiará.

CONDE, FÍGARO
¡Qué idea tan excelente!
¡Bravo, bravo,
buena, buena,
de verdad!          

CONDE
¿Así pues?

FÍGARO
Manos a la obra.

CONDE
Vamos.

FÍGARO
Pues ánimo.

CONDE
Voy. 
Oh, me olvidaba 
de lo más importante.
Dime, tu tienda,
para encontrarte, ¿dónde está?

FÍGARO
¿La tienda? No tiene pérdida;
fíjese bien; aquí está.

(señalando a lo lejos)

Número quince a mano izquierda,
cuatro escalones, fachada blanca,
cinco pelucas en el escaparate,
encima un cartel "Pomada fina".
Cartel azul a la moderna,
y como enseña una linterna.
Allí sin duda me encontrará.

CONDE
Entendido.

FÍGARO
Ahora vaya rápido.

CONDE
Tú, vigila bien.

FÍGARO
Yo me ocupo del resto.

CONDE
En ti confío.

FÍGARO
Allí le espero.      

CONDE
Querido Fígaro...

FÍGARO
Entendido, entendido.

CONDE
Llevaré encima...

FÍGARO
La bolsa llena.

CONDE
Sí, lo que quieras,
pero el resto luego.

FÍGARO
Oh, no lo dude, todo irá bien.

CONDE
¡Ah,
de amor la llama siento,
anunciar júbilo y contento!
Con un ardor insólito
mi alma se enciende
y me hace mayor de lo que soy.

FÍGARO
¡Ya oigo el son de las monedas!
¡Ya llega el oro, aquí está!
¡Ya llega la plata,
aquí está, baja al bolsillo,
aquí está!

(Fígaro entra en la casa del doctor
El Conde sale.)

FIORELLO
¡Viva mi dueño!
¡Dos horas de pie,
como un palo me ha hecho esperar,
y luego... me planta y se va.
¡Por Baco! Mala cosa servir
a un amo como éste,
noble, joven y enamorado.
Esta vida, caramba,
es un gran tormento.
No me siento capaz
de seguir así mucho tiempo.   


Escena 2

Interior de la casa de Bartolo.
Las ventanas están cerradas.
Rosina está sola,
tiene una carta en sus manos.

ROSINA
Hace poco una voz
en el corazón me resonó;
mi corazón herido está ya
y fue Lindoro quien lo lastimó.
Si, Lindoro mío será,
lo juré y me saldré con la mía.
El tutor se negará,
yo mi ingenio aguzaré.
Al final se calmará
y contenta quedaré.
Si, Lindoro mío será,
lo he jurado, 
y me saldré con la mía.
Yo soy dócil
y respetuosa,
soy obediente,
dulce, amorosa,
me dejo gobernar,
me dejo guiar.
Pero si me tocan
en mi punto flaco
seré una víbora, lo seré,
y de cien trampas
me serviré
antes de ceder.
¡Sí, sí, me saldré con la mía!
¡Si pudiese al menos
mandarle esta carta!
Pero ¿cómo?
Aquí no me fío de nadie:
el tutor tiene cien ojos...
Basta, basta,
de momento la sellaremos.

(Se dirige hacia el escritorio
y sella la carta.)

Desde la ventana lo he visto
hablar con Fígaro
el barbero más de una hora.
Fígaro es un caballero,
un joven de buen corazón.
Quién sabe si protegerá
nuestros amores.       

Fígaro es un caballero,
un joven de buen corazón.
Quién sabe si protegerá
nuestros amores.    

(Entra Fígaro.)

FÍGARO
¡Oh, buenos días, señorita!

ROSINA
Buenos días, señor Fígaro.

FÍGARO
Y bien, ¿qué tal van las cosas?

ROSINA
Se muere una de aburrimiento.

FÍGARO
¡Diablos! ¿Será posible?
Una muchacha 
hermosa y graciosa.

ROSINA
¡Ja! ¡Ja! ¡Me hacéis reír!
¿De qué sirve la gracia,
de qué la belleza,
si siempre estoy encerrada
entre cuatro paredes, 
que me parece estar
verdaderamente en la sepultura?

FÍGARO
¿En la sepultura? ¡Caramba!
Escuchad: yo quería...

ROSINA
Ahí está el tutor.

FÍGARO
¿De veras?

ROSINA
Cierto, cierto; son sus pasos.

FÍGARO
¡Os dejo, os dejo!
Dentro de poco
nos veremos de nuevo. 

(confidencialmente)

Tengo algo que deciros.

ROSINA
Y yo también, señor Fígaro.

FÍGARO
Estupendo, me voy.

(Fígaro se va.)

ROSINA
¡Qué tipo tan estupendo!

(Entra Bartolo.)

BARTOLO
¡Desgraciado Fígaro!
¡Ah, indigno!
¡Ah, maldito! ¡Ah, perverso!

ROSINA
(para sí)
Ya está aquí: siempre gritos.

BARTOLO
Pero ¿es que hay algo peor?
Ha convertido en un hospital
toda la familia
a fuerza de opio,
sangre y rapé.
Señorita, ¿habéis visto al barbero?

ROSINA
¿Por qué?

BARTOLO
Porque lo quiero saber.

ROSINA
¿Es que acaso tenéis miedo
de que os haga sombra?

BARTOLO
¿Y por qué no?     

ROSINA
Pues bien, os lo diré. 
Sí, le he visto,
le he hablado, me gusta
y me agrada su modo de hablar
y su aspecto juvenil...

(para sí)

¡Revienta de rabia, viejo maldito!

(Sale Rosina.)

BARTOLO
¡Vaya una gracia!
Cuanto más la amo,
más me desprecia la bribona.
Cierto, cierto que es el barbero,
el que despierta su malicia.
¡Quién sabe lo que le habrá dicho!
Ahora lo sabré.

(llamando a gritos)

¡Eh, Berta! ¡Ambrogio!

(Entran Berta y Ambrogio.)

BERTA
(estornudando)
¡Achís!

AMBROGIO
(bostezando)
¡Ah.. ah! ¿Qué manda?

BARTOLO
Dime...

BERTA
¡Achís!

BARTOLO
¿Ha hablado el barbero 
con Rosina?

BERTA
¡Achís!            

BARTOLO
(A Ambrogio)
¿Responde tú, al menos, 
bobalicón!

AMBROGIO
¡Ah... ah!

BARTOLO
¡Qué paciencia se necesita!

AMBROGIO
¡Ah... ah... qué sueño!

BARTOLO
¿Y bien?

BERTA
Vino, pero yo...

BARTOLO
Rosina...

AMBROGIO
¡Ah... ah!

BERTA
¡Achís!

BARTOLO
¡No hay nada que hacer!
Aquí están, 
los dos medio muertos.
Marchaos.

AMBROGIO
¡Ah... ah!

BERTA
Achís... achís.

BARTOLO
¡Así se os lleve el diablo!

(Los saca a empujones de escena.)

¡Ah! Barbero del infierno...
me las pagarás.

(Entra Don Basilio.)    

Vamos, don Basilio;
llegáis a tiempo.
¡Oh! Yo quiero,
por fuerza o por amor,
casarme con mi Rosina
antes de mañana.
¿Habéis comprendido?

BASILIO
Eh, decís muy bien y precisamente
venía para avisaros...

(misteriosamente)

Pero... con mucho secreto...
ha llegado el Conde de Almaviva.

BARTOLO
¿Quién?
¿El desconocido
enamorado de Rosina?

BASILIO
Justamente ése.

BARTOLO
¡Oh, diablos!
¡Ah, hay que ponerle
remedio a esto!

BASILIO
Cierto, pero con sordina.

BARTOLO
¿Qué queréis decir?

BASILIO
Que, con habilidad, es preciso
empezar a inventar
alguna fábula
que ante el público lo presente
bajo un aspecto desfavorable,
que lo haga aparecer como
un hombre infame,
un alma perdida.
Yo, yo os serviré para esto:
en cuatro días, creedme,
Basilio os lo jura,
haremos que tenga que abandonar
las murallas de esta ciudad. 

BARTOLO
¿Vos creéis?

BASILIO
¡Oh, cierto!
Es mi sistema. Y no falla.

BARTOLO
¿Y queréis? Pero... una calumnia...

BASILIO
Ah, pero ¿no sabéis
qué es una calumnia?

BARTOLO
No, en verdad.

BASILIO
¿No? Escuchadme y callad.
La calumnia es un vientecillo,
es un aura muy gentil,
que insensible, sutil,
con ligereza, suavemente,
empieza,
empieza a murmurar.
Poco a poco, a ras de suelo,
en voz baja, sibilando
va corriendo, va zumbando,
va corriendo, va zumbando;
y en el oído de la gente
se introduce
se introduce hábilmente
y a las cabezas y cerebros,
y a las cabezas y cerebros
aturde, aturde e hincha.
Una vez fuera de la boca
el alboroto va creciendo,
gana fuerza poco a poco
y vuela de un lugar a otro;
parece el trueno, la tempestad
que en medio de los bosques
va silbando
y atronando y nos hiela de horror.
Al fin se desborda y estalla,
se propaga y se redobla
y produce una explosión,
como un disparo de cañón,
como un disparo de cañón.
Un terremoto, un temporal,
que hace temblar el aire.
Y el infeliz calumniado,
envilecido, aplastado,
bajo el azote público podrá
considerarse afortunado si muere.
Y el infeliz calumniado,
envilecido, aplastado,
bajo el azote público podrá
considerarse afortunado si muere.
¿Qué os parece?       

Y el infeliz calumniado,
envilecido, aplastado,
bajo el azote público podrá
considerarse afortunado si muere.
Y el infeliz calumniado,
envilecido, aplastado,
bajo el azote público podrá
considerarse afortunado si muere.
¿Qué os parece?     

BARTOLO
Sí, será cierto,
pero mientras tanto 
se pierde tiempo
y aquí el tiempo apremia.
No: quiero hacerlo a mi manera,
vamos a mi habitación.
Quiero que juntos 
extendamos ahora
el contrato matrimonial.
Cuando sea mi esposa,
de esos petimetres
enamorados ya sabré yo
ponerla a salvo.

BASILIO
Venga dinero;
para lo demás aquí estoy yo.

(Bartolo y Basilio se van.
Entran Fígaro y Rosina.)

FÍGARO
¡Bravo! ¡Magnífico!
Lo he oído todo.
Que viva el buen doctor.
¡Pobre infeliz! ¿Tu esposa?
¡Anda ya y que te zurzan!
Ahora que se han encerrado
procuremos hablar 
con la muchacha:
aquí está, precisamente.

ROSINA
¿Y bien, señor Fígaro?

FÍGARO
Grandes novedades, señorita. 

ROSINA
¿Sí, de veras?

FÍGARO
Comeremos peladillas.              

ROSINA
¿Qué queréis decir?

FÍGARO
Quiero decir,
que vuestro buen tutor
ha decidido ser antes de mañana
vuestro marido.

ROSINA
¡Vamos!

FÍGARO
Oh, os lo juro;
para extender el contrato
con el maestro de música
se ha encerrado allí dentro.

ROSINA
¿Sí?
¡Pues se ha equivocado, a fe mía!
¡Pobre tonto!
Tendrá que vérselas conmigo.
Pero decidme, señor Fígaro,
¿vos, hace poco, bajo mi ventana,
hablabais con un señor?

FÍGARO
Ah... es primo mío.
Un joven estupendo,
buena cabeza, corazón excelente;
ha venido para acabar sus estudios
y el pobrecillo 
trata de hacer fortuna.

ROSINA
¿Fortuna? La hará.

FÍGARO
Oh, lo dudo mucho; en confianza,
tiene un gran defecto.

ROSINA
¿Un gran defecto?

FÍGARO
¡Ah, grande!
Está locamente enamorado.          

ROSINA
¿Ah, sí? ¿De verdad?
Ese joven, sabedlo,
me interesa muchísimo.

FÍGARO
¡Caramba!

ROSINA
¿No lo creéis?

FÍGARO
¡Oh, sí!

ROSINA
Y su amada, decidme, ¿vive lejos?

FÍGARO
¡Oh, no! Es decir...
¡aquí mismo, a dos pasos!...

ROSINA
¿Y es hermosa?

FÍGARO
¡Oh, sí, muy hermosa!
Aquí tenéis su retrato
en dos palabras:

(mirando a Rosina de arriba abajo)

Delgada, con mucho carácter,
pelo negro, mejillas de púrpura,
ojos que hablan,
mano que enamora.

ROSINA
¿Y su nombre?

FÍGARO
¿Ah, también el nombre?
El nombre...
¡Ah, qué nombre tan hermoso!
Se llama...            

ROSINA
Y bien. ¿Se llama?

FÍGARO
¡Pobrecilla!...
Se llama R-o Ro... s-i si...
Rosi... n-a... na...
Rosina.

ROSINA
Así pues, ¿soy yo?
¿No me engañas?
Así pues, ¡soy yo la afortunada!
(Ya me lo había imaginado
lo sabía antes que tú.)

FÍGARO
De Lindoro el ser querido
sois vos, bella Rosina.

(para sí)

(¡Oh qué zorra mas astuta!
Pero tendrá que vérselas conmigo.)

ROSINA
Escucha, escucha, pero,
¿para hablar con Lindoro
qué hay que hacer?

FÍGARO
Silencio, silencio, aquí Lindoro,
para hablaros pronto vendrá.

ROSINA
¿Para hablarme?
¡Estupendo! ¡Estupendo!
Que venga, pues,
pero con prudencia;
¡yo ya me muero de impaciencia!
Pero ¿por qué tarda? ¿Qué hace?

FÍGARO
Él espera alguna señal,
pobrecillo,de vuestro afecto;
con una nota de dos líneas
que le mandéis,
vendrá aquí al punto
¿Qué os parece?     

ROSINA
No quisiera...

FÍGARO
Ánimo, valor.

ROSINA
No sabría...

FÍGARO
Sólo dos líneas...

ROSINA
Me da vergüenza...

FÍGARO
Pero, ¿de qué? ¡Ya se sabe!
Rápido, rápido, dadme una cartita.

ROSINA
(sacando del escote 
la carta ya escrita)
¿Una cartita? ¡Aquí la tenéis!

FÍGARO
¿Ya estaba escrita? Vaya,
¡qué bestia!
¡Y yo queriendo hacer de maestro!

ROSINA
¡Afortunado afecto mío,
ya empiezo a respirar!

FÍGARO
Ah, que en una cátedra
esta muchacha podría dar
clases de malicia.

ROSINA
¡Ah, tú solo, amor,
eres tú quien me debe consolar!

FÍGARO
Mujeres, mujeres. ¡eternos dioses!
¿Quién os llegará a conocer?

(Sale Fígaro.)      

ROSINA
Ahora estoy más tranquila.
Este Fígaro
es un muchacho estupendo.

(Entra Bartolo.)

BARTOLO
En resumen, y por las buenas,
¿podría yo saber por mi Rosina
qué ha venido a hacer ése
aquí esta mañana?

ROSINA
¿Fígaro? No sé nada.

BARTOLO
¿Te habló?

ROSINA
Me habló.

BARTOLO
¿Y qué te ha dicho?

ROSINA
Oh, me habló de bagatelas,
de los figurines de Francia...
de la enfermedad
de su hija Marcelina.

BARTOLO
¿De veras?
Pues yo sospecho que trajo
la respuesta a tu carta.

ROSINA
¿Qué carta?

BARTOLO
¡Vamos!
El aria de la "Inutil precauzione"
que esta mañana
se te cayó desde el balcón.
¿Enrojeces?
(¿Lo habré adivinado acaso?)
¿Qué significa ese dedo
manchado de tinta?      

ROSINA
¿Manchado?
Oh, nada. Me lo he quemado
y me lo he curado con...
tinta ahora mismo.

BARTOLO
(mirando hacia el escritorio)
(¡Diablos!)
Y estas hojas
ahora son cinco y antes seis.

ROSINA
¿Esas hojas?...
Es verdad. He utilizado una
para enviar caramelos a Marcelina.

BARTOLO
¡Estupendo! Y la pluma,
¿por qué está afilada?

ROSINA
(¡Maldito!) ¡La pluma!
Para dibujar una flor 
en mi bordado.

BARTOLO
¡Una flor!

ROSINA
Una flor.

BARTOLO
¡Una flor! ¡Ah, desvergonzada!

ROSINA
(indignada)
De verdad.

BARTOLO
¡Silencio!

ROSINA
Creedme.

BARTOLO
Ya basta.      

ROSINA
Señor...

BARTOLO
Basta... ¡callad!
¡A un doctor de mi condición
excusas como éstas, señorita!
Os aconsejo, querida mía,
que lo hagáis un poco mejor
cuando mintáis.
¡Los caramelos a la niña!
¡El bordado!
¡Os quemasteis: anda vamos!
Hace falta algo distinto, hija mía,
para poder engañarme.
¿Por qué falta de ahí esa hoja?
Quiero saber qué es este embrollo.
¡Son inútiles las zalamerías!
Quieta ahí, ¡no me toquéis,
no, hija mía, no esperéis
que yo me deje enredar.
¡A un doctor de mi condición
excusas como éstas, señorita!
Os aconsejo, querida mía,
que lo hagáis un poco mejor
cuando mintáis.
Vamos, querida, ¡confesad!
Estoy dispuesto a perdonar.
¿No habláis? ¿Os obstináis?
Sé muy bien 
lo que tengo que hacer.
Señorita, otra vez
que Bartolo tenga que salir
ya sabrá dar las órdenes
a los criados a su manera.
Señorita, otra vez
que Bartolo tenga que salir
ya sabrá dar las órdenes
a los criados a su manera.
¡Ah!, ¡no sirven las zalamerías,
por más que se haga 
la gata muerta!
¡Diantre! ¡Por esa puerta
ni siquiera el aire podrá entrar!
Y Rosina la inocentita,
desconsolada, desesperada...
¡Ah!, ¡no sirven las zalamerías,
por más que se haga 
la gata muerta!
¡Diantre! ¡Por esa puerta
ni siquiera el aire podrá entrar!
En su cuarto, encerrada
deberá quedarse 
hasta que yo quiera
sí, sí, sí,
en su cuarto, encerrada
deberá quedarse 
hasta que yo quiera
¡Sí, sí... sí!
Señorita, otra vez
que Bartolo tenga que salir
ya sabrá dar las órdenes
a los criados a su manera.
¡Ah!, ¡no sirven las zalamerías,
por más que se haga 
la gata muerta!
¡Diantre! ¡Por esa puerta
ni siquiera el aire podrá entrar!
Y Rosina, inocentita,
desconsolada, desesperada...
¡Un doctor de mi condición
no se deja engatusar!  

ROSINA
Gruñe cuanto quieras,
cierra puertas y ventanas.
Me río de eso, pues las mujeres,
incluso la más tonta,
aguzan el ingenio
y se vuelven ingeniosas de golpe:
para ello basta cerrarlas con llave
y ya está todo hecho.

(Ella se va y entra Berta.)

BERTA
Hasta ahora en esta habitación
me pareció oír un rumor:
habrá sido el tutor con la pupila..
no tiene un momento
de tranquilidad.
Estas muchachas
no la quieren entender... llaman.

CONDE
(desde fuera)
Abrid.             

BERTA
¡Voy!... ¡Achís!...
Todavía me dura:
ese tabaco me ha puesto
al borde de la sepultura.

(Sale Berta y entra el Conde
disfrazado de soldado, 
fingiéndose borracho.)

CONDE
Ah de la casa... buena gente...
buena gente...
¡Eh... eh de la casa... 
eh de la casa!
¡Nadie me escucha! ¡Eh!

(Entra Bartolo.)

BARTOLO
¿Quién es ése?
¡Qué cara tan fea!
¡Está borracho!
¿Quién será? ¿Quién será?

CONDE
¡Eh de la casa... malditos!
¡Malditos! ¡Eh!

BARTOLO
¿Qué quiere, señor soldado?

CONDE
(Mirando a Bartolo y buscando
algo en su bolsillo)
¡Ah, sí, sí! 
Bien, muchas gracias.

BARTOLO
(¿Y ahora éste
qué diablos querrá?)

CONDE
¿Sois vos... 
espera un momento...
Sois vos el doctor Palurdo?

BARTOLO
¿Qué Palurdo? ¿Qué Palurdo?

CONDE
(mirando su papel)
Ah, ah, ¿Bertoldo?   

BARTOLO
¿Qué Bertoldo? ¿Qué Bertoldo?
¡Eh, idos al diablo!
¡Doctor Bartolo, doctor Bartolo,
doctor Bartolo!

CONDE
¡Ah, bravísimo: docto Bárbaro;
bravísimo, doctor Bárbaro!

BARTOLO
¡Y un cuerno!

CONDE
Pues muy bien;
en el fondo
hay poca diferencia.

BARTOLO
(Yo ya pierdo la paciencia;
aquí hará falta prudencia.)

CONDE
(¡No se la ve! ¡Qué impaciencia!
¡Cuánto tarda! ¿Dónde está?)

(a Bartolo)

Así pues, ¿sois médico?

BARTOLO
Soy doctor, sí señor.

CONDE
Pues estupendo;
un abrazo, venid, colega.

(El Conde trata de abrazar a
don Bartolo.)

BARTOLO
¡Apartaos!

CONDE
¡A mis brazos!
Yo también soy cien por cien,
veterinario del regimiento.

(presentando los papeles)

Y tengo aquí
mi boleta de alojamiento,
observad, aquí la tenéis.

(Le muestra el boleto de
alojamiento.)

CONDE
(¡Ah, si viniese el amado objeto
de mi felicidad!
¡Ven aquí, ven aquí, tu amado
lleno de amor te espera ya!)

BARTOLO
(para sí)
(¡De rabia y de despecho
me estoy muriendo de verdad!
¡Ay, qué voy a hacer,
si me meto en ello,
alguna gran bestialidad!)

(Entra Rosina. Al ver a Bartolo,
se para de repente.)

ROSINA
(para sí)
(¿Un soldado? ¿El tutor?
¿Qué estarán haciendo aquí?)

CONDE
(para sí)
(Es Rosina; ya estoy contento.)

ROSINA
(para sí)
(Él me mira y se me acerca.)

CONDE
(en voz baja, a Rosina)
Soy Lindoro.

ROSINA
(en voz baja, al Conde)
¡Oh, cielos! ¡Qué oigo!
¡Ah, tened juicio, por piedad!

BARTOLO
(mirando a Rosina)
Señorita, ¿qué buscáis?
¡Rápido, marcharos de aquí!

ROSINA
¡Me voy, me voy, no gritéis! 

BARTOLO
Rápido, rápido, rápido,
fuera de aquí.

CONDE
Eh, muchacha,
yo también voy contigo.

BARTOLO
¿A dónde, a dónde, señor mío?

CONDE
Al cuartel.

BARTOLO
¿Al cuartel?

CONDE
¡Ésta si que es buena!

BARTOLO
¿Al cuartel? ¡Casi nada!

CONDE
(a Rosina)
Querida...

ROSINA
(al Conde)
¡Ayudadme!

BARTOLO
¡Eh, caramba!

CONDE
(a Bartolo, dirigiéndose
al interior de la casa)
Entonces voy.

BARTOLO
(cerrándole el paso)
Oh, no, señor,
no puede alojarse aquí.

CONDE
¿Cómo? ¿Cómo?     

BARTOLO
Eh, no hay réplica:
tengo patente de exención.

CONDE
(quejándose)
¿La patente?

BARTOLO
Señor mío,
un momento y se la enseñaré.

(Va a buscar los papeles.)

CONDE
(a Rosina)
Ah, si no puedo quedarme aquí...
Por favor, tomad.

ROSINA
(al Conde)
¡Ay de mí! ¡Nos está mirando!

BARTOLO
(buscando los papeles)
Ah, no consigo encontrarla...

ROSINA
(al Conde)
¡Prudencia!

BARTOLO
Pero sí, sí, la encontraré.

ROSINA y CONDE
Cien inquietudes siento en mí,
ah, ya no puedo dominarme.

BARTOLO
¡Ajá! ¡Aquí está!

(Se acerca a ellos con el
documento en la mano y lo lee.)

"Por la presente, al doctor Bartolo
etcétera, declaramos exento..." 

CONDE
(cogiendo el documento
y leyendo con solemnidad)
Eh, ¡idos al diablo!
No sigáis fastidiándome.

BARTOLO
¿Qué hace, querido señor mío?

CONDE
¡Cállese ya, doctor zopenco!
Me han fijado aquí el alojamiento
y aquí quiero quedar alojado.

BARTOLO
¿Quiere quedarse?

CONDE
Quedarme, seguro.

BARTOLO
¡Oh, ya estoy harto, señor mío;
rápido, fuera, 
o con un buen bastón
le haré desalojar de aquí!

CONDE
¿Así pues, usted quiere batalla?
Bueno, pues batalla daré.
¡Cosa hermosa es una batalla!
Os lo voy a demostrar.

(acercándose a Bartolo)

¡Observad! Éste es el foso,
vos seréis el enemigo.
Atención, y los amigos...

(a Rosina, enseñándole la carta)

(Echad el pañuelo al suelo).

(a Bartolo)

Y los amigos están de este lado,
¡atención!

(Deja caer la carta    
que Rosina cubre con su pañuelo.)

BARTOLO
¡Quieto! ¡Quieto!

CONDE
¿Qué pasa? ¡Ah!

(Se vuelve y finge descubrir
la carta.)

BARTOLO
Quiero ver qué es.

CONDE
(dando la carta a Rosina
con el pañuelo)
¡Sí, si fuese una receta!
Pero es una carta, y es mi deber...
Debéis perdonarme.

ROSINA
Gracias, gracias.

BARTOLO
¡Gracias, y un cuerno!
Traed aquí ese papel,
¡aquí ese papel, impertinente!
¿A quién estoy hablando?
¿quién estoy hablando?
Rápido, dádmelo.

CONDE
¿Queréis batalla?
Atención! ¡Ih! ¡Ah!

ROSINA
Pero si ese papel que pedís
me ha caído por casualidad.
Es la lista de la colada.

BARTOLO
(cogiendo el papel)
¡Ah, casquivana!
Rápido, traed acá.

(Entra por un lado Basilio
llevando un papel.
Por el otro lado entra Berta.)

¡Ah, qué veo! ¡Me he equivocado!
¡Es la lista!
¡Me he quedado de piedra!
¡Ah, soy un mameluco!
¡Oh, qué gran tontería!

BERTA
¡Un soldado... cuánta gente!       
No entiendo nada,
me he quedado de piedra,
¿qué es este lío?

ROSINA y CONDE
Bravo, bravo el mameluco,
¡que ya ha caído en la trampa!

BASILIO
¡Sol do re mi fa
re sol mi la fa si sol do!
Pero, ¿qué lío es éste?

ROSINA
(llorando, a Bartolo)
¡Ya está!
Siempre con una historia, u otra;
siempre oprimida y maltratada;
¡ay qué vida más desesperada!
¡Ya no la puedo soportar más!

BARTOLO
Ah, Rosina, pobrecilla...

CONDE
(amenazando a Bartolo)
Tú, ven aquí, ¿qué le has hecho?

BARTOLO
Ah, deteneos, no le he hecho nada.

CONDE
(amenazándole con su espada)
¡Ah, canalla, traidor!

ROSINA, BERTA,
BARTOLO y BASILIO
(intentando sujetar al Conde)
¡Por favor, deteneos, señor!

CONDE
¡Yo te voy a aniquilar!

ROSINA, BERTA,
BARTOLO y BASILIO
¡Gente, socorro... pero calmaos!
¡Gente, socorro... auxilio!
¡Gente, socorro! ¡Por piedad!

(Entra Fígaro.)

FÍGARO
¡Deteneos!
¿Qué es lo que ocurre,
señores míos?
¿Qué ruido es éste? 
¡Eternos dioses!
Ya en la calle ante este estrépito
se ha reunido media ciudad,
ya en la calle ante este estrépito
¡se ha reunido media ciudad!

(en voz baja, al Conde)

Señor, tened juicio, por favor.

BARTOLO
(señalando al Conde)
Éste es un sinvergüenza.

CONDE
(señalando a Bartolo)
Éste es un desgraciado.

BARTOLO
¡Ah, desgraciado!

CONDE
¡Ah, maldito!

FÍGARO
(finge amenazar a Almaviva)
Señor soldado, tenga respeto,
o este bastón, 
por todos los diablos,
¡ahora mismo educación
le enseñará!

(en voz baja al Conde)     

Señor, tened juicio, 
por favor.

CONDE
(a Bartolo)
Macaco repugnante...

BARTOLO
(al Conde)
¡Sinvergüenza, malnacido!

ROSINA, BERTA,
FÍGARO y BASILIO
Callaos, doctor...

BARTOLO
Quiero gritar...

ROSINA, BERTA,
FÍGARO y BASILIO
Estaos quieto, señor...

CONDE
Quiero matar...

ROSINA, BERTA,
FÍGARO y BASILIO
Callaos, por favor.

CONDE
No, quiero matarlo,
no hay piedad.

ROSINA, BERTA,
FÍGARO y BASILIO
Callaos, por favor.

(En ese instante, 
se escuchan varios
golpes en la puerta 
y todos quedan
quietos en silencio.)

TODOS
Callaos, que llaman...
¿Qué ocurrirá ahora?

BARTOLO
¿Quién hay?      

GUARDIAS
(fuera)
La guardia, la guardia.            
¡Abrid, abrid!

TODOS
¡La guardia! ¡Oh, diablos!

FÍGARO y BASILIO
¡Ya la habéis armado!

CONDE y BARTOLO
¡No tengáis miedo! Que entren.

TODOS
Esta aventura,
¡ah, cómo diablos va a acabar!

(Entra el Sargento
seguido de los guardias.)

GUARDIAS
Quietos todos,
que no se mueva nadie.
Señores míos ¿qué están haciendo?
¿De dónde proviene 
ese escándalo?
Decidnos rápidamente la causa.

BARTOLO
Esta bestia de soldado,
señor mío, me ha maltratado,
sí, señor, sí, señor, sí, señor,
me ha maltratado.

FÍGARO
Yo vine aquí, señor mío,
para acabar con este escándalo,
sí, señor, sí, señor.

BERTA Y BASILIO
Hace un ruido infernal,
y habla siempre de matar.
Sí, señor, sí, señor,
habla siempre de matar.     

CONDE
Este sinvergüenza no quiere
alojarme aquí,
sí, señor, sí, señor.

ROSINA
Perdonadle, pobrecillo,
todo ha sido efecto del vino,
sí, señor, sí, señor.

BERTA
Hace un ruido infernal,
habla siempre de matar,
sí, señor, sí, señor,

SARGENTO
(al Conde)
¡Oh, entiendo, oh, entiendo!
Caballero, estáis arrestado.
¡Fuera, pronto, fuera de aquí!

(Los guardias avanzan
para arrestar al Conde.)

CONDE
¿Arrestado? ¿Arrestado? ¿Yo?
¡Quietos todos!

(Muestra reservadamente un
documento al Sargento; éste se
cuadra y hace cuadrar a la tropa.)

ROSINA
Fría e inmóvil
como una estatua,
no me queda aire
para respirar.

CONDE
Frío e inmóvil
como una estatua,
no le queda aire
para respirar.

BASILIO y BARTOLO
Frío e inmóvil
como una estatua,
no me queda aire
para respirar.       

FÍGARO
¡Mira a Don Bartolo!
¡Parece una estatua!
¡Ah, ah,
apunto estoy de reventar de risa!
¡Mira a Don Bartolo!
¡Parece una estatua!
¡Ah, ah,
apunto estoy de reventar de risa!

BERTA
Para respirar...
No me queda aire
para respirar.

BARTOLO
(al Sargento)
Pero señor...

GUARDIA
¡Cállate!

BARTOLO
Pero un doctor...

GUARDIAS
¡Basta ya!

BARTOLO
Pero si ella...

GUARDIAS
No hables.

BARTOLO
Yo quisiera...

GUARDIAS
No grites.

LOS TRES
Pero si nosotros...

GUARDIAS
Vosotros callaos.

LOS TRES
Pero si al fin...      

GUARDIAS
Ya pensamos nosotros en ello.

LOS TRES
Pero si al fin...

GUARDIAS
¡Cállate!

LOS TRES
Pero si nosotros...

GUARDIAS
No habléis.
Cada uno que se ocupe de sus
asuntos y dejad ya de pelearos.

BARTOLO
Pero oíd, pero oíd...
escuchad, escuchad...

CONDE, FÍGARO,
ROSINA y BERTA
¡Silencio arriba!
¡Silencio abajo!
¡Silencio aquí!
¡Silencio allá!

GUARDIA
Cada uno que se ocupe de sus
asuntos y dejad ya de pelearos.

TODOS
Me parece estar con la cabeza
metida en una horrible herrería,
donde crece y nunca descansa
de los sonoros yunques
el estrépito molesto.
Alternando uno y otro
pesadísimo martillo,
forman una bárbara armonía
que hace retumbar muros y techos.
Y el cerebro, pobrecillo,
ya aturdido, atontado,
no razona, se confunde
¡y queda reducido a enloquecer!
Me parece estar con la cabeza
metida en una horrible herrería,
donde crece y nunca descansa
de los sonoros yunques
el estrépito molesto.
Alternando uno y otro
pesadísimo martillo,
forman una bárbara armonía
que hace retumbar muros y techos.
Y el cerebro, pobrecillo,
ya aturdido, atontado,
no razona, se confunde
¡y queda reducido a enloquecer  


 
ATTO II







BARTOLO 
Ma vedi il mio destino!             
Quel soldato, 
per quanto abbia cercato, 
niun lo conosce  
in tutto il reggimento. 
Io dubito eh, cospetto! 
Che dubitar?  
Scommetto che dal conte 
Almaviva è stato 
qui spedito quel signore 
ad esplorar della 
Rosina il core. 
Nemmeno in casa propria 
sicuri si può star! Ma io... 



Chi batte? 



Ehi, chi è di là 
Battono, non sentite? 
In casa io son; 
non v'è timore, aprite. 





CONTE 
Pace e gioia sia con voi. 

BARTOLO 
Mille grazie, non s'incomodi. 

CONTE 
Gioia e pace per mill'anni. 

BARTOLO 


Obbligato in verità.  
Questo volto non m'è ignoto... 
non ravviso, non ricordo... 
ma quel volto...  non capisco... 
Chi sarà? 

CONTE 
Ah, se un colpo è andato a vuoto... 
a gabbar questo balordo... 
un novel travestimento... 
più propizio a me sarà. 



Gioia e pace, pace e gioia. 

BARTOLO 
Ho capito. 
(Oh! ciel! che noia!) 

CONTE 
Gioia e pace, ben di core. 

BARTOLO 
Basta, basta, basta,  
per pietà! 

CONTE 
Gioia... 

BARTOLO 
Gioia... 

CONTE 
Pace... 

BARTOLO 
Pace... 
Ho capito 
(Oh ciel! Che noia!) 

CONTE 
Ben di core, 
pace e  gioia, gioia, pace! 

BARTOLO 
Pace e gioia... 
basta, basta, basta, per pietà! 

CONTE 
Il vecchion non mi conosce... 
Oh, mia sorte fortunata! 
Ah, mio ben! 
Fra pochi istanti 
parlerem con libertà! 

BARTOLO 
Ma che perfido destino!... 
Ma che barbara giornata!... 
Tutti quanti 
a me davanti! 
Che crudel fatalità! 
Insomma, mio signore, 
chi è lei 
si può sapere? 

CONTE 
Don Alonso, professore di musica  
ed allievo di Don Basilio. 

BARTOLO 
Ebbene? 

CONTE 
Don Basilio sta male, 
il poverino, ed in sua vece... 

BARTOLO 
Sta mal? Corro a vederlo 

CONTE 
Piano, piano. 
Non è mal così grave. 

BARTOLO 
Di costui non mi fido. 

CONTE 
Andiam, andiamo. 



Ma signore...               

BARTOLO 
Che c'è? 

CONTE 
Voleva dirvi... 

BARTOLO 
Parlate forte. 

CONTE 
Ma... 

BARTOLO 
Forte, vi dico. 

CONTE  

Ebben, come volete, 
ma chi sia 
Don Alonso apprenderete. 
Vo dal 
conte di Almaviva... 

BARTOLO 
Piano, piano. 
Dite, dite, v'ascolto. 

CONTE  

Il Conte... 

BARTOLO 
Piano, per carità. 

CONTE 

Stamane nella 
stessa locanda 
era meco d'alloggio, 
ed in mie mani 
per caso capitò 
questo biglietto dalla vostra 
pupilla a lui diretto. 



BARTOLO 
Che vedo! È sua scrittura! 

CONTE 
Don Basilio nulla sa 
di quel foglio; ed io, 
per lui venendo a dar 
lezione alla ragazza 
voleva farmene un merito 
con voi perchè... 
con quel biglietto... si potrebbe 

BARTOLO 
Che cosa? 

CONTE 
Vi dirò 
S'io potessi parlare 
alla ragazza, 
io creder... verbigrazia... le farei 
che me lo diè 
del conte un'altra amante; 
prova significante 
che il conte  
di Rosina si fa gioco, e perciò. 

BARTOLO 
Piano un poco. 
Una calunnia! Oh bravo! 
Degno e vero 
scolar di Don Basilio! 
Io saprò come merita, 
ricompensar  
sì bel suggerimento. 
Vo a chiamar la ragazza; 
poichè tanto per me v'interessate,
mi raccomando a voi. 



CONTE 

Non dubitate. 
L'affare del biglietto 
dalla bocca m'è uscito non volendo. 
Ma come far?  
Senza d'un tal ripiego 
mi toccava andar via 
come un baggiano. 
Il mio disegno a lei ora paleserò;  
s'ella acconsente, 
io son felice appieno.  
Eccola. 
Ah, il cor sento 
balzarmi in seno! 



BARTOLO 
Venite, signorina. 
Don Alonso, che qui 
vedete, or vi darà lezione. 

ROSINA 

Ah! 

BARTOLO 
Cos'è stato? 

ROSINA 
È un granchio al piede. 

CONTE 
Oh nulla! 
Sedete a me vicin, bella fanciulla. 
Se non vi spiace, 
un poco di lezione, 
di Don Basilio invece, vi darò. 

ROSINA 
Oh con mio gran piacer la prenderò 
. 
CONTE 
Che volete cantare? 

ROSINA 
Io canto, se le aggrada, 
il rondò dell'Inutil Precauzione.

BARTOLO 
E sempre, sempre in bocca 
l'Inutil Precauzione! 

ROSINA 
Io ve l'ho detto: 
è il titolo dell'opera novella. 

BARTOLO 
Or bene, intesi; andiamo. 

ROSINA 
Eccolo qua. 

CONTE 
Da brava! Incominciamo. 





ROSINA 
"Contro un cor 
che accende amore 
di verace, invitto ardore, 
s'arma invan poter tiranno, 
di rigor, di crudeltà. 
D'ogni assalto vincitore 
sempre amor trionferà." 
Ah Lindoro, mio tesoro, 
se sapessi, se vedessi! 
Questo cane di tutore, 
ah, che rabbia che mi fa! 
Caro, a te mi raccomando, 
tu mi salva, per pietà, sì, sì, sì. 

CONTE 
Non temer, ti rassicura, 
non temer, ti rassicura, 
sorte amica 
a noi sarà. 

ROSINA 
Dunque spero? 

CONTE 
A me t'affida.          

ROSINA 
E il mio cor? 

CONTE 
Giubilerà, giubilerà! 

ROSINA 
Cara immagine ridente, 
dolce idea d'un lieto amore, 
tu m'accendi 
in petto il core, 
tu mi porti a delirar. 
Caro a te mi raccomando, 
tu mi salva per pietà, 
tu mi porti a delirar! 

CONTE 
Bella voce! Bravissima! 

ROSINA 
Oh, mille grazie! 

BARTOLO 
Certo, bella voce, 
ma quest'aria, 
cospetto! è assai noiosa; 
la musica à miei tempi 
era altra cosa: 
Ah! quando, per esempio, 
cantava Caffariello 
quell'aria portentosa 
la ra la la la... sentite,  
Don Alonso,eccola qua. 
"Quando mi sei vicina, 
amabile Rosina..." 

CONTE 
Eh... l'aria dicea Giannina... 

BARTOLO 
L'aria dicea Giannina, 
ma io dico Rosina... 
"Quando mi sei vicina, 
amabile Rosina, 
il cor mi brilla in petto, 
mi balla il minuetto."     









Bravo, signor barbiere, ma bravo! 

FIGARO 
Eh, niente affatto: 
scusi, son debolezze. 

BARTOLO 
Ebben, 
qui dunque, che vieni a fare? 

FIGARO 
Oh bella! 
Vengo a farvi la barba: 
oggi vi tocca. 

BARTOLO 
Oggi non voglio. 

FIGARO 
Oggi non vuol? 
Domani non potrò io. 

BARTOLO 
Perchè? 

FIGARO 
Perchè... ho da fare 
a tutti gli Ufficiali 
del nuovo reggimento 
barba e testa... 
alla marchesa Andronica 
il biondo parrucchin 
coi maronè... 
al contino Bombè 
il ciuffo a campanile; 
purgante all'avvocato Bernardone, 
che ieri s'ammalò d'indigestione; 
e poi, e poi, 
che serve? 
Doman non posso.            

BARTOLO 
Orsù, meno parole. 
Oggi non vò far barba. 

FIGARO 
No? Cospetto... 
Guardate che avventori! 
Vengo stamane: 
in casa v'è l'inferno; 
ritorno dopo pranzo:  



oggi non voglio. Ma che?  
M'avete preso da 
per un qualche barbier contadini? 
Chiamate pur un altro, 
io me ne vado. 

BARTOLO 
Che serve? 
a modo suo. 
Vedi che fantasia! 
Va in camera 
a pigliar la biancheria. 




No, vado io stesso. 



FIGARO 
Ah, se mi dava in mano 
il mazzo delle chiavi, 
ero a cavallo. 

CONTE 
Dite: 
non è fra quelle 
la chiave che apre quella gelosia?

ROSINA 
Sì, certo; è la più nuova.    



BARTOLO 

Ah, 
son pur buono 
a lasciar qua 
quel diavolo di barbiere! 


Animo, va tu stesso! 



Passato il corridor, 
sopra l'armadio, 
il tutto troverai. 
Bada, non toccar nulla. 

FIGARO 

Eh, non son matto. 
Allegri! Vado e torno. 
Il colpo è fatto. 


BARTOLO 

È quel briccon, 
che al Conte ha portato 
il biglietto di Rosina. 

CONTE 
Mi sembra 
un imbroglion di prima sfera. 




BARTOLO 
Eh, a me non me la ficca... 
Ah, disgraziato me! 

ROSINA 
Ah, che rumore! 

BARTOLO 
Oh, che briccon! 
Me lo diceva il core. 


CONTE 

Quel Figaro è un grand'uomo.  
Or che siam soli, 
ditemi, o cara:  
il vostro al mio destino 
d'unir siete contenta? 
Franchezza! 

ROSINA 
Ah, mio Lindoro, 
altro io non bramo. 



CONTE 
Ebben? 

BARTOLO 
Tutto mi ha rotto; sei piatti,  
otto bicchieri, una terrina. 

FIGARO 


Vedete che gran cosa! 
Ad una chiave se io non 
mi attaccava per fortuna.... 
Per quel maledettissimo 
corridor così oscuro, 
spezzato mi sarei 
la testa al muro. 
Tiene ogni stanza  
al buio, e poi, e poi... 

BARTOLO 
Oh, non più. 

FIGARO 
Dunque andiam. 

ROSINA e CONTE 
Giudizio. 

BARTOLO 
A noi. 




ROSINA 
Don Basilio! 

CONTE 
Cosa veggo! 

FIGARO 
Quale intoppo! 

BARTOLO 

Come qua? 

BASILIO 
Servitor, servitor 
di tutti quanti. 

BARTOLO 
Che vuol dir tal novità? 

ROSINA 
Ah, di noi che mai sarà? 

CONTE 

Qui franchezza ci vorrà. 

FIGARO 

Qui franchezza ci vorrà? 

BARTOLO 
Don Basilio, come state? 

BASILIO 

Come sto? 

FIGARO 
Or che s'aspetta? 
Questa barba benedetta 



la facciamo sì o no? 

BARTOLO 

Ora vengo, ora vengo.    



Eh, il Curiale? 

BASILIO 
Il Curiale? 

CONTE 

Io gli ho narrato 
che già tutto è combinato. 



Non è ver? 

BARTOLO 
Sì, sì, tutto io so, tutto, io. 

BASILIO 
Ma, Don Bartolo, spiegatevi... 

CONTE 
Ehi, Dottore, una parola. 
Don Basilio, 
son da voi. 
Ascoltate un poco qua. 



Fate un po' ch'ei vada via, 
ch'ei ci scopra ho gran timore. 

ROSINA 
Io mi sento 
il cor tremar! 

FIGARO 
Non vi state a disturbar. 

CONTE 

Della lettera, signore, 
ei l'affare ancor non sa. 

BASILIO 

Ah, qui certo v'è un pasticcio, 
non l'arrivo a indovinar.   

CONTE 
Ch'ei ci scopra ho gran timore: 
ei l'affare ancor non sa. 

BARTOLO 
Dite bene, mio signore, 
or lo mando 
via di qua. 

CONTE 
Colla febbre, Don Basilio, 
che v'insegna colla febbre 
a passeggiare? 

BASILIO 
Colla febbre? 

CONTE 
E che vi pare? 
Siete giallo come un morto. 

BASILIO 
Sono giallo come un morto? 

FIGARO 
Bagattella! Cospetton!  
Che tremarella! 
Bagatella! Bagatella! 
Tremarella! 
Tremarella! 
Questa è febbre scarlattina! 

BASILIO 
Scarlattina! 

CONTE 


Via, prendete medicina, 
non vi state a rovinar. 

FIGARO 
Presto, presto, andate a letto! 

CONTE 
Voi paura inver mi fate. 

ROSINA 
Dice bene, andate, a letto.  

BARTOLO 
Presto, andate a riposar! 

ROSINA, CONTE, 
FIGARO e BARTOLO 
Presto, andate a riposar! 

BASILIO 
Una borsa! 
Andate a letto! 
Ma che tutti 
sian d'accordo! 

FIGARO, ROSINA, 
CONTE e BARTOLO 
Presto a letto. 

BASILIO 
Eh, non son sordo, 
non mi faccio più pregar. 

FIGARO 
Che color! 

CONTE 
Che brutta cera! 

BASILIO 
Brutta cera? 

CONTE, FIGARO e ROSINA 
Oh, brutta assai! 

BASILIO 
Dunque vado... 

ROSINA, CONTE, 
FIGARO e BARTOLO 
Vada, vada! 

BASILIO 
Vado. 

CONTE 
Buona sera, mio signore. 

FIGARO 
Buona sera, buona sera.    

CONTE, FIGARO e ROSINA 
Buona sera, mio signore, 
presto andate via di qua. 

BASILIO 
Buona sera, ben di core, 
poi doman si parlerà. 

ROSINA e FIGARO 
Maledetto seccatore! 
Buona sera, mio signore, 
pace, sonno e sanità. 
Presto andate via di qua! 

CONTE e BARTOLO 
Buona sera, mio signore, 
pace, sonno e sanità. 
Presto andate via di qua! 

BASILIO 
Non gridate, non gridate, 
buona sera, mio signore, 
poi doman si parlerà. 
Non gridate, per pietà! 



FIGARO 
Orsù, signor Don Bartolo. 

BARTOLO 
Son qua, son qua. 





ROSINA 
Stringi! Bravissimo! 

CONTE 
Rosina, Rosina, deh, 
ascoltatemi. 

ROSINA 
V'ascolto, v'ascolto;  
eccomi qua. 



CONTE 

A mezza notte in punto 
a prendervi qui siamo: 
or che la chiave abbiamo             
non v'è da dubitar. 

FIGARO 


Ahi! ahi! 

BARTOLO 
Che cos'è stato? 

FIGARO 
Un non so che nell'occhio! 
Guardate! Non toccate... 
Soffiate, soffiate,  
per pietà. 

ROSINA 

A mezza notte in punto, 
anima mia, t'aspetto. 
Io già l'istante affretto 
che a te mi stringerà. 

CONTE 
Ora avvertir vi voglio, 
cara, che il vostro foglio, 
perchè non fosse inutile 
il mio travestimento... 

BARTOLO 

Il suo travestimento? 
Ah, ah! Bravo, bravissimi! 
Don Alonso, bravo, bravi! 
Bricconi! Birbanti! 
Birbanti! Bricconi! 
Ah, voi tutti quanti, 
ah, voi tutti quanti 
avete giurato 
di farmi crepar. 
Su, fuori, furfanti, 
su, fuori, furfanti, 
vi voglio accoppar!      

ROSINA, CONTE e FIGARO 
La testa vi gira, 
ma zitto, Dottore, 
vi fate burlar. 
Tacete, tacete, 
non serve gridar. 
L'amico delira! 
Intesi già siamo, 
non vo' replicar! 
La testa vi gira, 
ma zitto, Dottore, 
vi fate burlar. 
Tacete, tacete, 
non serve gridar. 
L'amico delira! 
Intesi già siamo, 
non vo' replicar! 

BARTOLO 
Di rabbia, di sdegno, 
mi sento crepar! 
Di rabbia, di sdegno, 
mi sento crepar! 




Ah! disgraziato me! Ma come?  
Ed io no mi 
accorsi di nulla! 
Ah! 
Don Basilio sa certo qualche cosa. 
Ehi! Chi è di là? 
Chi è di là? 





Senti, Ambrogio: 
corri da Don Basilio 
qui rimpetto; 
digli ch'io qua l'aspetto, 
che venga immantinente, 
che ho gran cose 
da dirgli, 
e ch'io non vado perchè...  
perchè... 
perchè ho di gran ragioni. 
Va' subito. 




Di guardia tu piantati 
alla porta,  
e poi...no, no... 



(Non me ne fido.)



Io stesso ci starò. 



BERTA 
Che vecchio sospettoso!  
Vada pure, 
e ci stia finchè crepa! 
Sempre gridi 
e tumulti in questa casa: 
si litiga, si piange, si minaccia. 
Sì, non v'è un'ora di pace 
con questo vecchio 
avaro e brontolone. Oh, che casa! 
Oh, che casa in confusione! 
Il vecchiotto cerca moglie, 
vuol marito la ragazza; 
quello freme, questa è pazza, 
tutti i due son da legar! 
Ma che cosa è questo amore, 
che fa tutti delirar? 
Egli è un male universale, 
una smania, un pizzicore, 
un solletico, un tormento. 
Poverina, anch'io lo sento, 
nè so come finirà. 
Oh! vechiaia maledetta! 
Son da tutti disprezzata, 
e vecchietta disperata, 
mi convien così crepar, 
sì, sì, mi convien così crepar. 




BARTOLO 
Dunque voi Don Alonso 
non conoscete affatto? 

BASILIO 
Affatto. 

BARTOLO 
Ah, certo! 
Il Conte lo mandò. 
Qualche gran tradimento 
si prepara. 

BASILIO 
Io poi dico che quell'amico 
era il Conte in persona.    

BARTOLO 
Il Conte? 

BASILIO 

Il Conte. 
(La borsa parla chiaro.)

BARTOLO 
Sia chi si vuole... 
amico, dal notaro 
vo' in questo punto andare;  
in questa sera stipular  
di mie nozze io vo' il contratto. 

BASILIO 
Il notar? siete matto? 
Piove a torrenti,  
e poi questa sera 
il notaro è impegnato 
con Figaro; 
il barbiere marita sua nipote. 

BARTOLO 
Una nipote? Che nipote?  
Il barbiere non ha nipoti...  
Ah, qui v'è qualche imbroglio. 
Questa notte i bricconi 
me la voglion far; 
presto, il notaro 
qua venga sull'istante.... ecco  
la chiave del portone; 
andate, presto, per carità. 



BASILIO 
Non temete; 
in due salti io tornerò. 



BARTOLO 
Per forza o per amore Rosina  
avrà da cedere. Cospetto!... 
Mi viene un'altra idea.  
Questo biglietto che scrisse ad 
la ragazza Almaviva 
potria servir... 
Che colpo da maestro! 
Don Alonso, il briccone, 
senza volerlo mi diè 
l'armi in mano. 
Ehi! Rosina, Rosina, 
avanti, avanti! 



Del vostro amante 
io vi vo' dar novella. 
Povera sciagurata! 
In verità collocaste 
assai bene il 
vostro affetto! 
Del vostro amor sappiate ch'ei 
si fa giuoco in sen 
d'un'altra amante; 
ecco la prova. 



ROSINA 
Oh cielo! Il mio biglietto! 

BARTOLO 
Don Alonso e il barbiere 
congiuran contro voi; 
non vi fidate. 
Nelle braccia del 
Conte d'Almaviva 
vi vogliono condurre... 

ROSINA 

(In braccio a un altro! 
Che mai sento! 
Ah, Lindoro! 
ah, traditore! Ah, sì!  
Vendetta! E vegga, 
vegga quell'empio 
chi è Rosina.)



Dite... signore, di sposarmi 
voi bramavate... 

BARTOLO 
E il voglio. 

ROSINA 
Ebben, si faccia! 
Io son contenta!... 
Ma all'istante. Udite: 
a mezza notte 
qui sarà l'indegno 
con Figaro il barbier;  
con lui fuggire per sposarlo 
io voleva... 

BARTOLO 
Ah, scellerati! 
Corro a sbarrar la porta... 

ROSINA 
Ah! Mio signore! 
Entran per la finestra. 
Hanno la chiave. 

BARTOLO 
Non mi muovo di qui. 
Ma... e se fossero armati?  
Figlia mia, poichè tu sei 
sì bene illuminata, 
facciam così.  
Chiuditi a chiave 
in camera, 
io vo' a chiamar la forza; 
dirò che son due ladri,  
e come tali, corpo di Bacco!  
l'avremo da vedere! 
Figlia, chiuditi presto; io vado via.



ROSINA 
Quanto, 
quanto è crudel la sorte mia!    










FIGARO 
Alfine, eccoci qua. 

CONTE 
Figaro, dammi man! 
Poter del mondo! 
Che tempo indiavolato! 

FIGARO 
Tempo da innamorati. 

CONTE 
Ehi... fammi lume. 
Dove sarà Rosina? 

FIGARO 
Ora vedremo... Eccola appunto. 

CONTE 
Ah, mio tesoro! 

ROSINA 
Indietro, anima scellerata!  
Io qui di mia 
stolta credulità  
venni soltanto 
a riparar lo scorno;  
a dimostrarti qual sono  
e quale amante perdesti;  
anima indegna e sconoscente! 

CONTE 
Io son di sasso! 

FIGARO 
lo non capisco niente. 

CONTE 
Ma per pietà...        

ROSINA 
Taci. 
Fingesti amore per vendermi 
alle voglie di quel tuo vil 
Conte Almaviva... 

CONTE 
Al Conte! Ah, sei delusa!  
Oh me felice!  
Adunque tu di verace amore 
ami Lindoro?  
Rispondi! 

ROSINA 
Ah, sì! 
T'amai pur troppo! 

CONTE 
Ah! Non è tempo 
di più celarsi, anima mia... 




Ravvisa colui 
che sì gran tempo 
seguì tue tracce, 
che per te sospira, 
che sua ti vuole; 
mira, o mio tesoro, 
Almaviva son io, 
non son Lindoro! 

ROSINA 
Ah! qual colpo inaspettato! 
Egli stesso? Oh ciel! Che sento! 
Di sorpresa e di contento 
son vicina a delirar! 

FIGARO 
Son rimasti senza fiato: 
ora muoion di contento. 
Guarda il mio talento 
che bel colpo seppe far! 

CONTE 
Quel trionfo inaspettato! 
Me felice! Oh bel momento! 
Ah! d'amore e di contento 
son vicino a delirar! 

FIGARO 
Son rimasti senza fiato: 
ora muoion di contento. 
Guarda il mio talento 
che bel colpo seppe far! 

ROSINA 
Mio signor!... ma voi... ma io... 

CONTE 
Ah, non più, non più, ben mio. 
Il bel nome di mia sposa, 
idol mio, t'attende già. 

ROSINA 
Il bel nome di tua sposa 
oh, qual gioia al cor mi dà! 

CONTE 
Sei contenta? 

ROSINA 
Ah! mio signore! 
Dolce nodo... 

FIGARO 

(Nodo.) 

ROSINA 
...avventurato, che fai paghi... 

FIGARO 
Andiamo! 

ROSINA 
... i miei desiri! 

CONTE 
Dolce nodo... 

FIGARO 
(Nodo.)            

CONTE 
... avventurato... 

FIGARO 
Presto, andiamo! 

CONTE 
... che fai paghi... 

FIGARO 
(Paghi.) 

CONTE 
... i miei desir! 

FIGARO 
Vi sbrigate. 

ROSINA e CONTE 
Alla fin de' miei martiri 
tu sentisti, amor, pietà! 

FIGARO 
Presto 
andiamo, vi sbrigate, 
via, lasciate quei sospiri. 
Presto, andiam, per carità! 
Se si tarda, i miei raggiri 
fanno fiasco in verità. 






Ah! cospetto! Che ho veduto! 
Alla porta una lanterna! 
Due persone!  
Che si fa? 

CONTE 
Hai veduto? 

FIGARO 
Sì, signor. 

CONTE 
Due persone?               

FIGARO 
Sì, signor. 

CONTE 
Una lanterna? 

FIGARO 
Alla porta, sì signor. 

ROSINA, CONTE e FIGARO 
Che si fa? 
Che si fa? 
Zitti zitti, piano piano, 
non facciamo confusione; 
per la scala del balcone 
presto andiamo via di quà. 



FIGARO 
Ah, disgraziati noi! 
Come si fa? 

CONTE 
Che avvenne mai? 

FIGARO 
La scala. 

CONTE 
Ebben? 

FIGARO 
La scala non v'è più. 

CONTE 
Che dici? 

FIGARO 
Chi mai l'avrà levata? 

CONTE 
Quale inciampo crudel! 

ROSINA 
Me sventurata!             

FIGARO 
Zi... zitti sento gente.  
Ora ci siamo. 
Signor mio, che si fa? 

CONTE 
Mia Rosina, coraggio! 

FIGARO 
Eccoli qua. 





BASILIO 

Don Bartolo! Don Bartolo! 

FIGARO 

Don Basilio. 

CONTE 

E quell'altro? 

FIGARO 
Vè, vè, il nostro notaro.  
Allegramente lasciate fare a me.  



Signor Notaro: 
dovevate in mia casa 
stipular questa sera il contratto  
di nozze fra il conte 
d'Almaviva e mia nipote. 
Gli sposi, eccoli qua.  
Avete indosso la scrittura? 



Benissimo. 

BASILIO 
Ma piano. 
Don Bartolo dov'è?         

CONTE 

Ehi, Don Basilio... 
Quest'anello è per voi 

BASILIO 
Ma io... 

CONTE 
Per voi vi son ancor due palle  
nel cervello se v'opponete... 



BASILIO 
Oibò, prendo l'anello. 
Chi firma? 

CONTE e ROSINA 
Eccoci qua. 



CONTE 
Son testimoni 
Figaro e Don Basilio. 




Essa è mia sposa. 

FIGARO 
Evviva! 

CONTE 
Oh, mio contento! 

ROSINA 
Oh, sospirata mia felicità. 

FIGARO 
Evviva! 




BARTOLO 
Fermi tutti. Eccoli quà. 

FIGARO 
Colle buone, signor. 

BARTOLO 

Signor, son ladri, arrestate! 

UFFICIALE 

Mio signore, il suo nome? 

CONTE 
Il mio nome è 
quel d'un uom d'onore. 
Lo sposo io sono di questa... 

BARTOLO 
Eh, andate al diavolo!  
Rosina esser deve mia sposa...  



Non è vero? 

ROSINA 
Io sua sposa?  
Oh, nemmeno per pensiero. 

BARTOLO 

Come? Come, fraschetta? 
Arrestate, vi dico è un ladro. 

FIGARO 
Or, or l'accoppo. 

BARTOLO 
È un furfante, 
è un briccon. 

UFFICIALE 
Signore... 

CONTE 
Indietro!               

UFFICIALE 
Il nome? 

CONTE 
Indietro, dico, indietro. 

UFFICIALE 
Ehi, mio signor! Basso quel tono. 
Chi è lei? 

CONTE 
Il Conte d'Almaviva io sono. 



BARTOLO 
Il Conte! 
Ah, che mai sento! Ma cospetto! 

CONTE 
T'accheta, invan t'adopri, 
resisti invan. 
De' tuoi rigori insani. 
giunse l'ultimo istante 
In faccia al mondo io dichiaro  
altamente costei mia sposa. 
Il nostro nodo,. 
o cara, opra è d'amore 
Amor, che ti fè mia consorte 
a te mi stringerà fino alla morte. 
Respira omai:  
del fido sposo in braccio, 
vieni, vieni a godere 
sorte più lieta. 

BARTOLO 
Ma io... 

CONTE 
Taci. 

BASILIO 
Ma voi...                

CONTE 

Olà, t'accheta. 
Cessa di più resistere, 
di più resistere, 
non cimentar 
mio sdegno. 
Spezzato è il gioco indegno 
di tanta crudeltà. 
Della beltà dolente, 
d'un innocente amore 
l'avaro tuo furore più 
non trionferà! 



E tu, infelice vittima 
d'un reo poter tiranno, 
sottratta al giogo barbaro, 
cangia in piacer 
l'affanno 
e in sen d'un fido sposo 
gioisci in libertà,  
in sen d'un fido sposo 
gioisci in libertà! 



Cari amici... 

CORO 
Non temete, non temete! 

CONTE 
Questo nodo... 

CORO 
Non si scioglie, non si scioglie, 
sempre a lei vi stringerà! 

CONTE 
Ah, il più lieto, il più felice 
è il mio cor 
de' cori amanti! 
Non fuggite, o lieti istanti 
della mia felicità!

CORO 
Annodar due cori amanti 
è piacer che egual non ha. 

BARTOLO 
Insomma, io ho tutti i torti!       

FIGARO 
Eh, purtroppo è così! 

BARTOLO 

Ma tu, briccone, 
tu pur tradirmi  
e far da testimonio! 

BASILIO 
Ah, Don Bartolo mio, 
quel signor Conte 
certe ragioni ha in tasca, 
certi argomenti  
a cui non si risponde. 

BARTOLO 
Ed io, bestia solenne, 
per meglio assicurare il matrimonio,
portai via la scala del balcone. 

FIGARO 
Ecco che fa 
un Inutil Precauzione. 

BARTOLO 
Ma... e la dote? Io non posso 

CONTE 
Eh, via; di dote io bisogno non ho: 
va, te la dono. 

FIGARO 
Ah! Ridete adesso? Bravissimo,  
Don Bartolo, ho veduto alla fin 
rasserenarsi quel vostro ceffo 
amaro e furibondo. 
Eh! i bricconi han fortuna  
in questo mondo. 

ROSINA 
Dunque, signor Don Bartolo?     

BARTOLO 
Sì, sì, ho capito tutto. 

CONTE 
Ebben, dottore? 

BARTOLO 
Sì, sì, che serve? 
quel ch'è fatto è fatto. 
Andate pur, 
che il ciel vi benedica! 

FIGARO 
Bravo, bravo, un abbraccio, 
venite qua, dottore. 

ROSINA 
Ah, noi felici! 

CONTE 
O fortunato amore! 

FIGARO 
Di sì felice innesto 
serbiam memoria eterna; 
io smorzo la lanterna; 
qui più non ho che far. 

BERTA, BARTOLO, 
BASILIO e CORO 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar, 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar. 

ROSINA 
Costò sospiri e pianti 
un sì felice istante: 
alfin quest'alma amante 
comincia a respirar. 

BERTA, BARTOLO, 
BASILIO e CORO 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar, 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar.     

CONTE 
Dell'umile Lindoro 
la fiamma a te fu accetta; 
più bel destin t'aspetta;           
su, vieni a giubilar! 

TUTTI 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar, 
Amore e fede eterna 
si vegga in voi regnar.

FINE DELL'OPERA
ACTO II
Salón de música de la casa de
Bartolo.
En un lado de la habitación,
un clave. En el otro, un par de
butacas, en una de las cuales está
sentado Bartolo.

BARTOLO
¡Pero menudo destino el mío!        
A ese soldado,
por más que he investigado,
no lo conoce nadie
en todo el regimiento.
Sospecho, eh, ¡diablos!
¿Qué digo, sospecho?
Apuesto a que el Conde
de Almaviva ha sido quien
ha enviado aquí a ese señor
para explorar 
el corazón de Rosina.
¡Ni siquiera en la propia casa
se puede estar seguro! Pero yo...

(Se oye llamar a la puerta.)

¿Quién llama?

(Vuelven a llamar.)

Eh, ¿quién hay ahí?
Llaman ¿no lo oís?
Estoy en casa;
no hay nadie que temer, abrid.

(Entra el Conde disfrazado de
seminarista haciéndose pasar por
maestro de música.)

CONDE
Gozad de paz y alegría.

BARTOLO
Muchas gracias, no se moleste.

CONDE
Paz y alegría por mil años.  

BARTOLO
(mirando al supuesto 
seminarista con sospecha)
Muchas gracias, en verdad.
Esta cara no me es desconocida...
no la identifico, no recuerdo...
Pero esta cara... no lo entiendo...
¿Quién será?

CONDE
Ah, si el primer golpe ha fallado...
para enredar a este palurdo...
un nuevo disfraz...
más propicio me será.

(a Bartolo)

Alegría y paz, paz y alegría...

BARTOLO
Comprendo. 
(¡Oh, cielos! ¡Qué lata!)

CONDE
Gloria y paz, de todo corazón.

BARTOLO
Basta, basta, basta,
¡por piedad!

CONDE
Alegría...

BARTOLO
Alegría...

CONDE
Paz...

BARTOLO
Paz...
Comprendo. 
(¡Oh cielos! ¡Qué lata!)

CONDE
¡De todo corazón,
paz y alegría, alegría y paz!

BARTOLO
¡Paz y alegría...
basta, basta, basta, por piedad!

CONDE
El vejete no me reconoce...
¡Oh qué suerte la mía!
¡Ah, bien mío!
¡Dentro de pocos instantes
podremos hablar con libertad!

BARTOLO
¡Pero qué destino más cruel el mío!
¡Pero qué día tan atroz!
¡A todos les da hoy
por venir a molestarme!
Qué cruel fatalidad.
En resumen, señor mío,
¿quién es usted,
si se puede saber?

CONDE
Don Alonso, maestro de música
y discípulo de Don Basilio.

BARTOLO
¿Y bien?

CONDE
Don Basilio se encuentra mal,
pobrecillo, y en su lugar...

BARTOLO
¿Se encuentra mal? Corro a verle.

CONDE
Poco a poco.
No es un mal tan grave.

BARTOLO
De éste no me fío.

CONDE
Vamos, vamos.

(confidencialmente)

Pero señor...             

BARTOLO
¿Qué hay?

CONDE
Quería deciros...

BARTOLO
Hablad más alto.

CONDE
Pero...

BARTOLO
Más alto, os digo.

CONDE 
(molesto)
Pues bien, como queráis,
pero pronto sabréis
quién es Don Alonso.
Os quiero hablar
el Conde de Almaviva...

BARTOLO
Hablad bajo, hablad bajo.
Decid, decid, os escucho.

CONDE
(gritando aún más)
El Conde...

BARTOLO
¡Más bajo, por favor!

CONDE
(bajando la voz)
Esta mañana
en el mismo hostal 
se alojaba que yo
y fue a parar a mis manos
por casualidad
una carta dirigida a él
por vuestra pupila.

(Le muestra la carta.)

BARTOLO
¿Qué veo? ¡Es su letra!    

CONDE
Don Basilio no sabe nada
de este papel; y yo,
como tenía que venir a dar
la lección a la muchacha,
quería hacer méritos
para con vos, porque...
con esta carta... se podría.

BARTOLO
¿Qué?

CONDE
Os diré.
Si yo pudiera hablar
con la muchacha,
yo le haría creer... por ejemplo...
que me la ha dado
otra amante del Conde,
prueba significativa 
de que el Conde
está jugando con Rosina.

BARTOLO
Poco a poco.
¡Una calumnia! ¡Bravo!
Sois un digno y auténtico
discípulo de Don Basilio.
Yo sabré recompensar 
como merece
tan hermosa sugerencia.
Voy a llamar a la muchacha;
puesto que tanto os preocupáis
por mí, confío en vos.

(Sale Bartolo.)         

CONDE
(para sí)
No dudéis.
El asunto de la carta
se me ha escapado sin querer.
Pero ¿cómo hacerlo, si no?
Sin un recurso semejante
hubiese tenido que marcharme
como un tonto.
Mis planes expondré ahora a ella,
y si ella consiente en ellos,
yo seré plenamente feliz. 
Ahí llega.
¡Ah, siento que el corazón
baila en mi pecho!

(Regresa Bartolo con Rosina.)

BARTOLO
Venid, señorita.
Don Alonso, a quien veis
aquí, os dará la lección.

ROSINA
(reconociendo al Conde)
¡Ah!

BARTOLO
¿Qué os ocurre?

ROSINA
Un calambre en el pie.

CONDE
¡Oh, no es nada!
Sentaos a mi lado, hermosa niña.
Si no os desagrada,
un poco de lección
os daré, en lugar de Don Basilio.

ROSINA
Oh, con mucho gusto
.
CONDE
¿Qué queréis cantar?

ROSINA
Yo cantaré, si usted quiere,   
el rondó de la "Inutil precauzione".

BARTOLO
Eh, siempre en la boca
la "Inutil precauzione".

ROSINA
Ya os lo he dicho:
es el título de la nueva ópera.

BARTOLO
Bien, entendido; adelante.

ROSINA
Hela aquí.

CONDE
Adelante. Comencemos.

(El Conde se sienta al clave;
Rosina se pone a su lado y
comienza a cantar.)

ROSINA
"Contra un corazón
que enciende amor
de veraz ardor invicto,
se arma en vano el poder tirano,
de rigor, de crueldad.
De todo asalto vencedor,
el amor siempre triunfará."
¡Ah, Lindoro, tesoro mío,
si supieses, si vieses!
Este perro de tutor,
¡qué rabia me produce!
Querido, a ti me encomiendo,
sálvame por piedad, sí, sí, sí.

CONDE
No temas, tranquilízate,
no temas, tranquilízate,
la buena suerte 
estará con nosotros.

ROSINA
¿Puedo tener esperanza?

CONDE
Confía en mí.         

ROSINA
¿Y mi corazón?

CONDE
¡Se alegrará, se alegrará!

ROSINA
Querida imagen alegre,
dulce idea de un feliz amor,
tú me enciendes el corazón
en el pecho,
¡tú me haces delirar!
Querido, a ti me encomiendo,
sálvame, por piedad,
¡tú me haces delirar!

CONDE
¡Qué bonita voz! ¡Bravo!

ROSINA
¡Oh, muchas gracias!

BARTOLO
¡Cierto, bonita voz!
Pero esta aria
me resulta aburrida;
la música en mis tiempos
era otra cosa:
¡Ah! cuando, por ejemplo,
cantaba Caffariello
aquella aria portentosa
la ra la la la... escuche, 
don Alonso, hela aquí.
"Cuando estás a mi lado,
amable Rosina..."

CONDE
Eh... el aria decía Giannina...

BARTOLO
El aria decía Giannina,
pero yo digo Rosina...
"Cuando estás a mi lado,
amable Rosina,
el corazón me brilla en el pecho
y baila un minuetto."    

(Bartolo baila. Entra Fígaro con
sus utensilios de trabajo
bajo el brazo y,
viendo bailar a Bartolo, se coloca
detrás de él gesticulando. Bartolo,
de repente, regresa a su actitud
formal y ve a Fígaro bailando.)

¡Bravo, señor barbero, bravo!

FÍGARO
Ah, no es nada,
perdone, son debilidades.

BARTOLO
Y bien,
¿qué vienes a hacer?

FÍGARO
¡Pues vaya!
Vengo a afeitaros,
hoy os toca.

BARTOLO
Hoy no quiero.

FÍGARO
¿Hoy no quiere?
Mañana no podré yo.

BARTOLO
¿Por qué?

FÍGARO
Porque tengo que afeitar
a todos los oficiales
del nuevo regimiento y
cortarles el pelo...
a la marquesa Andrónica
arreglarle el rubio peluquín
con sus moños...
al Condesito Bombè
el tupé en forma de torre;
purgar al abogado Bernardone,
que ayer enfermó de indigestión,
y además, y además,
¿qué más quiere?
Mañana no puedo.       

BARTOLO
Vamos, menos palabras.
Hoy no quiero afeitarme.

FÍGARO
¿No? ¡Diablos!...
¡Vaya cliente!
Vengo esta mañana,
en la casa hay un infierno,
vuelvo a venir después de comer:

(imitándole)

Hoy no quiero. ¿Pues qué?
¿Me habéis tomado
por un barbero de pueblo?
Pues llamad a otro,.
yo me marcho

BARTOLO
¿Qué le vamos a hacer?
Tiene que ser a su gusto.
¡Vaya, qué capricho!
Anda, ve a mi habitación
a buscar la ropa blanca.

(Va a darle las llaves pero
cambia de opinión.)

No, iré yo mismo.

(Sale Bartolo.)

FÍGARO
¡Ah, si me hubiese dado
el manojo de llaves
ya lo habríamos logrado!

CONDE
Decidme, 
¿no está entre esas llaves
la que abre esa celosía?

ROSINA
Sí, es cierto, es la más nueva.

(Regresa Bartolo.)        

BARTOLO
(para sí)
¡Ah, 
también tengo buenas ideas yo
dejando aquí
a ese diablo de barbero!
(a Fígaro)

¡Vamos, ve tú mismo!

(Le da las llaves.)

Pasado el corredor,
sobre el armario,
todo lo encontrarás allí.
Ojo, no toques nada.

FÍGARO
(a Rosina)
¡Eh, que no estoy loco!
¡Alegraos! Voy y vuelvo.
Ya hemos dado el golpe.
(Sale.)

BARTOLO
(al Conde)
Es ése el sinvergüenza
que llevó al Conde
la carta de Rosina.

CONDE
Ya me parecía a mí
un liante de primer orden.

(Se escucha dentro ruido de platos
rotos.)

BARTOLO
¡Eh! Sí, pero a mí no me la pega...
¡Ah, desgraciado de mí!

ROSINA
¡Oh, que ruido!

BARTOLO
¡Oh, qué sinvergüenza!
¡Me lo decía el corazón!
(Sale.)                

CONDE
(a Rosina)
Ese Fígaro es un gran tipo.
Ahora que estamos solos,
decidme, querida mía,
¿estaríais contenta de unir
vuestro destino al mío?
¡Con franqueza!

ROSINA
¡Ah!  Mi Lindoro,
no deseo otra cosa.

(Regresan Fígaro y Bartolo.)

CONDE
¿Y bien?

BARTOLO
Me lo ha roto todo: seis platos,
ocho vasos, una bandeja.

FÍGARO
(mostrándole disimuladamente
la llave al Conde)
¡Vaya, ya veis qué gran cosa!
Si no me llego a coger
de una llave...
En ese maldito corredor
tan oscuro
me hubiese roto la cabeza
contra la pared.
Tiene todas las habitaciones
a oscuras, y además, y además...

BARTOLO
¡Oh, basta!

FÍGARO
Pues vamos.

ROSINA y CONDE
Tened prudencia.

BARTOLO
Vamos a ello.

(Bartolo se sienta en el sillón.
Entra Don Basilio.)    

ROSINA
¡Don Basilio!

CONDE
¡Qué veo!

FÍGARO
¡Vaya tropiezo!

BARTOLO
(a Basilio)
¿Cómo por aquí?

BASILIO
Servidor, servidor
de todos los presentes.

BARTOLO
¿Qué significa esta novedad?

ROSINA
¿Qué será de nosotros?

CONDE
(a Fígaro)
Aquí hará falta franqueza.

FÍGARO
(al Conde)
¿Aquí hará falta franqueza?

BARTOLO
Don Basilio, ¿cómo os encontráis?

BASILIO
(sorprendido)
¿Que cómo me encuentro?

FÍGARO
¿Y ahora a qué esperamos?
Esta dichosa barba

(a Bartolo)

¿la afeitamos sí o no?

BARTOLO
(a Fígaro)
Un momento, un momento.   

(a Basilio)

¿Y el notario?

BASILIO
¿El notario?

CONDE
(a Basilio, interponiéndose)
Ya le he explicado
que todo está arreglado.

(a Bartolo)

¿No es verdad?

BARTOLO
Sí, sí, ya lo sé todo, ya lo sé.

BASILIO
Pero, don Bartolo, explicaos...

CONDE
Eh, doctor, una palabra.
Don Basilio,
enseguida estoy con usted.
Escuchadme un momento.

(a Bartolo)

Conseguid que se vaya,
porque temo que lo descubra todo.

ROSINA
Yo siento
que me tiembla el corazón.

FÍGARO
No, no os preocupéis.

CONDE
(a Bartolo)
De la carta, señor,
él todavía no sabe nada.

BARTOLO
(para sí)
Ah, aquí hay un embrollo
y no lo consigo adivinar.   

CONDE
Temo que lo descubra todo,
él todavía no sabe nada.

BARTOLO
Tiene razón, señor,
ahora mismo le digo
que se vaya de aquí.

CONDE
Con fiebre, don Basilio,
¿quién os ha enseñado 
a pasearos teniendo fiebre?

BASILIO
¿Con fiebre?

CONDE
¿Qué os parece?
Estáis pálido como un muerto.

BASILIO
¿Estoy pálido como un muerto?

FÍGARO
¡Pues ahí es nada! ¡Caramba!
¡Si está temblando!
¡Pues ahí es nada!
¡Pues ahí es nada!
¡Si está temblando!
¡Eso es fiebre escarlatina!

BASILIO
¡Escarlatina!

CONDE
(dándole una bolsa de dinero,
disimuladamente)
Andad, tomad esta medicina,
no vayáis a arruinar vuestra salud.

FÍGARO
¡Rápido, rápido, meteos en cama!

CONDE
En verdad que me dais miedo.

ROSINA
Bien dicho, meteos en cama. 

BARTOLO
¡Rápido, id a descansar!

ROSINA, CONDE,
FÍGARO y BARTOLO
¡Rápido, id a descansar!

BASILIO
¡Una bolsa! 
¡Que me meta en cama!
¡Lo raro es que todos
estén de acuerdo!

FÍGARO, ROSINA,
CONDE y BARTOLO
Rápido a la cama.

BASILIO
Eh, que no soy sordo,
ya no me haré rogar más.

FÍGARO
¡Qué color!

CONDE
¡Qué mal aspecto!

BASILIO
¿Mal aspecto?

CONDE, FÍGARO y ROSINA
¡Oh, pero que muy malo!

BASILIO
Entonces me voy...

ROSINA, CONDE,
FÍGARO y BARTOLO
¡Márchese, márchese!

BASILIO
Me voy.

CONDE
Buenas tardes, señor mío.

FÍGARO
Buenas tardes, buenas tardes.

CONDE, FÍGARO y ROSINA
Buenas tardes, señor mío,
rápido, idos de aquí.

BASILIO
Buenas tardes, de todo corazón,
ya hablaremos mañana.

ROSINA y FÍGARO
¡Maldito pelmazo!
Buenas tardes, señor mío,
que tengáis paz, sueño y salud.
¡Rápido, idos de aquí!

CONDE y BARTOLO
Buenas tardes, señor mío,
que tengáis paz, sueño y salud.
¡Rápido, idos de aquí!

BASILIO
No gritéis, no gritéis,
buenas tardes, señor mío,
ya hablaremos mañana-
¡No gritéis, por favor!

(Sale Basilio.)

FÍGARO
Vamos, señor don Bartolo.

BARTOLO
Ya estoy aquí, ya estoy aquí.

(Bartolo se sienta de nuevo.
Fígaro le coloca la toalla alrededor
del cuello y comienza a afeitarle.)

ROSINA
¡Aprieta! ¡Muy bien!

CONDE
Rosina, Rosina, por favor,
escuchadme.

ROSINA
Os escucho, os escucho;
aquí me tenéis.

(Finge continuar la lección.)   

CONDE
(en voz baja a Rosina)
A medianoche en punto
os vendremos a raptar;
ahora que ya tenemos la llave       
ya no cabe dudarlo.

FÍGARO
(tratando de distraer la atención
de don Bartolo.)
¡Ay, ay!

BARTOLO
¿Qué ocurre?

FÍGARO
¡Un no se qué en el ojo!
Mirad... No toquéis...
¡Soplad, soplad,
por favor!

ROSINA
(en voz baja al Conde)
A media noche en punto,
alma mía, te espero.
Yo ya espero impaciente
el instante que me unirá a ti.

CONDE
Ahora quiero advertiros,
querida mía, que vuestra carta,
para que no resultara inútil
mi disfraz...

BARTOLO
(acercándose)
¿Su disfraz?
¡Ah! ¡Ah! ¡Muy bien, bravísimo!
¡Don Alonso, bravo, bravo!
¡Sinvergüenza! ¡Granuja!
¡Granuja! ¡Sinvergüenza!
Ah, todos vosotros,
ah, todos vosotros
os habéis conjurado
para hacerme reventar.
Vamos, fuera, bribones,
vamos, fuera, bribones,
¡que os quiero matar!.   

ROSINA, CONDE y FÍGARO
La cabeza os da vueltas,
pero callad, doctor,
que haréis que se burlen de vos.
Callaos, callaos,
no sirve de nada gritar.
¡El amigo delira!
¡Estamos de acuerdo,
no quiero replicar!
La cabeza os da vueltas,
pero callad, doctor,
que haréis que se burlen de vos.
Callaos, callaos,
no sirve de nada gritar.
¡El amigo delira!
¡Estamos de acuerdo,
no queremos replicar!

BARTOLO
¡De rabia, de ira,
me siento morir!
¡De rabia, de ira,
me siento morir!

(Todos abandonan el lugar
excepto Bartolo.)

¡Ah, desgraciado!
¿Y yo que no me he dado cuenta
de nada?
¡Ah!
Don Basilio sabe algo.
¡Eh! ¿Hay alguien ahí?
¿Hay alguien ahí?

(Entran Ambrogio y Berta.)

(a Ambrogio)         

Escucha, Ambrogio:
corre a casa de Don Basilio,
aquí enfrente,
y dile que le espero,
que venga ahora mismo,
que tengo cosas muy importantes
que decirle
y que no voy yo mismo porque...
porque...
tengo razones de mucho peso.
Ve rápido.

(Se va Ambrogio.)

(a Berta)
Tú quédate de guardia 
ante la puerta
y después...no, no...

(para sí)

(No me fío)

(a Berta)

La guardaré yo mismo.

(Bartolo se va.)        

BERTA
¡Que viejo tan desconfiado!
¡Pues que vaya él
y se quede allí hasta que reviente!
Siempre hay gritos y
tumultos en esta casa:
se discute, se llora, se amenaza.
Sí, no hay ni una hora de paz
con este viejo
avaro y gruñón. ¡Oh qué casa!
¡Oh, que casa tan revuelta!
El viejecito busca esposa,
quiere esposo la muchacha;
él tiembla, ella está loca,
¡los dos son locos de atar!
Pero ¿qué será esto del amor
que hace a todos delirar?
Es un mal universal,
un frenesí, un escozor,
un estimulante, un tormento.
Pobre de mí, yo también lo siento,
y no sé cómo acabará.
¡Ay, vejez maldita!
Te ves despreciada por todos,
y yo, viejecita desesperada,
tendré que morir así,
sí, sí, tendré que morir así.

(Berta se va.
Entran Bartolo y Basilio.)

BARTOLO
Así, pues, ¿a don Alonso
no le conocéis de nada?

BASILIO
En absoluto.

BARTOLO
¡Ah, seguro 
que el Conde lo mandó!
Alguna gran traición 
se nos prepara.

BASILIO
Además yo creo que el amigo
era el Conde en persona. 

BARTOLO
¿El Conde?

BASILIO
(para sí)
El Conde.
(La bolsa habla claro.)

BARTOLO
Sea quien quiera...
amigo, al notario
quiero ir ahora mismo;
esta misma noche quiero estipular
el contrato de mi boda.

BASILIO
¿El notario? ¿Estáis loco?
Llueve a cántaros,
y además esta noche
el notario está comprometido
con Fígaro;
el barbero casa hoy a su sobrina.

BARTOLO
¿Una sobrina? ¿Qué sobrina?
El barbero no tiene sobrinas...
Ah, aquí hay algún lío.
Esta noche esos sinvergüenzas
me la quieren jugar;
rápido, que el notario
venga aquí al instante...
aquí tenéis la llave del portal,
id, rápido, por caridad.

(Le da la llave a Basilio.)

BASILIO
No temáis;
en dos saltos voy y vengo.

(Se va.)               

BARTOLO
Por la fuerza o por amor Rosina
tendrá que ceder. ¡Caramba!...
Se me ocurre una idea.
Esta carta que la muchacha
escribió a Almaviva
podría servir...
¡Qué golpe de maestro!
Don Alonso, el muy bribón,
sin querer me ha puesto
el arma en la mano.
¡Eh! Rosina, Rosina,
ven, acércate.

(Entra Rosina.)

Quiero darte noticias
de tu amante.
¡Pobre desgraciada!
¡La verdad es que habéis
colocado en buenas manos
vuestro afecto!
Sabed que vuestro amor
se burla en brazos
de otra amante;
aquí tenéis la prueba.

(Le da la carta.)

ROSINA
¡Oh cielos! ¡Mi carta!

BARTOLO
Don Alonso y el barbero
conjuran contra vos;
no os fiéis.
A los brazos del
Conde de Almaviva
os quieren conducir.

ROSINA
(para sí)
(¡A los brazos de otro!
¡Qué oigo!
¡Ah, Lindoro! 
¡Ah, traidor! ¡Ah, si!...
¡Venganza! Para que vea,
para que vea ese malvado
quién es Rosina.)    

(a Bartolo)

Decidme... señor,
¿casaros conmigo deseáis?

BARTOLO
Lo deseo.

ROSINA
¡Pues bien, así sea!
¡Estoy de acuerdo!...
Pero al instante. Escuchad:
el indigno vendrá aquí
a medianoche
con Fígaro, el barbero;
con él quería yo huir
para casarme...

BARTOLO
¡Ah, sinvergüenzas!
Corro a atrancar la puerta...

ROSINA
¡Ah! ¡Señor mío!
¡Entrarán por la ventana!
Tienen la llave.

BARTOLO
No me moveré de aquí.
Pero... ¿y si estuviesen armados?
Hija mía, puesto que ya estás
enterada de todo,
hagamos lo siguiente.
Tú te encierras con la llave
en tu cuarto;
yo voy a llamar a la guardia;
diré que son dos ladrones,
y tales, ¡por Baco!, les creerán.
Hija mía, enciérrate
inmediatamente; yo me voy.

(Él se va.)

ROSINA
¡Qué cruel,
qué cruel es mi suerte!

(Se va.)           

(A través de la ventana se ven
relámpagos y se oyen truenos.
Fígaro entra por la ventana,
seguido  del Conde. Ambos van
provistos de capas. Fígaro lleva
una linterna.)

FÍGARO
Por fin, ya estamos aquí.

CONDE
¡Fígaro, ayúdame!
¡Cielos!
¡Qué tiempo más endiablado!

FÍGARO
Tiempo de enamorados.

CONDE
Eh... alúmbrame.
¿Dónde estará Rosina?

FÍGARO
Ahora lo veremos... Aquí llega.

CONDE
¡Ah, tesoro mío!

ROSINA
¡Atrás, ser malvado!
Yo he venido aquí 
sólo para reparar
la burla que le habéis
hecho a mi estúpida credulidad,
y para demostraros quién soy,
y qué amante habéis perdido,
¡alma indigna e ingrata!

CONDE
¡Me he quedado de piedra!

FÍGARO
Yo no entiendo nada.

CONDE
Pero, por favor...    

ROSINA
Cállate.
Fingiste amor para venderme
al capricho de ese vil
Conde de Almaviva...

CONDE
¡Al Conde! ¡Ah, te engañas!
¡Oh, qué feliz me siento!
Así pues, ¿con verdadero amor
amas tú a Lindoro?
¡Contesta!

ROSINA
¡Ah, si! 
¡Te amé desgraciadamente!

CONDE
¡Ah! Ya no es momento de seguir
escondiéndome, alma mía...

(Se quita la capa y aparece vestido
de gala, de acuerdo con su rango.)

Observa al que
desde hace mucho tiempo
ha venido siguiendo tus pasos
y por ti suspira,
y que te quiere suya;
mírame, tesoro mío,
¡Almaviva soy yo mismo,
no soy Lindoro!

ROSINA
¡Oh que golpe inesperado!
¿Él mismo? ¡Oh, cielos! ¡Qué oigo!
¡De sorpresa y de contento
me siento próxima a delirar!

FÍGARO
Se han quedado sin aliento,
ahora mueren de alegría.
¡Mira, mira cómo mi talento
ese hermoso golpe ha sabido dar 

CONDE
¡Qué triunfo inesperado!
¡Soy feliz! ¡Oh, hermoso momento!
¡Ah, que de amor y alegría
me siento próximo a delirar!

FÍGARO
Se han quedado sin aliento,
ahora mueren de alegría.
¡Mira, mira cómo mi talento
ese hermoso golpe ha sabido dar!

ROSINA
¡Mi señor!... pero vos... pero yo...

CONDE
Ah, basta, basta, bien mío.
El hermoso nombre de esposa,
ídolo mío, te espera ya.

ROSINA
El hermoso nombre de tu esposa,
¡oh que alegría le da a mi corazón!

CONDE
¿Estás contenta?

ROSINA
¡Ah! ¡Señor mío!
Dulce vínculo...

FÍGARO
(imitándolos)
(Vínculo.)

ROSINA
... afortunado, que satisfaces...

FÍGARO
¡Vámonos!

ROSINA
... ¡mis deseos!

CONDE
Dulce vínculo...

FÍGARO
(Vínculo)      

CONDE
... afortunado...

FÍGARO
¡Rápido, vayámonos!

CONDE
... que satisfaces...

FÍGARO
(Satisfaces.)

CONDE
... ¡mis deseos!

FÍGARO
Apresuraos.

ROSINA y CONDE
¡Al fin, de mis martirios,
sentiste piedad, amor!

FÍGARO
Rápido,
vámonos, pronto, apresuraos,
venga, dejaos de suspiros.
¡Vámonos pronto, por caridad!
Si tardamos, mis tretas
acabarán en fracaso, en verdad.

(Fígaro, inquieto, se acerca al
balcón  y mira hacia abajo. Al
punto entra  corriendo e interrumpe
a los dos  enamorados.)

¡Ah, diablos! ¡Lo que he visto!
Una linterna en la puerta.
¡Dos personas!
¿Qué vamos a hacer?

CONDE
¿Las has visto?

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿Dos personas?      

FÍGARO
Sí, señor.

CONDE
¿Una linterna?

FÍGARO
En la puerta, sí, señor.

ROSINA, CONDE y FÍGARO
¿Qué vamos a hacer?
¿Qué vamos a hacer?
En silencio, despacito, despacito,
no armemos ruido,
por la escala del balcón,
vámonos pronto de aquí.

(Comienzan a salir por la ventana.)

FÍGARO
¡Ah, pobres de nosotros!
¿Qué haremos?

CONDE
¿Qué ha pasado?

FÍGARO
La escala.

CONDE
¿Y bien?

FÍGARO
La escala ya no está.

CONDE
¿Qué dices?

FÍGARO
¿Quién la habrá quitado?

CONDE
¡Qué tropiezo tan cruel!

ROSINA
¡Pobre de mí!      

FÍGARO
Si... silencio, oigo gente.
Ya estamos metidos en el lío.
Señor mío, ¿qué hacemos?

CONDE
¡Rosina mía, valor!

FÍGARO
Aquí los tenemos.

(Fígaro consigue esconderse en un
rincón. Entra Basilio con una
linterna, acompañado del notario.)

BASILIO
(llamándolo)
¡Don Bartolo! ¡Don Bartolo!

FÍGARO
(en voz baja al Conde)
Don Basilio.

CONDE
(en voz baja a Fígaro)
¿Y el otro?

FÍGARO
Vedlo, vedlo, es nuestro notario.
Alegraos, dejadme hacer a mí.

(Fígaro se dirige hacia el notario.)

Señor notario:
debíais, en mi casa,
estipular esta noche el contrato
de bodas entre el Conde
de Almaviva y mi sobrina.
He aquí los esposos.
¿Traéis la escritura?

(El notario se la muestra.)

¡Excelente!

BASILIO
Un momento. Don Bartolo,
¿dónde está?      

CONDE
(avanzando hacia él)
¡Eh! Don Basilio...
Este anillo es para vos.

BASILIO
Pero yo...

CONDE
Para vos hay también dos balas
en la cabeza si os oponéis...

(Saca una pistola.)

BASILIO
¡Ah, entonces cojo el anillo!
¿Quién firma?

CONDE y ROSINA
Aquí estamos.

(El Conde y Rosina firman.)

CONDE
Son testigos
Fígaro y don Basilio.

(Fígaro y Don Basilio
firman también.)

Ella es mi esposa.

FÍGARO
¡Viva!

CONDE
¡Oh, que alegría!

ROSINA
Oh, mi ansiada felicidad.

FÍGARO
¡Viva!

(Entran Bartolo y Berta con el
Sargento y varios guardias.) 

BARTOLO
¡Quietos todos! Ahí los tenéis.

FÍGARO
Con buenos modales, señor.

BARTOLO
(al Sargento)
¡Señor, son ladrones, arrestadlos!

SARGENTO
(al Conde)
Señor mío, ¿su nombre?

CONDE
Mi nombre es
el de un hombre de honor.
Soy el esposo de esta...

BARTOLO
¡Eh, que el diablo se os lleve!
Rosina tiene que ser mi esposa...

(a Rosina)

¿No es cierto?

ROSINA
¿Yo su esposa?
Oh, ni pensarlo siquiera.

BARTOLO
(al  Sargento)
¿Cómo? ¿Cómo, desvergonzada?
Arrestadlo, os digo, es un ladrón.

FÍGARO
Ahora lo dejo seco.

BARTOLO
Es un bergante,
es un sinvergüenza.

SARGENTO
Señor...

CONDE
¡Atrás!               

SARGENTO
¿Su nombre?

CONDE
Atrás, digo, atrás.

SARGENTO
¡Eh, señor mío! Baje usted el tono.
¿Quién es usted?

CONDE
El Conde de Almaviva.

(Se quita la capa.)

BARTOLO
¡El Conde!
¡Ah, qué oigo! ¡Pero caramba!

CONDE
Cálmate, en vano te esfuerzas,
te resistes en vano.
De tus malvados rigores
ha llegado el final.
Frente a todo el mundo declaro
en voz alta que ella es mi esposa.
Nuestro vínculo,
oh querida, es obra del amor.
Amor que te ha hecho mi consorte
y que me unirá a ti hasta la muerte.
Respira ahora:
en brazos de tu fiel esposo,
ven, ven a gozar
de una suerte más feliz.

BARTOLO
Pero yo...

CONDE
Cállate.

BARTOLO
Pero vos...       

CONDE
(a Bartolo)
Basta, cálmate.
Cesa ya de resistirte,
de resistirte ya,
no des motivos 
para mi indignación.
Se ha roto ya el yugo infame
de tanta crueldad.
De la belleza que sufría
de un inocente amor
tu avaro furor
no triunfará.

(a Rosina)

Y tú, víctima infeliz
de un malvado poder tirano,
escapando al yugo bárbaro
cambiarás por placer 
tu sufrimiento
y en el seno de un esposo fiel
disfrutarás en libertad,
en el seno de un esposo fiel
disfrutarás en libertad.

(a los demás)

Queridos amigos...

CORO
¡No temáis, no temáis!

CONDE
Este vínculo...

CORO
¡No se deshace, no se deshace,
siempre os unirá a ella!

CONDE
¡Ah, el más alegre, el más feliz
de los corazones
que aman es el mío!
Instantes alegres de mi felicidad
¡no huyáis!           

CORO
Unir dos corazones que se aman
es un placer que no tiene igual.

BARTOLO
¡En fin, que toda la culpa es mía!  

FÍGARO
¡Pues sí, la verdad es que es así!

BARTOLO
(a Basilio)
¡Pero tú, bribón,
mira que traicionarme
tú también y hacer de testigo!

BASILIO
¡Ah! Don Bartolo mío,
ese señor Conde
tiene ciertas razones en el bolsillo,
ciertos argumentos
a los que uno no puede oponerse.

BARTOLO
Y yo, bestia solemne,
para mejor asegurar el matrimonio,
retiré la escala del balcón.

FÍGARO
En esto consiste
la "Inutil precauzione"

BARTOLO
Pero... ¿y la dote? Yo no puedo.

CONDE
Vamos; no necesito dote alguna;
vamos, te la regalo.

FÍGARO
¡Ja! ¿Ahora os reís? Muy bien,
don Bartolo, al fin he visto
serenarse vuestro rostro
amargo y furibundo.
¡Eh, los bribones tienen suerte
en este mundo!

ROSINA
¿Así pues, señor don Bartolo?  

BARTOLO
Sí, sí, lo he entendido todo.

CONDE
¿Y bien, doctor?

BARTOLO
Sí, sí, ¿qué remedio?
A lo hecho pecho.
¡Marchaos, pues,
y que el cielo os bendiga

FÍGARO
Bravo, bravo, un abrazo,
venid acá, doctor.

ROSINA
¡Ah, qué felices somos!

CONDE
¡Oh, qué amor tan afortunado!

FÍGARO
De tan feliz unión
guardemos un recuerdo eterno;
yo apago mi linterna,
ya nada tengo que hacer aquí.

BERTA, BARTOLO,
BASILIO y CORO
Amor y fe eterna
reinen sobre vosotros,
amor y fe eterna
reinen sobre vosotros.

ROSINA
Costó suspiros y penas,
un instante tan feliz;
al fin mi alma enamorada
empieza a respirar.

BERTA, BARTOLO,
BASILIO y CORO
Amor y fe eterna
reinen sobre vosotros,
amor y fe eterna
reinen sobre vosotros.     

CONDE
Del humilde Lindoro
aceptaste la llama amorosa,          
un destino mejor te espera,
¡anda, ven a gozar!

TODOS
Amor y fe eterna
reinen sobre vosotros,
amor y fe eterna
reinen sobre vosotros. 

FIN DE LA ÓPERA
 

Agradecimiento

Agradecemos especialmente la gentileza de los sitios web: Intermezzo, de Rafael Torregrosa Sánchez; y Kareol, de Eduardo Almagro López, por permitirnos utilizar parte de sus contenidos.