Fiorella Spadone - Soprano
Argumentos y libretos de óperas
“La Bohème” de Giacomo Puccini
La Bohème (La bohemia) es una ópera en cuatro actos con música de Giacomo Puccini (Lucca, 1858 – Bruselas, 1924). El libreto se basa en la novela por entregas Scènes de la vie de bohème de Henry Murger, publicada en la revista literaria parisiense Le Corsaire a lo largo de cinco años (1845 - 1849). Los encargados de simplificar y aunar los diferentes episodios de la novela para así confeccionar el libreto fueron Luigi Illica y Giuseppe Giacosa.
El estreno de La Bohème tuvo lugar en el Teatro Regio de Turín el 1 de febrero de 1896. Mimí fue cantada por la soprano Cesira Ferrani, y el tenor Evan Gorga dio vida a Rodolfo. La orquesta tocó bajo la dirección del joven Arturo Toscanini.
Personajes
- Rodolfo — Poeta, amante de Mimí — tenor
- Mimí — Modista, amante de Rodolfo — soprano
- Marcello — Pintor, amante de Musetta — barítono
- Musetta — Cantante, amante de Marcelo — soprano
- Schaunard — Músico — barítono
- Colline — Filósofo — bajo
- Benoît — Casero — bajo
- Alcindoro — Consejero estatal, protector de Musetta — bajo
- Parpignol — Vendedor de juguetes — tenor
- Sargento — Sargento de aduanas — bajo
- Estudiantes, trabajadoras, ciudadanos, dependientes, vendedores callejeros, soldados, camareros, niños — coro
Libreto en italiano y español
La acción se desarrolla en el Barrio Latino de París en el año 1840
ATTO I
In Soffitta (Amplia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A sinistra, un camino. Una tavola, un letto, un armadietto, una piccola libreria, quattro sedie, un cavalletto da pittore con una tela sbozzata ed uno sgabello: libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a sinistra. Rodolfo guarda meditabondo fuori della finestra. Marcello lavora al suo quadro: «Il passaggio del Mar Rosso», con le mani intirizzite dal freddo e che egli riscalda alitandovi su di quando in quando, mutando, pel gran gelo, spesso posizione) MARCELLO (seduto, continuando a dipingere) Questo Mar Rosso mi ammollisce e assidera come se addosso mi piovesse in stille. Per vendicarmi, affogo un Faraon! (Torna al lavoro. A Rodolfo) Che fai? RODOLFO (volgendosi un poco) Nei cieli bigi guardo fumar dai mille comignoli Parigi (additando il camino senza fuoco) e penso a quel poltrone di un vecchio caminetto ingannatore che vive in ozio come un gran signore. MARCELLO Le sue rendite oneste da un pezzo non riceve. RODOLFO Quelle sciocche foreste che fan sotto la neve? MARCELLO Rodolfo, io voglio dirti un mio pensier profondo: (Soffiandosi le ditta) ho un freddo cane. RODOLFO (avvicinandosi a Marcello) Ed io, Marcel, non ti nascondo che non credo al sudore della fronte. MARCELLO Ho ghiacciate le dita; quasi ancora le tenessi immollate giù in quella gran ghiacciaia che è il cuore di Musetta... (Lascia sfuggire un lungo sospirone, e tralascia di dipingere, deponendo tavolozza e pennelli) RODOLFO L'amore è un caminetto che sciupa troppo... MARCELLO ... e in fretta! RODOLFO ... dove l'uomo è fascina... MARCELLO ... e la donna è l'altare... RODOLFO ... l'uno brucia in un soffio... MARCELLO ... e l'altro sta a guardare!. RODOLFO Ma intanto qui si gela! ... MARCELLO ... e si muore d'inedia!... RODOLFO Fuoco ci vuole... MARCELLO (afferrando una sedia e facendo atto di spezzarla) Aspetta... sacrifichiam la sedia! (Rodolfo impedisce con energia l'atto di Marcello con gioia ad un'idea che gli è balenata) RODOLFO Eureka! MARCELLO Trovasti? RODOLFO (Corre alla tavola e ne leva un voluminoso scartafaccio) Sì. Aguzza l'ingegno. L'idea vampi in fiamma. MARCELLO (additando il suo quadro) Bruciamo il Mar Rosso? RODOLFO No. Puzza la tela dipinta. Il mio dramma..., L'ardente mio dramma ci scaldi. MARCELLO (con comico spavento) Vuoi leggerlo forse? Mi geli. RODOLFO No, in cener la carta si sfaldi e l'estro rivoli ai suoi cieli. (con importanza) Al secol gran danno minaccia... E Roma in periglio... MARCELLO (con esagerazione) Gran cor! RODOLFO A te l'atto primo. MARCELLO Qua. RODOLFO Straccia. MARCELLO Accendi. (Rodolfo batte un acciarino accende, una candela e va al camino con Marcello: insieme dànno fuoco a queila parte dello scartafaccio buttato sul focolare, poi entrambi prendono delle sedie e seggono, riscaldandosi voluttuosamente) RODOLFO, MARCELLO Che lieto baglior! (Si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, gettando con ira sulla tavola un pacco di libri legato con un fazzoletto) COLLINE Già dell'Apocalisse appariscono i segni. In giorno di vigilia non si accettano pegni! (Si interrompe sorpreso, vedendo fuoco nel caminetto) Una fiammata! RODOLFO (a Colline) Zitto, si dà il mio dramma. MARCELLO ... al fuoco. COLLINE Lo trovo scintillante. RODOLFO Vivo. (Il fuoco diminuisce. ) COLLINE Ma dura poco. RODOLFO La brevità, gran pregio. COLLINE (levandogli la sedia) Autore, a me la sedia. MARCELLO Questi intermezzi fan morire d'inedia. Presto!. RODOLFO (Prende un'altra parte dello scartafaccio) Atto secondo. MARCELLO (a Colline) Non far sussurro. (Rodolfo straccia parte dello scartafaccio e lo getta sul camino: il fuoco si ravviva. Colline avvicina ancora più la sedia e si riscalda le mani: Rodolfo è in piedi, presso ai due, col rimanente dello scartafaccio) COLLINE Pensier profondo! MARCELLO Giusto color! RODOLFO In quell'azzurro guizzo languente Sfuma un'ardente scena d'amor.... COLLINE Scoppietta un foglio. MARCELLO Là c'eran baci! RODOLFO Tre atti or voglio d'un colpo udir. (Getta al fuoco il rimanente dello scartafaccio) COLLINE Tal degli audaci l'idea s'integra. TUTTI (Applaudono entusiasticamente) Bello in allegra vampa svanir. (La fiamma dopo un momento iminuisce) MARCELLO Oh! Dio... già s'abbassa la fiamma. COLLINE Che vano, che fragile dramma! MARCELLO Già scricchiola, increspasi, muore. COLLINE, MARCELLO (Il fuoco è spento) Abbasso, abbasso l'autore (Dalla porta di mezzo entrano due Garzoni, portando l'uno provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un fascio di legna. Al rumore, i tre innanzi al camino si volgono e con grida di meraviglia si slanciano sulle provviste portate dal garzone e le depongono sul tavolo. Colline prende la legna e la porta presso il caminetto: comincia a far sera.) RODOLFO Legna! MARCELLO Sigari ! COLLINE Bordò! RODOLFO Legna! MARCELLO Bordò! TUTTI Le dovizie d'una fiera il destin ci destinò. (I garzoni partono. Schaunard entra dalla porta di mezzo con aria di trionfo, gettando a terra alcuni scudi) SCHAUNARD La Banca di Francia per voi si sbilancia. COLLINE (raccattando gli scudi insieme a Rodolfo e Marcello) Raccatta, raccatta! MARCELLO (incredulo) Son pezzi di latta!... SCHAUNARD (mostrandogli uno scudo) Sei sordo?... Sei lippo? Quest'uomo chi è? RODOLFO (inchinandosi) Luigi Filippo! M'inchino al mio Re! TUTTI Sta Luigi Filippo ai nostri pie' (Depongono gli scudi sul tavolo. Schaunard vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli altri non lo ascoltano: vanno e vengono affaccendati disponendo ogni cosa sul tavolo.) SCHAUNARD Or vi dirò: quest'oro, o meglio argento, ha la sua brava istoria... RODOLFO (ponendo la legna nel camino) Riscaldiamo il camino! COLLINE Tanto freddo ha sofferto. SCHAUNARD Un inglese... un signor... lord o milord che sia, volea un musicista... MARCELLO (gettando via il pacco di libri di Colline dal tavolo) Via! Prepariamo la tavola! SCHAUNARD Io? volo! RODOLFO L'esca dov'è? COLLINE Là. (Accendono un gran fuoco sul camino) MARCELLO Prendi qua. SCHAUNARD E mi presento. M'accetta, gli domando... (mettendo a posto le vivande, mentre Rodolfo accende l'altra candela) COLLINE Arrosto freddo! MARCELLO Pasticcio dolce! SCHAUNARD A quando le lezioni?... (visto che nessuno presta attenzione) Mi presento, m'accetta, gli domando: A quando le lezioni? Risponde: (Imitando l'accento inglese) "Incominciam... Guardare!" E un pappagallo m'addita al primo piano, Poi soggiunge: "Voi suonare finché quello morire!" RODOLFO Fulgida folgori la sala splendida. MARCELLO (Mette le due candele sul tavolo ) Or le candele! SCHAUNARD E fu così: Suonai tre lunghi dì... Allora usai l'incanto di mia presenza bella... Affascinai l'ancella... Gli propinai prezzemolo!... MARCELLO Mangiar senza tovaglia? RODOLFO No: un'idea! (Levando di tasca un giornale e spiegandolo) MARCELLO, COLLINE Il Costituzional! RODOLFO Ottima carta... Si mangia e si divora un'appendice! (Dispongono il giornale come una tovaglia: Rodolfo e Marcello avvicinano le quattro sedie al tavolo, mentre Colline é sempre affacendato coi piati di vivande) SCHAUNARD Lorito allargò l'ali, Lorito il becco aprì, un poco di prezzemolo; da Socrate morì! (Vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline che gli passa vicino con un piatto.) COLLINE (A Schaunard) Chi?!... SCHAUNARD (urlando indispettito) Che il diavolo vi porti tutti quanti! (Poi, vedendoli in atto di mettersi a mangiare il pasticcio freddo:) Ed or che fate? (Con gesto solenne stende la mano sul pasticcio ed impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva le vivande dal tavolo e le mette nel piccolo armadio) No! Queste cibarie sono la salmeria pei dì futuri tenebrosi e oscuri. Pranzare in casa il dì della vigilia mentre il Quartier Latino le sue vie addobba di salsicce e leccornie? Quando un olezzo di frittelle imbalsama le vecchie strade? Là le ragazze cantano contente... TUTTI (Circondano ridendo Schaunard) La vigilia di Natal! SCHAUNARD Ed han per eco ognuna uno studente! Un po' di religione, o miei signori: si beva in casa, ma si pranzi fuori. (Rodolfo chiude la porta a chiave, poi tutti vanno intorno al tavolo e versano il vino) BENOÎT (di fuori, battendo due colpi alla porta) Si può? MARCELLO Chi è là? BENOÎT Benoît! MARCELLO Il padrone di casa! (Depongono i bicchieri) SCHAUNARD Uscio sul muso. COLLINE (Grida) Non c'è nessuno. SCHAUNARD È chiuso. BENOÎT Una parola. SCHAUNARD (Dopo essersi consultato cogli altri, va ad aprire) Sola! (Entra sorridente Benoît) BENOÎT (vede Marcello e mostrandogli una carta) Affitto! MARCELLO (ricevendolo con grande cordialità) Olà! Date una sedia. RODOLFO Presto. BENOÎT (schermendosi) Non occorre. Vorrei... SCHAUNARD (Insistendo con dolce violenza, lo fa sedere) Segga. MARCELLO (Gli versa del vino). Vuol bere? BENOÎT Grazie. RODOLFO, COLLINE Tocchiamo. SCHAUNARD Beva. (Tutti bevono. Benoît, Rodolfo, Marcello e Schaunard seduti, Colline in piedi. Benoît depone il bicchiere e si rivolge a Marcello mostrandogli la carta.) BENOÎT Questo è l'ultimo trimestre..... MARCELLO (con ingenuità) Ne ho piacere. BENOÎT E quindi... SCHAUNARD (interrompendolo) Ancora un sorso. (riemple i bicchieri.) BENOÎT Grazie. RODOLFO, COLLINE (Alzandosi) Tocchiamo (Toccando tutti il bicchiere di Benoît) TUTTI (Alzandosi) Alla sua salute! (Si siedono e bevono. Colline va a prendere lo sgabello presso il cavalletto e si siede anche lui.) BENOÎT (riprendendo con Marcello) A lei ne vengo perché il trimestre scorso mi promise... MARCELLO Promisi ed or mantengo. (mostrando a Benoît gli scudi che sono sul tavolo) RODOLFO (con stupore, piano a Marcello) Che fai?... SCHAUNARD Sei pazzo? MARCELLO (a Benoît, senza badare ai due) Ha visto? Or via, resti un momento in nostra compagnia. (Appoggiando i gomiti sulla tavola) Dica: quant'anni ha, caro signor Benoît? BENOÎT Gli anni?... Per carità! RODOLFO Su e giù la nostra età. BENOÎT (protestando) Di più, molto di più. (Mentre fanno chiacchierare Benoît, gli riempiono il bicchiere appena egli l'ha vuotato.) COLLINE Ha detto su e giù. MARCELLO (abbassando la voce e con tono di frberia) L'altra sera al Mabil... L'hanno colto in peccato d'amore. BENOÎT (inquieto) Io? MARCELLO Neghi. BENOÎT Un caso. MARCELLO (lusingandolo) Bella donna! BENOÎT (mezzo brillo, con subito moto) Ah! molto. SCHAUNARD (Gli batte una mano sulla spalla.) Briccone ! RODOLFO Briccone ! COLLINE (Fa lo stesso sull'altra spalla) Seduttore ! MARCELLO (magnificando) Una quercia!... un cannone! RODOLFO L'uomo ha buon gusto. BENOÎT (Ridendo) Eh! Eh! MARCELLO il crin ricciuto e fulvo. SCHAUNARD Briccone! MARCELLO Ei gongolava arzillo, pettoruto. BENOÎT Son vecchio, ma robusto. COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO (con gravità ironica) Ei gongolava arzuto e pettorrillo. MARCELLO E a lui cedea la femminil virtù. BENOÎT (in piena confidenza) Timido in gioventù, ora me ne ripago... Si sa, è uno svago qualche donnetta allegra... e... un po'... (accenna a forme accentuate) Non dico una balena, o un mappamondo, o un Viso tondo da luna piena, ma magra, proprio magra, no e poi no! Le donne magre sono grattacapi e spesso... sopracapi... e son piene di doglie, per esempio... mia moglie... (Marcello dà un pugno sulla tavola e si alza: gli altri lo imitano: Benoît li guarda sbalordito.) MARCELLO (con forza) Quest'uomo ha moglie e sconce voglie ha nel cor! GLI ALTRI Orror! RODOLFO E ammorba, e appesta la nostra onesta magion! (Benoît, allibito, si alza e tenta inutilmente di parlare) GLI ALTRI Fuor! MARCELLO Si abbruci dello zucchero. COLLINE Si discacci il reprobo. SCHAUNARD È la morale offesa che vi scaccia! BENOÎT (Allibito, tenta inutilmente di parlare) Io di... Io di... RODOLFO, COLLINE, MARCELO (Circondano Benoît sospingendolo verso la porta) Silenzio! BENOÎT (sempre più sbalordito) Miei signori... GLI ALTRI (spingendo Benoît fuori dalla porta) Silenzio ! .... Via signore! .... (sulla porta guardando verso il pianerottolo sulla scala) Via di qua! ... e buona sera a Vostra signoria. Ah! ah! ah!... (ritornando nel mezzo della scena, ridendo) Ah! ah! ah! ah! MARCELLO (chiudendo l'uscio) Ho pagato il trimestre. SCHAUNARD Al Quartiere Latino ci attende Momus. MARCELLO Viva chi spende! GLI ALTRI Dividiamo il bottino! (Dividono gli scudi rimasti sul tavolo) RODOLFO, COLLINE Dividiam! MARCELLO (presentando uno specchio rotto a Colline) Là ci sono beltà scese dal cielo. Or che sei ricco, bada alla decenza! Orso, ravviati il pelo. COLLINE Farò la conoscenza la prima volta d'un barbitonsore. Guidatemi al ridicolo oltraggio d'un rasoio. MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE (Comicamente) Andiamo. RODOLFO Io resto per terminar l'articolo di fondo del Castoro. MARCELLO Fa presto. RODOLFO Cinque minuti. Conosco il mestiere. COLLINE Ti aspetterem dabbasso dal portiere. MARCELLO Se tardi, udrai che coro! RODOLFO Cinque minuti. (Prende un lume ed apre l'uscio: Marcello, Schaunard e Colline escono e scendono la scala.) SCHAUNARD (uscendo) Taglia corta la coda al tuo Castoro! MARCELLO (di fuori) Occhio alla scala. Tienti alla ringhiera. RODOLFO (sul pianerottolo, presso l'uscio aperto, alzando il lume) Adagio! COLLINE (di fuori) È buio pesto. (Le voci di Marcello, Schaunard e Colline si fanno sempre più lontane) SCHAUNARD Maledetto portier! (Rumore d'uno che ruzzola). COLLINE (Gridando) Accidenti! RODOLFO Colline, sei morto? COLLINE (lontano, dal basso della scala) Non ancor! MARCELLO Vien presto! (Rodolfo chiude l'uscio, depone il lume, sgombra un angolo del tavolo, vi colloca calamaio e carta, poi siede e si mette a scrivere dopo aver spento l'altro lume rimasto acceso: si interrompe, pensa, ritorna a scrivere, s'inquieta, distrugge lo scritto e getta vi a la penna) RODOLFO (sfiduciato) Non sono in vena. (Si bussa timidamente all'uscio) Chi è là? MIMÌ (di fuori) Scusi. RODOLFO (alzandosi) Una donna! MIMÌ Di grazia, mi si è spento il lume. Vorrebbe...? RODOLFO (Corre ad aprire) S'accomodi un momento. MIMÌ (sull'uscio, con un lume spento in mano ed una chiave) Non occorre. RODOLFO (insistendo) La prego, entri. (Mimì, entra, ma subito è presa da soffocazione) RODOLFO (premuroso) Si sente male? MIMÌ No... nulla. RODOLFO Impallidisce ! MIMÌ (presa da tosse) Il respir... Quelle scale... (Sviene, e Rodolfo è appena a tempo di sorreggerla ed adagiarla su di una sedia, mentre dalle mani di Mimì cadono candeliere e chiave) RODOLFO (imbarazzato) Ed ora come faccio?... (Va a prendere dell'acqua e ne spruzza il viso di Mimì.) Così! (guardandola con grande interesse) Che viso da malata! (Mimì rinviene) Si sente meglio? MIMÌ (con un filo di voce) Sì. RODOLFO Qui c'è tanto freddo. Segga vicino al fuoco. (Mimì fa cenno di no) Aspetti.. un po' di vino... MIMÌ Grazie... RODOLFO (Le dà il bicchiere e le versa da bere) A lei. MIMÌ Poco, poco. RODOLFO Così? MIMÌ Grazie. (Beve.) RODOLFO (ammirandola) Che bella bambina! MIMÌ (Levandosi, cerca il suo candeliere) Ora permetta che accenda il lume. È tutto passato. RODOLFO Tanta fretta? MIMÌ Sì. (Rodolfo scorge a terra il candeliere, lo raccoglie, accende e lo consegna a Mimì senza far parola) MIMÌ (S'avvia per uscire) Grazie. Buona sera. RODOLFO (L'accompagna fino all'uscio) Buona sera. (Ritorna subito al lavoro) MIMÌ (Esce) Oh ! sventata ! (reintrando in scena e fermandosi sul. Limitare della porta che rimane aperta) La chiave della stanza dove l'ho lasciata? RODOLFO Non stia sull'uscio; i l lume vacilla al vento. (Il lume di Mimì si spegne) MIMÌ Oh Dio! Torni ad accenderlo. (Accorre colla sua candela per riaccendere quella di Mimì, ma avvicinandosi alla porta anche il suo lume si spegne e la camera rimane buia.) RODOLFO Oh Dio!... Anche il mio s'è spento! MIMÌ (Avanzandosi a tentoni, incontra il tavolo e vi depone il suo candeliere.) E la chiave ove sarà?... RODOLFO (Si trova presso la porta e la chiude.) Buio pesto! MIMÌ Disgraziata! RODOLFO Ove sarà? MIMÌ Importuna è la vicina... RODOLFO (Si volge dalla parte ove ode la voce di Mimì) Ma le pare?... MIMÌ (Ripete con grazia, avanzandosi ancora cautamente) Importuna è la vicina... (Cerca la chiave sul pavimento, strisciando i piedi) RODOLFO Cosa dice, ma le pare! MIMÌ Cerchi. RODOLFO (Urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si mette a cercare la chiave brancicando le mani sul pavimento) Cerco. MIMÌ Ove sarà?... RODOLFO (Trova la chiave e lascia sfuggire una esclamazione, poi subito pentito mette la chiave in tasca.) Ah ! MIMÌ L'ha trovata?... RODOLFO No! MIMÌ Mi parve... RODOLFO In verità... MIMÌ (Cerca a tastoni) Cerca? RODOLFO (Finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai passi di Mimì, tenta di avvicinarsi) Cerco ! (Mimì china a terra, cerca sempre tastoni: in questo momento Rodolfo si è avvicinato ed abbassandosi esso pure, la sua mano incontra quella di Mimì) MIMÌ (sorpresa) Ah! RODOLFO (tenendo la mano di Mimì, con voce piena di emozione) Che gelida manina! Se la lasci riscaldar. Cercar che giova? Al buio non si trova. Ma per fortuna è una notte di luna, e qui la luna l'abbiamo vicina. (Mimì vorrebbe ritirame la mano) Aspetti, signorina, le dirò con due parole chi son, che faccio e come vivo. Vuole? (Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, la quale indietreggiando trova una sedia sulla quale si lascia quasi cadere affranta dall'emozione.) Chi son? Sono un poeta. Che cosa faccio? Scrivo. E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta scialo da gran signore rime ed inni d'amore. Per sogni, per chimere e per castelli in aria l'anima ho milionaria. Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli due ladri: gli occhi belli. V'entrar con voi pur ora ed i miei sogni usati e i bei sogni miei tosto son dileguar! Ma il furto non m'accora, poiché vi ha preso stanza la dolce speranza! Or che mi conoscete, parlate voi. Deh, parlate. Chi siete? Via piaccia dir? MIMÌ (È un po' titubante, poi si decide a parlare; sempre seduta) Sì. Mi chiamano Mimì, ma il mio nome è Lucia. La storia mia è breve. A tela o a seta ricamo in casa e fuori... Son tranquilla e lieta ed è mio svago far gigli e rose. Mi piaccion quelle cose che han sì dolce malìa, che parlano d'amor, di primavere, che parlano di sogni e di chimere, quelle cose che han nome poesia... Lei m'intende? RODOLFO (commosso) Sì. MIMÌ Mi chiamano Mimì, il perché non so. Sola, mi fo il pranzo da me stessa. Non vado sempre a messa, ma prego assai il Signore. Vivo sola, soletta là in una bianca cameretta: guardo sui tetti e in cielo; ma quando vien lo sgelo il primo sole è mio il primo bacio dell'aprile è mio! Germoglia in un vaso una rosa... Foglia a foglia l'aspiro: Cosi gentile il profumo d'un fiore! Ma i fior ch'io faccio, ahimè, il fior ch'io faccio ahimè! non hanno odore. Altro di me non le saprei narrare. Sono la sua vicina che la vien fuori d'ora a importunare. SCHAUNARD (dal cortile) Ehi! Rodolfo! COLLINE Rodolfo! MARCELLO Olà. Non senti? (Alle grida degli amici, Rodolfo s'impazienta) Lumaca! COLLINE Poetucolo! SCHAUNARD Accidenti al pigro! (Sempre più impaziente, Rodolfo a tentoni si avvia alla finestra e l'apre spingendosi un poco fuori per rispondere agli amici che sono giù nel cortile: dalla finestra aperta entrano i raggi lunari, rischiarando così la camera) RODOLFO (alla finestra) Scrivo ancor tre righe a volo. MIMÌ (avvicinandosi un poco alla finestra) Chi sono? RODOLFO (a Mimì) Amici. SCHAUNARD Sentirai le tue. MARCELLO Che te ne fai lì solo? RODOLFO Non sono solo. Siamo in due. Andate da Momus, tenete il posto, ci saremo tosto. (Rimane alla finestra, onde assicurarsi che gli amici se ne vanno.Mimì si è avvicinata ancor più alla finestra per modo che i raggi lunari la illuminano) MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE (allontanandosi) Momus, Momus, Momus, zitti e discreti andiamocene via. MARCELLO trovò la poesia. (Rodolfo, volgendosi, scorge Mimì avvolta come da un nimbo di luce, e la contempla, quasi estatico) RODOLFO O soave fanciulla, o dolce viso di mite circonfuso alba lunar in te, vivo ravviso il sogno ch'io vorrei sempre sognar! MIMÌ (Mimì commossa) Ah, tu sol comandi, amor...! RODOLFO (cingendo con le braccia Mimì) Fremon già nell'anima le dolcezze estreme, MIMÌ (quasi abbandonandosi) Oh! come dolci scendono le sue lusinghe al core... tu sol comandi, amore!... RODOLFO Nel bacio freme amor! (Bacia. Mimì) MIMÌ (svincolandosi) No, per pietà! RODOLFO Sei mia! MIMÌ V'aspettan gli amici... RODOLFO Già mi mandi via? MIMÌ (titubante) Vorrei dir... ma non oso... RODOLFO (con gentilezza) Di'. MIMÌ (con graziosa furberia) Se venissi con voi? RODOLFO (sorpreso) Che?... Mimì? (insinuante) Sarebbe così dolce restar qui. C'è freddo fuori. MIMÌ (con grande abbandono) Vi starò vicina!... RODOLFO (Aiuta amorosamente Mimì a mettersi lo scialle) E al ritorno? MIMÌ (maliziosa) Curioso! RODOLFO Dammi il braccio, mia piccina. MIMÌ (Dà il braccio a Rodolfo) Obbedisco, signor! (S'avviano sottobraccio alla porta d'uscita) RODOLFO Che m'ami di'... MIMÌ (con abbandono) Io t'amo! (Escono) RODOLFO , MIMÌ Amor! Amor! Amor! (Cola il siparo)
ACTO I
En la Buhardilla (Amplia ventana desde la cual se divisan tejados cubiertos de nieve. A la izquierda una estufa. Una mesa, una cama, un caballete con una tela esbozada, un taburete, una cama. Libros esparcidos, pilas de papeles, dos candelabros, cuatro sillas, un armario pequeño,. Una puerta en el centro; otra, a la izquierda. Rodolfo, en la ventana, mira hacia fuera, meditabundo. Marcelo trabaja en su cuadro "El paso del Mar Rojo", con las manos rígidas por el frío, que calienta con su boca. Cambia de posición con frecuencia debido al intenso frío) MARCELO (Sentado, mientras está pintando) Este Mar Rojo me empapa y me deja aterido de frío como si me cayese encima, de un golpe. Para vengarme, ahogaré al Faraón. (Vuelve a su tarea. A Rodolfo) ¿Qué haces! RODOLFO (Girándose un poco) En los cielos grises contemplo humear las miles de chimeneas de París, (Señala su estufa, sin fuego) y pienso en esta holgazana, vieja, escuálida y engañosa chimenea que vive ociosa, como un gran señor. MARCELO Sus honestas rentas hace tiempo no recibe. RODOLFO Y esos estúpidos bosques, ¡qué hacen ahí, bajo la nieve? MARCELO Rodolfo, quiero decirte un pensamiento mío, profundo. (mientras se sopla en los dedos) Tengo un frío de perros. RODOLFO (acercándose a Marcelo) Y yo, Marcelo, no te oculto que no creo en el sudor de la frente. MARCELO Tengo helados los dedos; casi como si los tuviese metidos en ese carámbano enorme, que es el corazón de Musetta. (Emite un largo y burlón suspiro y deja de pintar; suelta la paleta y los pinceles) RODOLFO El amor es una estufita que nos consume demasiado... MARCELO ...y muy deprisa! RODOLFO ...en ella, el hombre es la brasa. MARCELO ...y la mujer es el altar... RODOLFO ...el uno arde en un soplo... MARCELO ...¡y la otra se queda mirando! RODOLFO Mientras tanto, aquí nos helamos...! MARCELO ...¡y nos morimos de hambre! RODOLFO Necesitamos un fuego... MARCELO (Agarrando una silla y haciendo el acto de romperla) Espera... ¡sacrificaremos la silla! (Rodolfo impide la acción de Marcelo, con alegría, por una idea que se le acaba de ocurrir) RODOLFO ¡Eureka! MARCELO ¿Lo has encontrado? RODOLFO (Corre hacia la mesa y saca, un voluminoso manuscrito) ¡Sí! Aguza el ingenio... ¡Que ardan en llamas las ideas! MARCELO (señalando su cuadro) ¿Quemamos el Mar Rojo? RODOLFO No; apesta la tela pintada. Mi obra de teatro... ¡Que nos caliente mi fogoso drama! MARCELO (Teatralizando un gesto de espanto) ¿Vas a leerlo quizás? Me congelaría aun más. RODOLFO No; que el papel se convierta en cenizas y la inspiración vuele a los cielos. (Declamando, grandilocuente) Al siglo, gran daño le amenaza... Está Roma en peligro... MARCELO (Exagerando) ¡Qué gran corazón! RODOLFO Para ti el Acto Primero... MARCELO ¡Dame! RODOLFO ¡Rompe! MARCELO ¡Quémalo! (Rodolfo golpea con un atizador, enciende una candela y va hacia la estufa con Marcelo; Los dos hacen arder una parte del manuscrito. Luego, cogen un par de sillas en las que se sientan frente al fuego y se calientan con todo placer) RODOLFO, MARCELO ¡Qué bello resplandor! (Se abre, ruidosamente, la puerta y entra Colline tiritando, helado sacudiéndose los pies. Arroja sobre la mesa un paquete de libros atado con un pañuelo) COLLINE Ya se ven las señales del Apocalipsis... ¡En Nochebuena no se aceptan empeños! (Se interrumpe, sorprendido al ver la estufa funcionando) ¡Un fuego! RODOLFO (A Colline) ¡Calla! Se está representando mi obra... MARCELO ...en el fuego. COLLINE La encuentro centelleante. RODOLFO Vivaz. (El fuego va apagándose) COLLINE Pero dura poco. RODOLFO La brevedad: una gran virtud. COLLINE (Quitándole la silla a Rodolfo) Autor: ¡dame la silla! MARCELO Estos intermedios hacen morir de aburrimiento. ¡Rápido! RODOLFO (En las manos, tiene otra parte del manuscrito) ¡Acto Segundo! MARCELO (A Colline) No rechistes. (Rodolfo rompe parte del manuscrito y lo arroja a la estufa: el fuego se reaviva. Colline acerca la silla y se calienta las manos; Rodolfo de pié, con lo que queda del manuscrito) COLLINE ¡Sabia razón! MARCELO !El color exacto! RODOLFO En ese azul resplandor, se esfuma una ardiente escena de amor... COLLINE Crepita una página... MARCELO ... donde había besos... RODOLFO Ahora, quiero oír, de un golpe, tres actos. (Arroja al fuego el resto del manuscrito) COLLINE ¡Así son las ideas de los audaces! TODOS (Aplauden, con entusiasmo) Se desvanece la belleza en alegre llamarada... (Las llamas, poco a poco, van decreciendo) MARCELO ¡Oh, Dios! Ya declinan las llamas... COLLINE ¡Qué fútil! ¡Qué obra tan frágil! MARCELO Resplandece, se encrespa, muere.... COLLINE, MARCELO (el fuego se apaga) ¡Abajo, abajo el autor...! (Por lo puerta entran dos niños, llevando uno, comida, botellas de vino y cigarros; y el otro, un haz de leña. Marcelo, Rodolfo y Colline se vuelven y, gritando, se lanzan, hacia las provisiones, que ponen sobre la mesa. Colline coge la leña y la pone junto a la chimenea) RODOLFO ¡Leña! MARCELO ¡Cigarros! COLLINE ¡Burdeos! RODOLFO ¡Leña! MARCELO ¡Burdeos! TODOS ¡La abundancia de una feria nos ha regalado el destino...! (Los muchachos se van. Schaunard entra, con aire triunfal, arrojando unas monedas al suelo) SCHAUNARD ¡El banco de Francia por vosotros entrará en quiebra!... COLLINE (Recogiendo las monedas junto a los otros) ¡Recógelas! ¡Recógelas! MARCELO (Incrédulo) ¡Son piezas de plata! SCHAUNARD (Le muestra una moneda) ¿Estás sordo?... ¿Estás ciego? ¿Quién es este hombre? RODOLFO (Inclinándose) ¡Luis Felipe! ¡Me inclino ante mi rey...! TODOS ¡A nuestros pies está Luis Felipe! (Schaunard quiere contarles su buena suerte, pero los demás no lo escuchan. Van y vienen atareados, disponiendo todo sobre la mesa y, la leña, en la estufa) SCHAUNARD Ahora voy a contaros algo, pues este oro, o mejor dicho, plata, tiene su historia peculiar... RODOLFO (Poniendo leña en la estufa) ¡Templemos la estufa! COLLINE ¡Ha padecido tanto frío...! SCHAUNARD Un inglés... un señor...; lord o milord, o lo que fuera, quería que un músico... MARCELO (Tirando de la mesa los libros de Colline) ¡Fuera! ¡Pongamos la mesa! SCHAUNARD ¿Yo? ¡Vuelo! RODOLFO La lumbre, ¿dónde está? COLLINE Ahí. (Prenden fuego en la estufa) MARCELO Coge aquí SCHAUNARD ...y me presento... Me acepta, le pregunto... (Ponen las viandas en su sitio; Rodolfo enciende la otra vela) COLLINE ¡Asado frío! MARCELO ¡Pasteles! SCHAUNARD ...¿Para cuándo las lecciones? (viendo que nadie le hace caso) Me presento, me acepta, le pregunto: ¿Cuándo empezamos...? Responde: (Imitando el acento ingles) "Comenzaremos...¡Mire!" Y me señala un papagayo que hay en un primer piso. Después, añade: "Usted tocar hasta que ése morir" RODOLFO La sala refulge espléndida MARCELO (pone las dos velas sobre la mesa) Ahora, las velas. SCHAUNARD Y sucedió así: Toqué durante tres largos días... Entonces, usé el encanto de mi bella presencia..., seduje a la doncella..., le di perejil.. al loro... MARCELO Comer... ¿sin mantel? RODOLFO No; tengo una idea... (Saca, de uno de sus bolsillos, un periódico; y lo despliega) MARCELO, COLLINE ¡El Constitucional! RODOLFO ¡Qué buen papel! ¡Comamos y devoremos! (Extienden el periódico en la mesa, como un mantel. Rodolfo y Marcelo acercan las cuatro sillas a la mesa; mientras, Colline sigue atareado con los platos de comida) SCHAUNARD ...el lorito extendió sus alas, el lorito abrió el pico, un poco de perejil; y ¡murió como Sócrates (Viendo que nadie le hace caso, agarra a Colline, que pasa por su lado con un plato) COLLINE (A Schaunard) ¿Quién? SCHAUNARD (Enfurruñado) ¡Idos todos al infierno!... (Viendo a los otros a punto de comerse el pastel de carne fría) Pero bueno, ¿qué es lo que hacéis? (Con gesto solemne, pone la mano sobre los alimentos e impide que los amigos los coman; después, los toma y los mete en el armario) ¡No! Esta comida es la reserva para los días futuros, tenebrosos y oscuros. ¿Cenaremos en casa el día de Nochebuena mientras en el Barrio Latino se llenan las calles de salchichas y golosinas? ¿cuando un olor a frituras embalsama las callejas? Allí, las chicas cantan alegres... TODOS (Rodean a Schaunard, entre risas) ¡La Noche de Navidad! SCHAUNARD ...y todas desean tener a un estudiante! Un poco de tradición, señores míos: se bebe en casa, pero se come fuera... (Rodolfo cierra la puerta con llave; luego, van todos hacia la mesa y sirven el vino) BENOÎT (Desde fuera, llamando a la puerta) ¿Se puede? COLLINE ¿Quién es? BENOÎT Benoît. MARCELO ¡El dueño de la casa! (Dejan los vasos sobre la mesa) SCHAUNARD Dale con la puerta en las narices. COLLINE (Grita) ¡No hay nadie! SCHAUNARD ¡Esta cerrado! BENOÎT Una palabra. SCHAUNARD (Después de consultar con los demás, va a abrir) ¡Una sola! (Entra Benoît sonriendo) BENOÎT (ve a Marcelo y le muestra un papel) El alquiler. MARCELO (muy cordialmente) ¡Eh! ¡Dadle una silla! RODOLFO ¡Enseguida! BENOÎT (A la defensiva) No hace falta. Quería... SCHAUNARD (Insistiendo, y con dulce violencia, le hace sentarse) ¡Siéntese! MARCELO (Le ofrece un vaso a Benoît) ¿Quiere beber algo? BENOÎT Gracias. RODOLFO, COLLINE ¡Brindemos! SCHAUNARD Beba (Beben. Benoît, Rodolfo, Marcelo y Schaunard sentados, Colline de pie. Benoît deja el vaso sobre mesa y le muestra a Marcelo el papel) BENOÎT Este es el último trimestre... MARCELO (Con ingenuidad) Muy bien... BENOÎT Pues, por tanto... SCHAUNARD (Interrumpiéndolo) Un sorbo más. (Rellenando el vaso) BENOÎT Gracias. RODOLFO, COLLINE (Se ponen de pie) ¡Brindemos! (Todos acercan su vaso al de Benoît) TODOS (De pie) ¡A su salud! (Se sientan y beben. Colline coge el escabel del caballete, y se sienta él también) BENOÎT (a Marcelo) A usted me dirijo porque el trimestre pasado me prometió... MARCELO ¡Lo prometí y lo mantengo! (Señala las monedas que están sobre la mesa) RODOLFO ( en voz baja a Marcelo) ¿Qué haces?... SCHAUNARD ¿Estás loco? MARCELO (A Benoît) ¿Lo ve? Ahora, vamos, quédese un momento en nuestra compañía. (Apoyándose sobre la mesa) Dígame: ¿cuántos años tiene, querido señor Benoît? BENOÎT Los años... ¡Por favor! RODOLFO Más o menos, de nuestra edad. BENOÎT (protestando) Más, muchos más. (Mientras hacen hablar a Benoît, le llenan el vaso conforme lo va vaciando) COLLINE Ha dicho más o menos... MARCELO (Bajando la voz y con un tono pícaro, de complicidad ) La otra noche, en el Mabil... ¡lo han pillado en pecado de amor...! BENOÎT (Nervioso) ¿A mi? MARCELO ¿Lo niega? BENOÎT Una casualidad. MARCELO (Adulándolo) ¡Hermosa mujer! BENOÎT (Medio iluminado, de pronto) ¡Ah! ¡Mucho! SCHAUNARD (Dándole golpecitos en el hombro) ¡Pillín! RODOLFO ¡Bribón! COLLINE (golpea sobre el otro hombro) ¡Seductor! MARCELO (Magnificando) ¡Una fiera...! ¡Un cañón...! RODOLFO El señor tiene buen gusto. BENOÎT (Riéndose) ¡Bueno, bueno! MARCELO El pelo rizado y hueco. SCHAUNARD ¡Pícaro! MARCELO Él se pavoneaba, sacaba pecho... BENOÎT Soy viejo, pero robusto. COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO (Con irónica admiración) Él se pavoneaba, sacaba pecho... MARCELO A él se rendía la femenina virtud. BENOÎT (Con plena confianza) Tímido cuando joven; ahora me resarzo. Ya se sabe, es un "divertimento" cualquier mujercita alegre... y ... un poco... (Dibuja curvas femeninas) No digo una ballena o un mapamundi o una cara redonda, de luna llena, pero, delgada, flaca... ¡no! ¡desde luego que no! Las mujeres delgadas son insoportables siempre... neuróticas... y están llenas de dolores, se quejan...; por ejemplo: mi mujer... (Marcelo da un puñetazo y se levanta; los otros lo imitan, Benoît les mira, estupefacto) MARCELO (con fuerza) ¡Este hombre está casado y tiene deseos impuros en el corazón! LOS DEMÁS ¡Qué horror! RODOLFO Y envilece, y mancilla nuestra honrada casa. (Benoît, pálido, se levanta e intenta, inútilmente, hablar) LOS DEMÁS ¡Fuera! MARCELO ¡Es necesario esparcir incienso! COLLINE ¡Y deshacerse del réprobo! SCHAUNARD ¡La moral ofendida es la que os expulsa! BENOÎT (Gritando) Yo no... Yo no... RODOLFO, COLLINE, MARCELO (Rodeandolo y empujándolo, poco a poco, hacia la puerta) ¡Silencio! BENOÎT (Cada vez mas atónito) Señores míos... LOS DEMÁS (Empujando a Benoît) ¡Silencio!...¡Váyase, señor!... (Todos mirando hacia el rellano de la escalera) ¡Váyase de aquí! Y... ¡Buenas noches a vuestra señoría! ¡Ja, ja, ja, ja...! (Volviendo al centro del escenario, riendo) ¡Ja, ja, ja, ja...! MARCELO (Cierra la puerta) Ya he pagado el trimestre. SCHAUNARD ¡En el Barrio Latino nos espera Momus! MARCELO ¡Viva quien gasta! LOS DEMÁS ¡Compartamos el botín! (Se reparten las monedas) RODOLFO, COLLINE ¡Repartamos! MARCELO (Pone, frente a Colline, un espejo roto) Ahí fuera hay bellezas caídas del cielo. Ahora que eres rico, adecenta tu imagen. Oso: ¡córtate el pelo! COLLINE Conoceré por primera vez a un barbero. Guiadme, pues, al ridículo ultraje de una navaja de afeitar. MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE (Cómicamente) ¡Andando! RODOLFO Yo me quedo, para terminar el editorial del "Castor" MARCELO Apresúrate. RODOLFO Cinco minutos; conozco el trabajo. COLLINE Te esperamos abajo, donde el portero. MARCELO Si tardas, vas a oír qué coro... RODOLFO Cinco minutos. (Coge una luz y va a abrirles. Marcelo, Schaunard y Colline bajan por la escalera) SCHAUNARD (Al salir) Córtale rala la cola a tu "Castor" MARCELO (Desde fuera) Ojo con la escalera ¡Sujetaos en la barandilla! RODOLFO (En el rellano de la escalera, alzando la luz) ¡Despacio! COLLINE (Fuera) ¡Está muy oscuro! (Las voces se van alejando cada vez mas) SCHAUNARD ¡Maldito portero! (se oye un ruido) COLLINE (Gritando) ¡Maldita sea! RODOLFO Colline, ¿estás muerto? COLLINE (Desde abajo) ¡Todavía no! MARCELO ¡Ven enseguida! (Rodolfo cierra la puerta. Sobre la mesa coloca tinta y papel, y se pone a escribir. Escribe, deja de escribir, piensa, vuelve a la escritura. Se pone nervioso, destruye lo que había escrito y tira la pluma, con genio) RODOLFO (Desalentado) No estoy en vena. (llaman tímidamente a la puerta) ¿Quién es? MIMÍ (Desde fuera) Disculpe. RODOLFO (levantándose) ¡Una mujer! MIMÍ Por favor, se me ha apagado la vela. ¿Le importaría...? RODOLFO (Abriendo la puerta) Pase; siéntese un momento. MIMÍ (En la puerta, con una vela en la mano y una llave) No se moleste. RODOLFO (insistiendo) Se lo ruego; entre. (Entra Mimí y, de repente, se siente sofocada) RODOLFO (Solícito) ¿Se encuentra mal? MIMÍ No;... no es nada. RODOLFO ¡Palidece! MIMÍ (Tose) Es que me falta el aliento... Esas escaleras... (Se desmaya y, Rodolfo, la acomoda sobre una silla; de las manos de Mimí, caen el candelabro y las llaves) RODOLFO (Con embarazo) Y ahora, ¿Qué hago?... (Va a buscar agua con la que salpica el rostro de ella) ¡Así! (Mirándola con mucha atención) ¡Qué cara de enferma! (Mimí se recupera) ¿Se encuentra mejor? MIMÍ (con un hilo de voz) Sí. RODOLFO Aquí hace tanto frío. Siéntese junto al fuego. (Mimí; niega con un gesto) Espere... quizás un poco de vino... MIMÍ Gracias. RODOLFO (Le da el vaso y le sirve vino) A su gusto... MIMÍ Poco, poco. RODOLFO ¿Así? MIMÍ Gracias. (Bebe) RODOLFO (mirándola, para sí) ¡Qué muchacha tan guapa! MIMÍ (Se levanta y busca su candelabro) Ahora, permítame que encienda la vela. Ya me encuentro mejor. RODOLFO ¡Tenéis prisa! MIMÍ Sí. (Rodolfo recoge el candelabro, lo enciende y se lo da a Mimí sin decir una palabra) MIMÍ (En ademán de salir) Gracias. Buenas noches. RODOLFO (La acompaña hasta la puerta) Buenas noches. (Vuelve, rápidamente, a la mesa) MIMÍ (Sale) ¡Oh! ¡Qué despistada soy! (Entra de nuevo en escena y se para en la puerta, que se había quedado abierta) La llave de mi habitación, ¿dónde la he dejado? RODOLFO No se quede en la puerta; la llama vacila con el aire. (La vela de Mimí se apaga) MIMÍ ¡Oh, Dios mío! ¡Vuelva a encender! (Rodolfo acude con su vela para encender la de Mimí, pero, al acercarse a la puerta, sopla furtivamente y apaga su vela. La habitación se queda a oscuras) RODOLFO ¡Oh, Dios mío!... También se ha apagado la mía. MIMÍ (Avanzando a tientas, deja sobre la mesa el candelabro) Y la llave, ¿dónde estará? RODOLFO ( cierra la puerta) ¡No se ve nada! MIMÍ ¡Qué mala suerte tengo! RODOLFO ¿Donde estará? MIMÍ Qué inoportuna es su vecina... RODOLFO (Se vuelve hacia donde oye la voz de Mimí) ¿Usted cree? MIMÍ (Repite con gracia, avanzando con cuidado) Qué inoportuna es su vecina... (Busca la llave en el suelo, arrastrando los pies) RODOLFO ¡Qué cosas dice! ¿Usted cree? MIMÍ Busque. RODOLFO (Deja su vela y se pone a buscar la llave palpando el suelo con las manos) Busco. MIMÍ ¿Dónde estará? RODOLFO (Al encontrar la llave, deja escapar una exclamación pero, arrepentido, se la mete en el bolsillo) ¡Ah! MIMÍ ¿La ha encontrado? RODOLFO No. MIMÍ Me pareció... RODOLFO Pues, no. MIMÍ (Buscando a tientas) ¿Está buscando? RODOLFO (Finge que busca pero, guiado por la voz de Mimí, intenta aproximarse a ella) La busco. (Mimí, sobre el suelo, busca a tientas. Rodolfo se ha acercado y su mano encuentra la de Mimí) MIMÍ (Sorprendida) ¡Ah! RODOLFO (Sujetando la mano de Mimí y con la voz henchida de emoción) ¡Qué manita tan fría! Déjeme que se la caldee. Buscar, ¿qué importa? En la oscuridad nada se encuentra. Aunque, por fortuna, es una noche de luna, y, aquí, la luna la tenemos cerca. (Mimí intenta liberar su mano) Espere, señorita, le diré en dos palabras quién soy, qué hago, cómo vivo. ¿Quiere? (Mimí calla. Rodolfo suelta la mano de Mimí, Quien, yendo hacia atrás, encuentra una silla sobre la que se deja caer ,abatida por la emoción) ¿Quién soy?...Soy un poeta. ¿A qué me dedico?...Escribo. Y, ¿cómo vivo?...Vivo. Aun en mi pobreza despilfarro, como un gran señor, rimas e himnos de amor. En sueños y en quimeras y en castillos en el aire tengo el alma millonaria. Y ahora, del cofre de mis tesoros me roban todas las joyas dos ladrones: Esos bellos ojos que han entrado con usted, y, mis sueños de siempre, mis bellos sueños, veo evaporarse! Pero no importa que me los roben pues han hecho renacer en mí una dulce esperanza. Ahora que me conoce, hable usted; vamos, hable. ¿Quién es? ¿Le apetece decírmelo? MIMÍ (Titubea, pero se decide a hablar. Sigue sentada) Sí. Me llaman Mimí, aunque me llamo Lucia. La historia mía es breve. En tela o en seda bordo, en casa y fuera. Soy tranquila y alegre, y me distraigo haciendo lirios y rosas. Me gustan las cosas que tienen ese dulce hechizo, que hablan de amor, de primaveras; que hablan de sueños, y de quimeras, esas cosas que llaman poesía... ¿Me entiende? RODOLFO (Conmovido) Sí. MIMÍ Me llaman Mimí. El por qué ... no lo sé. Sola me hago la comida, para mi sola. No voy siempre a misa, pero le rezo bastante al Señor. Vivo sola, solita; ahí, en una pequeña habitación blanca, miro a los tejados y al cielo. Y, cuando comienza el deshielo, el primer sol es mío, ¡el primer beso de abril es mío! Germina, plantada, una rosa, hoja a hoja, la aspiro; es tan delicado el perfume de una flor... Pero las flores que yo hago, ¡ay de mi! las flores que yo hago... ¡ay! no tienen olor... De mi, nada más sabría contarle. Soy su vecina que le viene, a deshora, a importunar. SCHAUNARD (Desde el corredor) ¡Eh, Rodolfo! COLLINE ¡Rodolfo! MARCELO ¡Aquí! ¿No nos oyes? (Con los gritos de los amigos, Rodolfo se impacienta) ¡Pesado! COLLINE ¡Poetastro! SCHAUNARD ¡A por los vagos! (Rodolfo, impaciente, va a tientas hasta la ventana, se asoma un poco, para responder a los amigos. Por ella entran los rayos de luna que iluminan la habitación) RODOLFO (en la ventana) Escribo tres líneas más y vuelo. MIMÍ (acercándose a la ventana) ¿Quiénes son? RODOLFO (a Mimí) Mis amigos. SCHAUNARD ¡Nos vas a oír! MARCELO ¿Qué es lo que haces ahí solo? RODOLFO No estoy solo; estamos dos. Id a Momus; coged sitio; iré enseguida. (Se queda en la ventana para ver que sus amigos se van. Se acerca Mimí y los rayos de luna la iluminan) MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE (Alejándose) Momus, Momus, Momus, callados, discretos, nos vamos de aquí. MARCELO Ha encontrado la inspiración. (Rodolfo, al volverse, ve a Mimí envuelta en un haz de luz y la contempla, extasiado) RODOLFO ¡Oh, tierna niña! ¡Dulce carita de bondad arropada por la luz de la luna! Tú eres el sueño que siempre quise soñar! MIMÍ (Muy conmovida) ¡Ah! ¡Todo lo que tú quieras, amor...! RODOLFO (Estrechándola entre sus brazos) Tiembla mi alma, por una extrema dulzura. MIMÍ (Casi abandonándose a él) ¡Oh! ¡Cuán dulces penetran tus palabras en mi corazón!... ¡Amor, sólo mandas tú!... RODOLFO ¡En mi beso palpita el amor...! (La besa) MIMÍ (Desasiéndose) ¡No, por caridad! RODOLFO ¡Eres mía! MIMÍ Le esperan sus amigos... RODOLFO ¿Quieres que me vaya? MIMÍ (Titubeando) Quería decir..., pero no me atrevo... RODOLFO (Con cortesía) Dilo. MIMÍ (Con una graciosa sonrisa pícara) Y...¿si fuese con vosotros? RODOLFO (Sorprendido) ¿Qué? ¡Mimí! (Insinuante) Sería tan dulce quedarse aquí...; hace frío ahí fuera. MIMÍ (Con sentimiento) Estaré a tu lado. RODOLFO (Amorosamente, ayuda a Mimí a ponerse el chal) Y, ¿a la vuelta? MIMÍ (Maliciosa) ¡Qué curioso! RODOLFO Dame tu brazo, pequeñita mía... MIMÍ (Da el brazo a Rodolfo) ¡Le obedezco, señor! (Se van hacia la puerta tomados del brazo) RODOLFO Que me amas... dímelo... MIMÍ (Entusiasmada) ¡Yo, te amo...! (Se van) RODOLFO, MIMÍ ¡Amor! ¡Amor! ¡Amor! (Cae el telón)
ATTO II
Al Quartiere Latino (Un crocicchio di vie che al largo prende forma di piazzale; botteghe, venditori di ogni genere; da un lato, il Caffè Momus. La vigilia di Natale. Gran folla e diversa: borghesi, soldati, fantesche, ragazzi, bambine, studenti, sartine, gendarmi, ecc. Sul limitare delle loro botteghe i venditori gridano a squarciagola invitando la folla de' ompratori. Separati in quella gran calca di gente si aggirano Rodolfo e Mimì da una parte, Colline presso la bottega di una rappezzatrice; Schaunard ad una bottega di ferravecchi sta comperando una pipa e un corno; Marcello spinto qua e là dal capriccio della gente. Parecchi borghesi ad un tavolo fuori del Caffè Momus. È sera. Le botteghe sono dorne di lampioncini e fanali accesi; un grande fanale illumina l'ingresso al Caffè. La folla e composta di studenti, sartine, borghesi e popolo) I VENDITORI (sul limitare delle loro botteghe, tutti gridando) Aranci, datteri! Caldi i marroni! Ninnoli, croci. Torroni! Caramelle! Fiori alle belle! Oh! La crostata! Panna montata! Fringuelli passeri! Datteri! Trote! Latte di cocco! Giubbe Carote! MONELLI (Gridando) Aranci! Ninnoli! Caldi e marroni e caramelle. Torroni. LA FOLLA Quanta folla! Su, corriam! Che chiasso! (Si alza il spiraro) Stringiti a me. Che chiasso! Date il passo, corriam! Lisa! Emma! Date il passo Emma, quando ti chiamo! Ancora un'altro giro... pigliam via Mazzarino; qui mi manca il respiro....! Vedi? Il Caffè è vicino, Oh! Stupendi gioielli! Son gli occhi assai più belli! Pericolosi esempi la folla oggi ci dà! Era meglio ai miei tempi! Viva la libertà! DAL CAFFÈ (gridando e chiamando i Camerieri che vanno e vengono affaccendati) Presto qua! Camerier! Un bicchier! Birra! Un caffè! VENDITORI (Aggirandosi tra la folla ed offrendo la propria merce) Caramelle! Fiori alle belle! La crostata! Panna montata! Fringuelli, passeri. Datteri! Latte di cocco! MONELLI Su, corriamo! Latte di cocco! VENDITORI Latte di cocco! Carote! SCHAUNARD (dopo aver soffiato nel corno che ha contrattato a lungo con un venditore di ferravecchi) Falso questo Re! Pipa e corno quant'è? (Paga. Rodolfo e Mimì, a braccio, attraversano la folla avviati al negozio della modista) COLLINE (presso la rappezzatrice che gli ha cucito la falda di uno zimarrone) È un poco usato... RODOLFO Andiamo... MIMÌ Andiamo per la cuffietta? COLLINE ma è serio e a buon mercato... (paga, poi distribuisce con giusto equilibrio y libri dei quali è carico nelle molte tasche del zimarrone) RODOLFO Tienti al mio braccio stretta... Andiamo! (entrano in una bottega da modista) MARCELLO (tutto solo in mezzo alla folla, con un involto sotto il braccio, occhieggiando le donnine che la folla gli getta quasi fra le braccia) Io pur mi sento in vena di gridar: Chi vuol, donnine allegre, un po' d'amor! VENDITORI Datteri! Trote! UN VENDITORE AMBULANTE (atravesando la scena, gridando) Prugne di Tours! MARCELLO (Avvacinandosi ad una ragazza) Facciamo insieme a vendere e a comprar! Io do ad un soldo il vergine mio cuor! (La ragazza si allontana ridendo) SCHAUNARD (Va a gironzolare avanti al caffè Momus aspettandovi gli amici: intanto armato della enorme pipa e del corno da caccia guarda curiosamente la folla.) Fra spintoni e pestate accorrendo affretta la folla e si diletta nel provar gioie matte... insoddisfatte... (Entra un grupo di venditrici) ALCUNE VENDITRICI Ninnoli, spillette! Datteri e caramelle! COLLINE (se ne viene al ritrovo, agitando trionfalmente un vecchio libro) Copia rara, anzi unica: la grammatica Runica! SCHAUNARD (Giunge alla spalle di Colline compassionandolo) Uomo onesto! MARCELLO (Arrivando al caffè Momus grida a Schaunard e Colline) A cena! SCHAUNARD, COLLINE Rodolfo? MARCELLO Entrò da una modista. RODOLFO (uscendo dalla modista insieme a Mimì) Vieni, gli amici aspettano. (Marcello, Schaunard e Colline cercano se vi fosse un tavolo libero fuori del Caffè, all'aria aperta; ma ve n'è uno solo de è occupato da onesti borghesi. Y tre amici li fulminato con occhiate sprezzanti, poi entrano nel Caffè) MIMÌ (accennando ad una cuffietta che porta graziosamente) Mi sta bene questa cuffietta rosa? RODOLFO (a Mimì) Sei bruna e quel color ti dona. CLIENTI DAL CAFFÈ Camerier! Un bicchier! Presto, olà! Ratafià! MIMÌ (ammirando la bacheca di una bottega) Bel vezzo di corallo! RODOLFO Ho uno zio milionario. Se fa senno il buon Dio, voglio comprarti un vezzo assai più bel! (Rodolfo e Mimì, in dolce colloquio, si avviano verso il fondo della scena e si perdono nella folla. Ad una bottega del fondo un venditore monta su di una seggiola, con grandi gesti offre in vendita delle maglierie, dei berretti da notte, ecc. Un gruppo di ragazzi accorre intorno alla bottega e scoppia in allegre risate) MONELLI, SARTINE, STUDENTI (ridendo) Ah! Ah! Ah! Ah! BORGHESI Facciam coda alla gente! Ragazze, state attente! Che chiasso! Quanta folla! Pigliam via Mazzarino! Io soffoco, partiamo! Vedi il Caffè è vicin! Andiamo là da Momus! Ah...! VENDITORI Aranci, datteri, ninnoli, fior! (Molta gente entra da ogni parte e si aggira per il piazzale, poi si raduna nel fondo. Colline, Schaunard e Marcello escono dal caffè portando fuori una tavola; li segue un cameriere colle seggiole; i borghesi al tavolo vicino, infastiditi dal baccano che fanno i tre amici, dopo un po' di tempo s'alzano e se ne vanno. S'avanzano di nuovo Rodolfo e Mimì, questa osserva un gruppo di studenti) RODOLFO (con dolce rimprovero, a Mimì) Chi guardi? COLLINE Odio il profano volgo al par d'Orazio. MIMÌ (a Rodolfo) Sei geloso? RODOLFO All'uom felice sta il sospetto accanto. SCHAUNARD Ed io, quando mi sazio, vo' abbondanza di spazio... MIMÌ (a Rodolfo) Sei felice? MARCELLO (al cameriere) Vogliamo una cena prelibata. RODOLFO (appassionato a Mimì) Ah, sì, tanto! MARCELLO Lesto. SCHAUNARD Per molti. RODOLFO E tu? MIMÌ Sì, tanto! STUDENTI, SARTINE (alcuni) Là da Momus! Andiamo! (Entrano nel caffè) MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE (al cameriere, che corre frettoloso entro al caffè, mentre un altro ne esce con tutto l'occorrente per preparare la tavola) Lesto! (Rodolfo e Mimì s'avviano al caffè Momus ) LA VOCE DI PARPIGNOL (VENDITORE AMBULANTE) (interno, lontano) Ecco i giocattoli di Parpignol! RODOLFO (Si unisce agli amici e presenta loro Mimì). Due posti. COLLINE Finalmente ! RODOLFO Eccoci qui Questa è Mimì, gaia fioraia. Il suo venir completa la bella compagnia, perché... perchè son io il poeta, essa la poesia. Dal mio cervel sbocciano i canti, dalle sue dita sbocciano i fior; dall'anime esultanti sboccia l'amor. MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE (ridendo) Ah! Ah! Ah! Ah! MARCELLO (ironico) Dio, che concetti rari! COLLINE (solenne, accennando a Mimì) Digna est intrari. SCHAUNARD (con autorità comica) "Ingrediat si necessit" COLLINE Io non do che un "accessit"! LA VOCE DI PARPIGNOL (oiù vicino) Ecco i giocattoli di Parpignol! (Tutti siedono intorno al tavolo, mentre il cameriere ritorna) COLLINE (Vedendo il cameriere gli grida con enfasi:) Salame! (Il cameriere presenta la lista delle vivande, che passa nelle mani dei quattro amici, guardata con una specie di ammirazione ed analizzata profondamente. Da via Delfino sbocca un carretto tutto a fronzoli e fiori, illuminato a palloncini: chi lo spinge è Parpignol, il popolare venditore di giocattoli; una turba di ragazzi lo segue saltellando allegramente e circonda il carretto ammirandone i giocattoli.) BAMBINE, RAGAZZI (interno) Parpignol, Parpignol! Parpignol! (escono) Ecco Parpignol, Parpignol! Col carretto tutto fior! Ecco Parpignol, Parpignol! Voglio la tromba, il cavallin, il tambur, tamburel... Voglio il cannon, voglio il frustin, ... dei soldati il drappel. (Bambine e ragazzi, attorniato il carretto di Parpignol, gesticolano con gran vivacità; un gruppo di mamme accorre in cerca dei ragazzi e, trovandoli intorno a Parpignol, si mettono a sgridarli; l'una prende il figliolo per una mano, un'altra vuole condur via la propria bambina, chi minaccia, chi sgrida, ma inutilmente, ché bambine e ragazzi non vogliono andarsene) SCHAUNARD Cervo arrosto! MARCELLO (esaminando la carta ed ordinando ad alta voce al cameriere) Un taschino! SCHAUNARD Vin del Reno! COLLINE Vin da tavola! SCHAUNARD Aragosta senza crosta! MAMME (strillanti e minaccianti) Ah! razza di furfanti indemoniati, che ci venite a fare in questo loco? A casa, a letto! Via, brutti sguaiati, gli scappellotti vi parranno poco! A casa, a letto, razza di furfanti, a letto! (Una mamma prende per un orecchio un ragazzo il quale si mette a piagnucolare) UN RAGAZZO (piagnucolando) Vo' la tromba, il cavallin!... RODOLFO E tu, Mimì, che vuoi? MIMÌ La crema. (Le mamme, intenerite, si decidono a comperare da Parpignol, i ragazzi saltano di gioia, impossessandosi dei giocattoli) SCHAUNARD (con somma importanza al cameriere, che prende nota di quanto gli viene ordinato) E gran sfarzo. C'è una dama! (Parpignol prende giù per via Commedia. I ragazzi e le bambine allegramente lo seguono, marciando e fingendo di suonare gli strumenti infantili acquistati loro) BAMBINE, RAGAZZI Viva Parpignol, Parpignol! Il tambur! Tamburel! Dei soldati il drappel! (Escono, seguendo el carreto di Parpignol) MARCELLO (come continuando il discorso) Signorina Mimì, che dono raro le ha fatto il suo Rodolfo? MIMÌ (mostrando una cuffietta che toglie da un involto) Una cuffietta a pizzi, tutta rosa, ricamata; coi miei capelli bruni ben si fonde. Da tanto tempo tal cuffietta è cosa desiata!... Egli ha letto quel che il core asconde... Ora colui che legge dentro a un cuore sa l'amore ed è... lettore. SCHAUNARD Esperto professore... COLLINE (seguitando l'idea di Schaunard) ... che ha già diplomi e non son armi prime le sue rime... SCHAUNARD (interrompendo) ... tanto che sembra ver ciò ch'egli esprime!... MARCELLO (guardando Mimì) O bella età d'inganni e d'utopie! Si crede, spera, e tutto bello appare! RODOLFO La più divina delle poesie è quella, amico, che c'insegna amare! MIMÌ Amare è dolce ancora più del miele... MARCELLO (stizzito) ... secondo il palato è miele, o fiele!... MIMÌ (sorpresa, a Rodolfo) O Dio! ... l'ho offeso! RODOLFO È in lutto, o mia Mimì. SCHAUNARD, COLLINE (per cambiare discorso) Allegri, e un toast!... MARCELLO (al cameriere) Qua del liquor!... TUTTI (alzandosi) E via i pensier, alti i bicchier! Beviam! MARCELLO (interrompendo, perché ha veduto da lontano Musetta) Ch'io beva del tossico! (Si lascia cadere sulla sedia. All'angolo di via Mazzarino appare una bellissima signora dal fare civettuolo ed allegro, dal sorriso provocante. Le vien dietro Alcindoro, un signore pomposo, pleno di pretensione negli abiti, nei modi, nella persona.) RODOLFO, SCHAUNARD, COLLINE (con sorpresa, vedendo Musetta) Oh! Musetta! MARCELLO Essa! BOTTEGAIE (vedendo Musetta) To'! Lei! Sì! To'! Lei! Musetta! Siamo in auge! Che toeletta! ALCINDORO (trafelato) Come un facchino... correr di qua... di là... No! No! non ci sta... non ne posso più! MUSETTA (con passi rapidi, guardando qua e là come in cerca di qualcuno, mentre Alcindoro la segue, sbuffando e stizzito chiamandolo come un cagnolino) Vien, Lulù! ALCINDORO Non ne posso più MUSETTA Vien, Lulù! SCHAUNARD Quel brutto coso mi par che sudi! (Musetta vede la tavolata degli amici innanzi al Caffè Momus ed indica ad Alcindoro di sedersi al tavolo lasciato libero poco prima dai borghesi) ALCINDORO (a Musetta) Come! qui fuori? Qui? MUSETTA Siedi, Lulù! (Siede irritato, alzando il bavero del suo pastrano) ALCINDORO (Borbottando) Tali nomignoli, prego, serbateli al tu per tu! (Un cameriere si avvicina e prepara la tavola) MUSETTA Non farmi il Barbablù! (Siede anch'essa al tavolo rivolta verso il Caffè.) COLLINE (esaminando il vecchio) È il vizio contegnoso... MARCELLO (con disprezzo) Colla casta Susanna! MIMÌ (a Rodolfo) Essa è pur ben vestita! RODOLFO Gli angeli vanno nudi. MIMÌ (con curiosità) La conosci? Chi è? MARCELLO (a Mimì) Domandatelo a me. Il suo nome è Musetta... MUSETTA (colpita nel vedere che gli amici non la guardano) Marcello mi vide... MARCELLO cognome: Tentazione! MUSETTA Non mi guarda, il vile! MARCELLO Per sua vocazione fa la Rosa dei venti; MUSETTA (sempre più stizzita) Quel Schaunard che ride! MARCELLO gira e muta soventi e d'amanti e d'amore. MUSETTA Mi fan tutti una bile! MARCELLO E come la civetta ... MUSETTA Se potessi picchiar, se potessi graffiar! MARCELLO ...è uccello sanguinario; il suo cibo ordinario è il cuore... MUSETTA Ma non ho sottomano che questo pellican! MARCELLO Mangia il cuore!... MUSETTA Aspetta! MARCELLO (Con amarezza) Per questo io non ne ho più... Ehi! Camerier! (Nascondendo la commozione) Passatemi il ragù! MUSETTA (Gridando; annusando un piatto, al camerier che accorre ad essa) Ehi! Camerier! Questo piatto ha una puzza di rifritto! (Getta il piatto a terra con forza, il camerier si affretta a raccogliere i cocci) ALCINDORO (frenandola) No, Musetta... Zitta zitta! MUSETTA (vedendo che Marcello non si volta) E Non si volta! ALCINDORO (con comica disperazione) Zitta! zitta! zitta! Modi, garbo! A chi parli?... COLLINE Questo pollo è un poema! MUSETTA (rabbiosa) Ora lo batto, lo batto! ALCINDORO Con chi parli?... MUSETTA Al cameriere! Non seccar! SCHAUNARD Il vino è prelibato. MUSETTA Voglio fare il mio piacere.... ALCINDORO Parla pian parla pian! (Prende la nota del cameriere e si mette ad ordinare la cena) MUSETTA ... vo' far quel che mi pare! Non seccar. ALCINDORO Parla pian! Parla pian! MUSETTA Non secca-a-ar! SARTINE (Attraversando la scena, si arrestano un momento vedendo Musetta.) Guarda, guarda chi si vede, proprio lei, Musetta! STUDENTI (attraversando la scena) Con quel vecchio che balbetta... ... proprio lei, Musetta! (ridendo) Ah, ah, ah, ah! MUSETTA Che sia geloso di questa mummia? ALCINDORO (interrompendo le sue ordinazioni, per calmare Musetta che continua ad agitarsi) La convenienza... il grado... la virtù... MUSETTA ...Vediam se mi resta tanto poter su lui da farlo cedere! SCHAUNARD La commedia è stupenda! MUSETTA (guardando Marcello, a voce alta) Tu non mi guardi! ALCINDORO (Credendo che Musetta gli abbia rivolto la parola, se ne compiace e le risponde gravemente) Vedi bene che ordino!... SCHAUNARD La commedia è stupenda! COLLINE Stupenda! RODOLFO (a Mimì) Sappi per tuo governo che non darei perdono in sempiterno. SCHAUNARD Essa all'un parla perché l'altro intenda. MIMÌ (a Rodolfo) Io t'amo tanto, e son tutta tua!... Ché mi parli di perdono? COLLINE (a Schaunard) E l'altro invan crudel... finge di non capir, ma sugge miel!... MUSETTA Ma il tuo cuore martella! ALCINDORO Parla piano, piano MUSETTA Ma il tuo cuore martella! ALCINDORO Parla piano, piano MUSETTA (sempre seduta dirigendosi intenzionalmente a Marcello, il quale comincia ad agitarsi) Quando m'en vò soletta per la via, la gente sosta e mira e la bellezza mia tutta ricerca in me da capo a pie'... MARCELLO (agli amici, con voce soffocata) Legatemi alla seggiola! ALCINDORO Quella gente che dirà? MUSETTA ... ed assaporo allor la bramosia sottil, che da gli occhi traspira e dai palesi vezzi intender sa alle occulte beltà. (Alzandosi) Così l'effluvio del desìo tutta m'aggira, felice mi fa! felice mi fa! ALCINDORO (Si avvicina a Musetta, cercando di farla tacere) (Quel canto scurrile mi muove la bile!) MUSETTA (A Marcello) E tu che sai, che memori e ti struggi da me tanto rifuggi? So ben: le angoscie tue non le vuoi dir, ma ti senti morir! MIMÌ (a Rodolfo) Io vedo ben... che quella poveretta, tutta invaghita di Marcel, tutta invaghita ell'è! (Schaunard e Colline si alzano e si portano da un lato, osservando la scena con curiosità, mentre Rodolfo e Mimì rimangon soli, seduti, parlandosi con tenerezza. Marcerllo, sempre più nervoso ha lasciato il suo posto, vorrebbe andarsene, ma non sa resistere alla voce di Musetta) ALCINDORO Quella gente che dirà? RODOLFO (a Mimì) Marcello un dì l'amò. SCHAUNARD Ah, Marcello cederà! RODOLFO (a Mimì) La fraschetta l'abbandonò COLLINE Chi sa mai quel che avverrà! RODOLFO per poi darsi a miglior vita. (Alcindoro tenta inutilmente di persuadere Musetta a riprendere posto alla tavola, ove la cena è già pronta) SCHAUNARD Trovan dolce al pari il laccio... ... chi lo tende e chi ci dà. COLLINE Santi numi, in simil briga... mai Colline intopperà! MUSETTA (fra sè) Ah! Marcello smania... Marcello è vinto! ALCINDORO Parla pian! Zitta, zitta! MIMÌ (Guardando Alcindoro) Quell'infelice mi muove a pietà. COLLINE Essa è bella - non son cieco MIMÌ (Stringendosi a Rodolfo) T'amo! SCHAUNARD (fra sè) Quel bravaccio a momenti cederà! Stupenda è la commedia! Marcello cederà! (a Colline) Se tal vaga persona, ti trattasse a tu per tu, la tua scienza brontolona manderesti a Belzebù! RODOLFO (cingendo Mimì alla vita) Mimì ! È fiacco amor quel che le offese vendicar non sa! Non risorge spento amor! MIMÌ L'amor ingeneroso è tristo amor! Quell'infelice mi muove a pietà. COLLINE ....ma piaccionmi assai più una pipa e un testo greco. Essa è bella, non son cieco... ALCINDORO (A Musetta) Modi, garbo! Zitta, zitta! MUSETTA Sò ben le angoscie tue non le vuoi dir. Ah! ma ti senti morir. (ad Alcindoro, ribellandosi) Io voglio fare il mio piacere! Voglio far quel che mi par, non seccar! non seccar! non seccar! (A sè) Or convien liberarsi del vecchio! (Simulando un forte dolore ad un piede, va di nuovo a sedersi) Ahi! ALCINDORO Che c'è? MUSETTA Qual dolore, qual bruciore! ALCINDORO Dove? (Si china per slacciare la scarpa a Musetta) MUSETTA (mostrando il piede con civetteria) Al pie'! MARCELLO (commosso sommamente, avanzandosi) Gioventù mia, tu non sei morta, né di te morto è il sovvenir! Se tu battessi alla mia porta, t'andrebbe il mio core ad aprir! MUSETTA Sciogli, slaccia, rompi, straccia! Te ne imploro... Laggiù c'è un calzolaio. Corri presto! Ne voglio un altro paio. Ahi! che fitta, maledetta scarpa stretta! (Si leva la scarpa e la pone sul tavolo. ) Or la levo... Eccola qua. (impazientandosl) Corri, va, corri. Presto, va! va! MIMÌ Io vedo ben ell'è invaghita di Marcello! RODOLFO Io vedo ben; la commedia è stupenda! ALCINDORO Imprudente ! Quella gente che dirà? Ma il mio grado! Vuoi ch'io comprometta? Aspetta ! Musetta! Vo'. (va via frettolosamente) SCHAUNARD E COLLINE La commedia è stupenda! (Musetta e Marcello si abbracciano con grande entusiasmo) MUSETTA Ah! MARCELLO Sirena! SCHAUNARD Siamo all'ultima scena! (Un cameriere porta il conto) TUTTI (con sorpresa alzandosi) Il conto? SCHAUNARD Così presto? COLLINE Chi l'ha richiesto? SCHAUNARD (al cameriere) Vediam ! (Dopo guardato il conto, lo passa agli amici) RODOLFO, COLLINE (osservando il conto) Caro! (Lontanissima si ode la Ritirata militare che a poco a poco va avvicinandosi) COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO Fuori il danaro! SCHAUNARD Colline, Rodolfo e tu, Marcel? MONELLI (accorrendo da destra) La Ritirata! MARCELLO Sono all'asciutto! SCHAUNARD Come? SARTINE, STUDENTI (Sortono frettolosamente dal caffè Momus) La Ritirata! RODOLFO Ho trenta soldi in tutto! BORGHESI La Ritirata! COLLINE, SCHAUNARD, MARCELLO Come? Non ce n'è più? SCHAUNARD Ma il mio tesoro, dov'è? MONELLI S'avvicinan per di quà? MUSETTA (al cameriere) Il mio conto date a me. SARTINE, STUDENTI No! Vien di là! MONELLI S'avvicinan per di là! SARTINE, STUDENTI Vien di quà! MONELLI No, Vien di là! MUSETTA (Al cameriere che le mostra il conto) Bene! BORGHESI, VENDITORI Largo! Largo! RAGAZZI (alcuni dalle finestre) Voglio veder! Voglio sentir! MUSETTA Presto, sommate quello con questo! Paga il signor che stava qui con me! MAMME (alcune, dalle finestre) Lisetta, vuoi tacer? Tonio, la vuoi finir? FANCIULLE Mamma, voglio vedere! Papà, voglio sentire! RODOLFO, MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE Paga il signor! RAGAZZI Vuò veder la Ritirata! MAMME Vuoi tacer, la vuoi finir! SARTINE S'avvicinano di quà! BORGHESI S'avvicinano di là! TUTTI Si, di quà! MONELLI Come sarà arrivata, la seguiremo al passo COLLINE, SCHAUNARD, MARCELLO Paga il signor! MUSETTA E dove s'è seduto ritrovi il mio saluto! (Metendo il conto sulla sedia) BORGHESI In quel rullio tu senti la patria maestà. RODOLFO, MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE E dove s'è seduto ritrovi il mio saluto! LA FOLLA Largo, largo, eccoli qua! MONELLI Ohè! Attenti eccoli qua! MARCELLO Giunge la Ritirata! LA FOLLA In fila! MARCELLO, COLLINE Che il vecchio non ci veda fuggir colla sua preda! RODOLFO Giunge la Ritirata! MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE Quella folla serrata il nascondiglio appresti! MIMÌ, MUSETTA, RODOLFO, MARCELL SCHAUNARD, COLLINE Lesti, lesti, lesti! LA FOLLA I Zappatori! I Zappatori! Olà! Ecco il Tambur Maggior: pare un general! La Ritirata è qua! Eccolo là! Il bel Tambur Maggior! La canna d'or, tutto splendor! Che guarda, passa, va! (La Ritirata attraversa la scena, dirigendosi verso il fondo a destra. Musetta non potendo camminare perché ha un solo piede calzato, è alzata a braccia da Marcello e Colline che rompono le fila degli astanti, per seguire la Ritirata; la folla vedendo Musetta portata trionfalmente, ne prende pretesto per farle clamorose ovazioni. Marcello e Colline con Musetta si mettono in coda alla Ritirata, li seguono Rodolfo e Mimì a braccetto e Schaunard col suo corno imboccato, poi studenti e sartine saltellando allegramente, poi ragazzi, borghesi, donne che prendono il passo di marcia. Tutta questa folla si allontana dal fondo seguendo la Ritirata militare) RODOLFO, MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE Viva Musetta! Cuor birichin! Gloria ed onor, onor e gloria del quartier latin! LA FOLLA Tutto splendor! Di Francia è il più bell'uom! Il bel Tambur Maggior Eccolo là! Che guarda, passa; va! (Intanto Alcindoro con un paio di scarpe bene incartocciate ritorna verso il Caffè Momus cercando di Musetta; il cameriere, che è presso al tavolo, prende il conto lasciato da questa e cerimoniosamente lo presenta ad Alcindoro, il quale vedendo la somma, non trovando più alcuno, cade su di una sedia, stupefatto, allibito)
ACTO II
En el Barrio Latino (Un cruce de calles; la parte más ancha toma la forma de una plazoleta repleta de tiendas, vendedores de todo tipo. A un lado, el Café Momus. La víspera de Navidad. Abundante y variopinto gentío: burgueses, soldados, chicos, niñas, estudiantes, modistas, gendarmes, etc. A la puerta de sus tiendas las vendedores gritan a todo pulmón, incitando a la masa de compradores. Separados, entre esa presión de gente, andan, de un lado a otra Rodolfo y Mimí. Colline está junto a la tienda de una zurcidora; Schaunard, en una tienda de viejo, comprando un silbato y una cama. Marcelo, va de un lado a otro, a donde lo lleva lo gente. Parejas de burgueses en mesas, fuera del Café Momus. Atardecer. Las tiendas están iluminadas can lamparillas y farolillos encendidos; un gran farol ilumina la entrada del café. La masa de gente hace que el bullicio sea incesante) VENDEDORES (En la puerta de sus tiendas, todos gritando) ¡Naranjas! ¡Dátiles! ¡Castañas calientes! ¡Muñecos, cruces! ¡Turrones y caramelos! ¡Flores, para las mujeres guapas! ¡Vaya pasteles! ¡Nata montada! ¡Gorriones, pájaros! ¡Dátiles! ¡Truchas! ¡Leche de coco! ¡Zanahorias! GOLFILLOS (Gritando) ¡Naranjas! ¡Muñecos! ¡Castañas calientes y caramelos! ¡Turrones! LA MULTITUD ¡Cuánta gente! ¡Qué jaleo! (Se alza el telón) Sujétate a mí. ¡Qué jaleo! Dejen pasar... ¡corramos! ¡Lisa! ¡Emma! ¡Ven rápido, Emma, cuando te llamo! Aún nos queda otra calle... cojamos la calle Mazzarino, que me falta ya el aliento... ¿Lo ves? El Café está aquí al lado. ¡Oh! ¡Qué joyas tan estupendas! ¡Los ojos más bonitos que he visto! Peligrosos ejemplos nos está dando hoy la multitud... En mis tiempos era mejor. ¡Viva la libertad! EN EL CAFÉ (Gritando y reclamando al camarero que va y viene atareado) ¡Rápido Aquí! ¡Camarero! ¡Un vaso! ¡Cerveza! ¡Un café! VENDEDORES (De un lado a otro, entre la multitud, ofreciendo mercancía) ¡Caramelos! ¡Flores para las guapas! ¡Pasteles! ¡Nata montada! ¡Gorriones y pinzones! ¡Dátiles! ¡Leche de coco! GOLFILLOS ¡Vamos, deprisa! ¡Leche de coco! VENDEDORES ¡Leche de coco! ¡Zanahorias! SCHAUNARD (Después de haber tocado la corna por la que ha regateado durante un buen rato con un buhonero) ¡Falso es este Rey! Boquilla y corna... Cuánto es? (Paga. Rodolfo y Mimí, pasan por entre la multitud, hacia el taller de la modista) COLLINE (Junto a la zurcidora que le ha cosido el bajo del chambergo) Está un poco usado... RODOLFO Vamos... MIMÍ ¿Vamos por el sombrerito? COLLINE ...pero es bueno, y a buen precio (Paga. Luego distribuye, los libros con lo que va cargando, entre los muchos bolsillos del chambergo) RODOLFO Sujétate de mi brazo, Así, bien sujeta... ¡Vamos! (entran en la tienda de una modista) MARCELO (Completamente solo, entre la gente, con un paquete bajo el brazo, mirando a las jóvenes que el gentío casi le pone en sus brazos) Yo, casi me siento capaz de gritar: "¿Quién quiere, alegres damiselas, un poco de amor?". VENDEDORES ¡Dátiles! ¡Truchas! UN VENDEDOR AMBULANTE (Atraviesa la escena, gritando) ¡Ciruelas de Tours! MARCELO (Acercándose a una muchacha) ¡Vayamos juntos a comprar y vender! Yo, doy por una sola moneda, mi virginal corazón! (La muchacha se aleja, riéndose) SCHAUNARD (Se pasea frente al café Momus, esperando a los amigos, armado con el enorme el cuerno de caza, mira curiosamente a la multitud) Entre empujones y pisotones se apresura la multitud, entreteniéndose en probar placeres nuevos... tonterías... Insatisfechos. (Entra un grupo de vendedoras) ALGUNAS VENDEDORAS ¡Muñecos, alfileres! ¡Dátiles y caramelos! COLLINE (Sale al encuentro de Schaunard, triunfalmente, con un viejo libro) Copia rara. mas bien, única: ¡la Gramática Rúnica! SCHAUNARD (Le da unas palmaditas en la espalda, compadeciéndolo) ¡Hombre ingenuo! MARCELO (Al llegar al café Momus, les grita a Schaunard y a Colline) ¡A comer! SCHAUNARD, COLLINE ¿Y Rodolfo? MARCELO Entró en una modista. RODOLFO (Subiendo de la modista con a Mimí) Ven, nos esperan los amigos. (Marcelo, Schaunard y Colline buscan una mesa libre en la terraza del café, pero sólo hay una y ocupada por un grupo de burgueses. Los tres los fulminan con miradas displicentes de desprecio. Entran en el Café) MIMÍ (Señalando el sombrerito que lleva puesto con mucha gracia) ¿Me queda bien este sombrero rojo? RODOLFO (A Mimí) Eres morena y ese color te va muy bien. CLIENTES DEL CAFÉ ¡Camarero! ¡Un vaso! ¡Deprisa! ¡Aquí! ¡Licor de cerezas! MIMÍ (Extasiada ante una tienda) ¡Qué precioso collar de coral! RODOLFO Tengo un tío millonario. Si el buen Dios se hace cargo de él, voy a comprarte un collar mucho más bonito...! (Rodolfo y Mimí, conversando se dirigen hacia el fondo pierdéndose entre la multitud. En una tienda un vendedor, sobre una silla, ofrece a la venta, gesticulando, lencería, gorros de dormir, etc. Un grupo de chicos se paran ante la tienda y estallan en carcajadas) GOLFILLOS, MODISTAS, ESTUDIANTES (Riendo) ¡Ja, la, la, la...! BURGUESES ¡Hagamos cola con la multitud! ¡Niños: estad atentos! ¡Qué jaleo! ¡Cuánta gente! ¡Cojamos la calle Mazzarino! Me ahogo... ¡Vámonos! ¡Mira! ¡el café está aquí cerca! ¡Entremos en el Momus! ¡Ah! VENDEDORES ¡Naranjas! ¡Dátiles! ¡Muñecos! ¡Flores! (mucha gente por todas partes, va de aquí para allá de la pequeña placita; luego, se reúnen al fondo. Colline, Schaunard y Marcelo salen del café llevando una mesa; les sigue un camarero con las sillas. Los burgueses de la mesa de al lado, fastidiados por el ruido, se levantan y se van, al poco rato. Avanzan Rodolfo y Mimí; ella observa a un grupo de estudiantes) RODOLFO (Con un dulce reproche a Mimí) ¿A quién miras? COLLINE Odio al vulgo profano, igual que Horacio. MIMÍ (A Rodolfo) ¿Estás celoso? RODOLFO Al hombre feliz la sospecha siempre acecha. SCHAUNARD Yo, cuando me he saciado, quiero abundancia de espacio... MIMÍ (A Rodolfo) ¿Eres feliz? MARCELO (Al camarero) Queremos una cena suculenta. RODOLFO (Apasionadamente) ¡Claro que si! Mucho... MARCELO ¡Rápido! SCHAUNARD Para muchos. RODOLFO ¿Y tú? MIMÍ ¡Si! ¡Mucho...! MODISTAS, ESTUDIANTES (Algunos) ¡Allí! ¡Vamos a Momus! (Entran en el café) MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE (Al camarero, que entra corriendo al café, mientras, otro sale con una bandeja con todo lo necesario para preparar la mesa) ¡Rápido! (Rodolfo y Mimí se dirigen al café Momus) LA VOZ DE PARPIGNOL (VENDEDOR AMBULANTE) (Desde lejos) ¡Llegan los juguetes de Parpignol! RODOLFO (Se une a sus amigos y les presenta a Mimí) Dos sillas. COLLINE ¡Por fin! RODOLFO Ya estamos aquí. Os presento a Mimí, sabia florista. Su venida completa la agradable compañía. Pues... porque yo soy el poeta y ella, la poesía. De mi mente, nacen los cantos: de sus dedos, nacen las flores... De las almas exultantes ¡nace el amor! MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE (Riendo) ¡Ja, ja, ja, ja! MARCELO (Con ironía) ¡Dios qué ideas tan raras! COLLINE (Solemne, señalando a Mimí) Digna es de entrar. SCHAUNARD (Teatralizando la autoridad) Que entre pues; si es necesario. COLLINE Yo no le doy sino un "accésit" LA VOZ DE PARPIGNOL (Más cerca) ¡Llegan los juguetes de Parpignol! (Se sientan todos a la mesa; entretanto, vuelve el camarero) COLLINE (al ver al camarero, le grita con énfasis) ¡Salami! (El camarero les da la lista de platos que pasa por las manos de los cuatro amigos, la miran en profundidad, con una especie de admiración. Por la calle Delfino aparece una carreta de chucherías y flores iluminada con farolillos. Quien la empuja es Parpignol el popular vendedor de juguetes; los niños la siguen brincando y rodeando el carro, extasiados con los juguetes) CHICOS, NIÑAS (Alrededor) ¡Parpignol! ¡Parpignol! ¡Parpignol...! (Salen) ¡Aquí está Parpignol! ¡Parpignol! ¡Con la carreta llena de flores! ¡Aquí está Parpignol! ¡Quiero la trompeta, el caballito! ¡El tambor, el tamboril...! ¡Quiero el cañón, quiero el látigo, el ejército de soldaditos! (Niñas y chicos rodean la carreta de Parpignol gesticulando con gran vivacidad Un grupo de madres buscan a los chicos y, al encontrarlos junto a Parpignol, se ponen a gritarles: una coge al hijito por una mano, la otra saca de ahí a su niña. Algunas amenazan; otras gritan aunque, inútilmente, porque ni las niñas ni los niños quieren separarse de la carreta) SCHAUNARD ¡Ciervo asado! MARCELO (Examinando el papel y pidiendo, en voz alta, al camarero) ¡Un pavo! SCHAUNARD ¡Vino del Rin! COLLINE ¡Vino de mesa! SCHAUNARD ¡Langosta sin piel! LAS MADRES (Furiosas, amenazantes) ¡Ah, pequeños endemoniados! ¿Qué habéis venido a hacer a este lugar? ¡A casa! ¡A la cama! ¡Vamos, traviesos, descarados! ¿Los coscorrones os han sabido a poco? (Una mamá coge de la oreja a un niño y este se pone a lloriquear) UN NIÑO (Lloriqueando) ¡Quiero la trompeta, el caballito...! RODOLFO Y tú, Mimí, Qué quieres? MIMÍ La crema. (Las mamas, enternecidas, se deciden a comprar a Parpignol. Los niños saltan de alegría, apropiándose de los juguetes) SCHAUNARD (Con muchísima importancia dice al camarero que tome buena nota de todo lo que le han pedido) Y, bien servido pues... ¡hay una dama! (Parpignol va hacia la calle Comedia. Los niños lo siguen, con alegría, marchando y fingiendo que van tocando los instrumentos musicales que les acaban de comprar) NIÑOS, NIÑAS ¡Viva Parpignol! ¡Parpignol! ¡El tambor! ¡El tamboril...! ¡El ejército de soldaditos ...! (salen, siguiendo la carreta de Parpignol) MARCELO (Como siguiendo la conversación) Señorita Mimí, ¿qué regalo raro os ha hecho su Rodolfo? MIMÍ (Muestra un sombrerito que saca de un paquete envuelto) Un sombrerito con encajes, bordado todo en rojo. Con mi cabello oscuro va muy bien. Hacía tiempo que un sombrerito así había deseado... y él ha sabido leer lo que guardaba en mi corazón... Quien puede leer un corazón conoce el amor... y lo interpreta. SCHAUNARD Experto profesor... COLLINE (Siguiendo la idea de Schaunard) ...que ya tiene diplomas y no son armas nuevas sus rimas... SCHAUNARD (Interrumpiendo) ¡Hasta parece cierto todo lo que expresa! MARCELO (Mirando a Mimí) ¡Oh, bella edad de engaños y de utopía! Se cree, se espera, y todo parece ser bello... RODOLFO El más bello poema es aquél, amigo mío, que nos enseña a amar. MIMÍ Amar es aún más dulce que la miel MARCELO (Enfadado) Según el paladar, es miel o es hiel. MIMÍ (Sorprendida, a Rodolfo) ¡Oh, Dios mío! ¡Lo he ofendido! RODOLFO El está de luto, querida Mimí. SCHAUNARD, COLLINE (Por cambiar de conversación) ¡Animaos! ¡Un brindis!... MARCELO (Al camarero) ¡Aquí el licor!... TODOS (Levantándose) Fuera las preocupaciones... ¡Arriba los vasos!... ¡bebamos! MARCELO (Interrumpe, al ver que entra Musetta, riendo) ¡Para mi, veneno! (cae en la silla. Por la esquina de la calle Mazzarino aparece una belle señorita de modales coquetos y alegres, de sonrisa provocativa. La sigue, detrás, Alcindoro un anciano pomposo en el vestir, en las maneras sociales y en la personalidad) SCHAUNARD, COLLINE, RODOLFO (Sorprendidos, al ver a Musetta) ¡Oh! ¡Musetta! MARCELO ¡Ella! TENDERAS (Al ver a Musetta) ¡Anda! ¡Ella! ¡Si! ¡Anda, si es ella, Musetta! ¡Estamos en auge...! ¡Qué ropas! ALCINDORO (Convulso) Como un portamaletas... corriendo por aquí y por allá... ¡No, no! ¡Así no podemos seguir!... MUSETTA (deprisa, mirando aquí y allá, como buscando a alguien; Alcindoro la sigue, bufando y enfadado. Ella lo llama, como si fuese un perro) ¡Ven, Lulú! ALCINDORO ¡Ya no puedo más! MUSETTA ¡Vamos, Lulú! SCHAUNARD ¡Ese animal estúpido hasta parece que esta sudando! (Musetta ha visto la mesa de los amigos delante del café Momus e indica a Alcindoro que se siente en la mesa que han dejado libre los burgueses) ALCINDORO (a Musetta) ¿Cómo? ¿Aquí fuera? ¿Aquí...? MUSETTA ¡Siéntate, Lulú! (Irritado, se sienta, y, con genio, se sube el cuello del abrigo) ALCINDORO (Barruntando) Esos apodos, te lo ruego, resérvalos para la intimidad. (Un camarero se acerca y prepara la mesa) MUSETTA ¡No te hagas el Barbazul! (Ella se sienta también a la mesa, de cara al café) COLLINE (Examinando al viejo) Es un vicioso discreto... MARCELO (Con desprecio) ¡Con la casta Susana!. MIMÍ (A Rodolfo) Va muy bien vestida. RODOLFO Los ángeles van desnudos. MIMÍ (Con curiosidad) ¿La conoces? ¿Quién es? MARCELO (A Mimí) Pregúntamelo a mi. Se llama Musetta... MUSETTA (Molesta, al ver que los amigos de la mesa de al lado no la miran) Marcelo me ha visto... MARCELO ...de apellido: ¡Tentación! MUSETTA ...¡y no me mira, el malvado!... MARCELO Por vocación propia se dedica a ser la rosa de los vientos... MUSETTA (Cada ve mas alterada) ¡Y ese Schaunard, riéndose...! MARCELO ...va cambiando, de un día a otro, de amantes y de amores... MUSETTA ¡Me están revolviendo el estómago! MARCELO ...y así como la lechuza... MUSETTA ¡Si pudiese picarlo! ¡Si lo pudiese arañar...! MARCELO ...es un pájaro sanguinario; su alimento cotidiano ¡es el corazón...! MUSETTA Pero no tengo a mano sino a ¡este pelicano!... MARCELO ¡Come corazones! MUSETTA ...¡espera! MARCELO (Con amargura) Por eso, yo ya no tengo... ¡Eh, camarero! (Ocultando su emoción) ¡Pasadme la salsa! MUSETTA (Grita, al oler uno de los platos, al camarero, que corre hacia ella) ¡Eh! ¡Camarero! ¡Este plato apesta a refrito! (Con fuerza, arroja el plato al suelo, el camarero recoge los pedazos) ALCINDORO (Reteniéndola) ¡No, Musetta! ¡Calla! ¡Cálmate! MUSETTA (Viendo que Marcelo no se vuelve) ¡Y no se vuelve! ALCINDORO (Con ridícula desesperación) ¡Calla, calla! ¡Modérate! ¡Ten maneras! ¿A quién le estás hablando? COLLINE ¡Este pollo es un poema! MUSETTA (Furiosa) Le voy a pegar... ¡Lo mato! ALCINDORO Pero... ¿a quién le estas hablando? MUSETTA Al camarero. ¡No me fastidies! SCHAUNARD ¡El vino es excelente! MUSETTA Quiero hacer mi voluntad... ALCINDORO Habla más bajo... Habla más bajo... (Coge el menú y empieza a pedir la cena) MUSETTA ¡Quiero hacer lo que me apetezca! ¡No me fastidies! ALCINDORO ¡Habla más bajo!... ¡Más bajo...! MUSETTA ¡No me fas-ti-dies! MODISTAS (Atraviesan la escena; se paran un momento al ver a Musetta) Mira, mira a quién se ve: ¡pero si es ella: la misma Musetta! ESTUDIANTES (Atravesando la escena) Con ese viejo que tartamudea... ¡ella... la mismísima Musetta! (Riendo) ¡ja, ja, ja, ja! MUSETTA ¿Estará celoso de esta momia?... ALCINDORO (Interrumpe su pedido al camarero para sosegar a Musetta, que sigue muy agitada) La apariencia... la posición... la virtud... MUSETTA ...veamos si me queda poder sobre él para hacerlo ceder. SCHAUNARD ¡La representación es estupenda! MUSETTA (Mirando a Marcelo, en voz alta) ¡No me estás mirando! ALCINDORO (Cree que Musetta se está dirigiendo a él, se complace y le responde con gravedad) ¡Ya ves que te obedezco!... SCHAUNARD ¡La representación es estupenda! COLLINE ¡Estupenda! RODOLFO (A Mimí) Ten en cuenta, que no voy a estar perdonándote siempre. SCHAUNARD Ella habla a uno, para que se entere el otro. MIMÍ (A Rodolfo) Te amo, y soy toda tuya... ¿Qué me dices de perdones? COLLINE (A Schaunard) Y el otro, indiferente, cruel, finge no enterarse de nada, pero liba la miel. MUSETTA Pero tu corazón te golpea el pecho. ALCINDORO Baja el tono de voz, despacio MUSETTA Pero tu corazón te golpea fuerte el pecho. ALCINDORO Habla más bajo, más bajo. MUSETTA (Sentada, dirigiéndose intencionadamente a Marcelo, que empieza a removerse en la silla) Cuando voy solita por la calle, la gente se para y mira, y mi belleza todos admiran, de la cabeza a los pies... MARCELO (A los amigos, con voz sofocada) ¡Atadme a la silla! ALCINDORO ¿Qué estará diciendo esa gente? MUSETTA Y saboreo, entonces, ese anhelo sutil que en sus ojos brillan y la suave evidencia de mostrar la oculta belleza. (Se pone de pie) Así, el efluvio del deseo, toda me envuelve, y me siento feliz, ¡liviana y feliz!... ALCINDORO (Se dirige a Musetta tratando de que se siente) ¡Ese canto impúdico me revuelve la bilis! MUSETTA (A Marcelo) Y tú, que conoces, que recuerdas y te abrasas, ¿tanto huyes de mi? Bien lo sé: tu angustia no voy a desvelar, ¡pero te sientes morir! MIMÍ (A Rodolfo) Bien se ve .. que la pobrecita suspira por Marcelo... Suspira por él... (Schaunard y Colline se levantan y observan la escena con curiosidad, mientras que Rodolfo y Mimí siguen sentados hablándose con ternura. Marcelo, todavía más nervioso, ha dejado su sitio, quiere irse, pero no puede resistirse a la voz de Musetta) ALCINDORO ¿Qué estará diciendo esa gente? RODOLFO (A Mimí) Marcelo la amaba, antes... SCHAUNARD ¡Ah! ¡Marcelo cederá! RODOLFO (A Mimí) ...y la muy fresca lo abandonó... COLLINE ¡Quién sabe lo que puede suceder! RODOLFO ... para, luego, darse mejor vida. (Alcindoro intenta persuadir, a Musetta para que se siente a la mesa pues, la cena está ya lista) SCHAUNARD Encuentran dulce, ambos, el lazo: quien lo tiende y quien lo recibe... COLLINE ¡Santos dioses! En semejante intriga jamás caerá Colline! MUSETTA (para sí) ¡Ah! ¡Marcelo arde...! ¡Está vencido...! ALCINDORO ¡Habla más bajo!... ¡Calla, calla!... MIMÍ (Mirando a Alcindoro) Ese infeliz me inspira piedad. COLLINE ¡Esa si que es buena! No estoy ciego. MIMÍ (Estrechándose contra Rodolfo) ¡Te amo! SCHAUNARD (para sí) ¡Ese bravucón caerá en un segundo! ¡Estupenda es la comedia! ¡Marcelo cederá! (A Colline) Si una persona así, tan bella, te tratase íntimamente, tu ciencia rezonglona mandarías pronto al diablo... RODOLFO (Ciñendo a Mimí por la cintura) ¡Mimí! Flaco es el amor que la ofensa no sabe vengar. Un amor que ha muerto, no resurge,... MIMÍ El amor que no es generoso es un amor triste ¡Ese infeliz me inspira piedad! COLLINE ...me gusta bastante más una pipa y un texto griego. Musetta es bella; no estoy ciego, pero... ALCINDORO (A Musetta) ¡Compórtate! ¡Calla, calla!... MUSETTA Bien conozco tu angustia; no quiero contarla... ¡Ah! Pero te sientes morir... (A Alcindoro) Quiero hacer lo que me apetece, lo que me venga en gana. ¡No me fastidies! ¡No me fastidies! ¡No me fastidies! (Para sí) Ahora conviene librarse del viejo (Fingiendo un fuerte dolor en el pie, va a sentarse de nuevo) ¡Ay...! ALCINDORO ¿Qué te ocurre? MUSETTA ¡Qué dolor! ¡Qué escozor! ALCINDORO ¿Dónde? (Se inclina para desatar el zapato a Musetta) MUSETTA (Enseñando el pie con coquetería) ¡En el pie!... MARCELO (Conmovido, adelantándose) ¡Juventud mía, no has muerto, ni ha muerto tu recuerdo... si llamases a mi puerta mi corazón te iría a abrir! MUSETTA ¡Afloja, desata, rompe, rasga! Te lo suplico... ahí abajo, el zapatero... ¡Corre, rápido! ¡Quiero otro par! ¡Ay! ¡Qué daño...! ¡Maldita estrechura de zapato! (Se quita el zapato y lo pone en la mesa) Ahora me lo quito...; aquí está. (Impacientándose) ¡Corre, ve, corre! ¡Rápido, ve, ve! MIMÍ Bien se ve que la pobrecita suspira por Marcelo... RODOLFO Me doy cuenta; ¡la comedia es estupenda! ALCINDORO ¡Imprudente! ¿Qué va a decir la gente? ¿Y, mi reputación? ¿es que quieres que la comprometa? ¡Espera, Musetta! ¡Voy! (Corre, hacia la calle) COLLINE, SCHAUNARD ¡La comedia es estupenda! (Musetta y Marcelo se abrazan con toda pasión) MUSETTA ¡Ah! MARCELO ¡Sirena! SCHAUNARD ¡Estamos en la última escena! (El camarero trae una cuenta) TODOS (Levantándose con sorpresa) ¡La cuenta! SCHAUNARD ¿Tan pronto? COLLINE ¿Quién la ha pedido? SCHAUNARD (Al camarero) Veamos. (Tras mirarla, la pasa a los amigos) COLLINE, RODOLFO (Mirando la cuenta) ¡Qué caro! (A lo lejos se oye una música militar que se va acercando poco a poco) RODOLFO, SCHAUNARD, COLLINE ¡Sacad dinero! SCHAUNARD Colline, Rodolfo, y ¿tú, Marcelo? GOLFILLOS (corriendo hacia la derecha) ¡La retreta! MARCELO ¡Estoy seco! SCHAUNARD ¿Cómo? MODISTAS, ESTUDIANTES (Saliendo apresuradamente del café Momus) ¡La retreta! RODOLFO Tengo treinta sueldos en total. LOS BURGUESES ¡La retreta! MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE ¿Cómo? ¿Ya no hay más? SCHAUNARD Pero, y mi tesoro, ¿dónde está? GOLFILLOS ¿Se acercan por aquí? MUSETTA (Al camarero) A mi, dadme mi cuenta. MODISTAS, ESTUDIANTES ¡No! ¡Por allí! GOLFILLOS Se acercan por allí... MODISTAS, ESTUDIANTES ¡Vienen por aquí! GOLFILLOS ¡No! ¡Vienen por allí! MUSETTA (Al camarero que le da la cuenta) ¡Bien! BURGUESES, VENDEDORES ¡Paso! ¡Paso! MUCHACHOS (Algunos en la ventana) ¡Quiero verlo! ¡Quiero oírlo! MUSETTA ¡Rápido! ¡Sumad eso con esto! ¡Paga el señor que estaba aquí conmigo! LAS MADRES (Alguna en la ventana) Lisetta, ¿te quieres callar? Tonio, ¿quieres parar ya? MUCHACHAS Mamá, quiero verlo; Papá, quiero oírlo... RODOLFO, MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE ¡Paga el señor! MUCHACHOS ¡Quiero ver la retreta! MADRES ¿Quieres callarte? ¿Quieres parar ya? MODISTAS ¡Se acercan por aquí! BURGUESES ¡Se acercan por allí! TODOS ¡Sí, si, por aquí! GOLFILLOS Cuando lleguen les seguiremos al paso. COLLINE, SCHAUNARD, MARCELO ¡paga el señor! MUSETTA Y, donde estaba sentado, mi saludo encontrará... (Pone la cuenta encima de la silla) BURGUESES En esos redobles se aprecia la patria majestad. RODOLFO, COLLINE, SCHAUNARD, MARCELO ¡Y donde se sentó que encuentre tu saludo! LA MUCHEDUMBRE ¡Paso, paso! ¡Aquí están! GOLFILLOS ¡Qué! Atentos: ¡aquí están! MARCELO ¡Se aproxima la retreta! LA MUCHEDUMBRE ¡En fila! COLLINE, MARCELO ¡Que el viejo no nos vea huyendo con su prenda! RODOLFO ¡Se acerca la retreta! MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE ¡Esa turba aglomerada buen escondite ofrece! MIMÍ, MUSETTA, RODOLFO, MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE ¡Rápido! ¡Rápido! ¡Rápido! LA MUCHEDUMBRE ¡Los gastadores! ¡Los gastadores! ¡Aquí! ¡El tambor mayor: parece un general! ¡La retreta ha llegado! ¡Aquí está, el lindo tambor mayor! ¡La bastón de oro, todo esplendor, que mira, pasa y se va! (El desfile atraviesa la escena, dirigiéndose hacia el fondo. Musetta no puede caminar pues tiene un solo zapato, es levantada por los brazos por Marcelo y Colline para seguir al desfile. El gentío al ver a Musetta levantada triunfalmente, empieza a aplaudir clamorosamente. Marcelo y Colline con Musetta se colocan tras el desfile, detrás Rodolfo y Mimí cogidos del brazo y Schaunard con su cuerno de caza, después los estudiantes y las modistas saltando, después muchachos, burgueses, mujeres cogiendo el paso de la marcha. Todos se alejan por el fondo siguiendo el desfile militar) RODOLFO, MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE ¡Viva Musetta! ¡Corazón alegre! ¡Gloria y honor, honor y gloria del Barrio Latino! LA MUCHEDUMBRE ¡Todo esplendor! ¡De Francia, el mejor hombre! ¡El bello tambor mayor! ¡Ahí va! Que mira, pasa y se va... (Entre tanto, Alcindoro vuelve con un par de zapatos hacia el café Momus buscando a Musetta; el camarero que ha servido la mesa, coge la cuenta dejada por ella y se la presenta ceremoniosamente. Al ver la suma y no encontrar a nadie, cae sobre una silla, estupefacto)
ATTO III
La Barriera D'enfer. (Al di là della barriera, il boulevard esterno e, nell'estremo fondo, la strada d'Orléans, a sinistra un cabaret e un piccolo largo costeggiato da alcuni platani. Certi doganieri dormono avnti ad un bracieri. Dal cabaret, ad intervalli, grida, crozi di bicchieri risate. È un alba di febbraio. La neve è doppertutto. Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini) SPAZZINI Ohè, là, le guardie! Aprite! Ohè, là! Quelli di Gentilly! Siam gli spazzini!... Fiocca la neve Ohè, là! Qui s'agghiaccia! UN DOGANIERE (alzandosi assonnato e stirandosi le braccia) Vengo! VOCI INTERNE DAL CABARET (dal cabaret, accompagnano il canto battendo i bicchieri) Chi nel ber trovò il piacer nel suo bicchier, ah! d'una bocca nell'ardor, trovò l'amor! LA VOCE DI MUSETTA (dal cabaret) Ah! Se nel bicchiere sta il piacer, in giovin bocca sta l'amor! VOCI INTERNE (Dal cabaret) Tra-lle-ra-llè... Eva e Noè! (Dànno in una risata clamorosa) VOCI DAL BOULEVARD Hopplà! Hopplà! DOGANIERE Son già le lattivendole! (Egli apre el cancello. Una fila di carretti con contadini entra assieme alla lattaie) LATTIVENDOLE Buon giorno! CONTADINE (entrando in scena con ceste a braccio) Burro e cacio! Polli ed uova! Voi da che parte andate? A San Michele! Ci troverem più tardi? A mezzodì! (Si allontanano per diverse strade. Mimì, dalla via d'Enfer, entra. Appena giunta al primo platano, la coglie un violento accesso di tosse. Poi riavutasi e veduto il Sergente, gli si avvicina) MIMÌ (al Sergente) Sa dirmi, scusi, qual'è l'osteria... (non ricordando il nome) ...dove un pittor lavora? SERGENTE (indicando il Cabaret) Eccola. MIMÌ Grazie . (Esce una fantesca dal Cabaret; Mimì le si avvicina) O buona donna, mi fate il favore di cercarmi il pittore Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta. Ditegli, piano, che Mimì lo aspetta. SERGENTE (ad uno che passa) Ehi, quel panier! DOGANIERE Vuoto! SERGENTE Passi! (Dalla barriera entra altra gente, e chi da una parte, chi dall'altra tutti si allontanano. Le campane dell'ospizio Maria Teresa suonano mattutino. È giorno fatto, giorno d'inverno, triste e caliginoso. Dal Cabaret escono alcune coppie che rincasano) MARCELLO (Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì) Mimì?! MIMÌ Son io. Speravo di trovarti qui. MARCELLO È ver. Siam qui da un mese di quell'oste alle spese. Musetta insegna il canto ai passeggeri; Io pingo quel guerrier sulla facciata. (Mimì tossisce) È freddo. Entrate. MIMÌ ¿è Rodolfo? MARCELLO Sì. MIMÌ Non posso entrar. No! No! MARCELLO (sorpreso) Perché? MIMÌ (Scoppia in pianto, disperata) O buon Marcello, aiuto! aiuto! MARCELLO Cos'è avvenuto? MIMÌ Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama e mi fugge e si strugge per gelosia. Un passo, un detto, un vezzo, un fior lo mettono in sospetto... Onde corrucci ed ire. Talor la notte fingo di dormire e in me lo sento fiso spiarmi i sogni in viso. Mi grida ad ogni istante: Non fai per me, prenditi un altro amante. Non fai per me. Ahimè! In lui parla il rovello; lo so, ma che rispondergli, Marcello? MARCELLO Quando s'è come voi non si vive in compagnia. MIMÌ Dite bene. Lasciarci conviene. Aiutateci! Aiutateci voi; noi s'è provato più volte, ma invano. MARCELLO Son lieve a Musetta ed ella è lieve a me, perché ci amiamo in allegria... Canti e risa, ecco il fior d'invariabile amor! MIMÌ Dite bene. Dite bene. Lasciarci conviene. Fate voi per il meglio. MARCELLO Sta ben! Ora lo sveglio. MIMÌ Dorme? MARCELLO E piombato qui un'ora avanti l'alba; s'assopì sopra una panca. Guardate... (Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret. Mimì tossisce con insistenza. Compassionandola) Che tosse! MIMÌ Da ieri ho l'ossa rotte. Fuggì da me stanotte dicendomi: È finita. A giorno sono uscita e me ne venni a questa volta . MARCELLO (osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret) Si desta... s'alza, mi cerca... viene. MIMÌ Ch'ei non mi veda! MARCELLO Or rincasate... Mimì... per carità, non fate scene qua! (Spinge do lcemente Mimì verso l'angolo del Cabaret di dove però quasi subito sporge curiosa la testa. Marcello corre incontro a Rodolfo) RODOLFO (Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello.) Marcello. Finalmente! Qui niun ci sente. Io voglio separarmi da Mimì. MARCELLO Sei volubil così? RODOLFO Già un'altra volta credetti morto il mio cor, ma di quegli occhi azzurri allo splendor esso è risorto. Ora il tedio l'assale.... MARCELLO E gli vuoi rinnovare il funerale? RODOLFO Per sempre! MARCELLO Cambia metro. Dei pazzi è l'amor tetro che lacrime distilla. Se non ride e sfavilla l'amore è fiacco e roco. Tu sei geloso. RODOLFO Un poco. MARCELLO Collerico, lunatico, imbevuto di pregiudizi, noioso, cocciuto! MIMÌ (fra sé) Or lo fa incollerir! Me poveretta! RODOLFO (con amarezza ironica) Mimì è una civetta che frascheggia con tutti. Un moscardino di viscontino le fa l'occhio di triglia. Ella sgonnella e scopre la caviglia con un far promettente e lusinghier. MARCELLO Lo devo dir? Non mi sembri sincer. RODOLFO Ebbene no, non lo son. Invan nascondo la mia vera tortura. Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo, io l'amo, ma ho paura, ma ho paura ! Mimì è tanto malata! Ogni dì più declina. La povera piccina è condannata! MARCELLO (sorpreso, con voce sorda) Mimì? MIMÌ (fra sé) Che vuol dire? RODOLFO Una terribil tosse l'esil petto le scuote e già le smunte gote di sangue ha rosse... MARCELLO Povera Mimì! MIMÌ (fra sè, piangendo) Ahimè, morire! RODOLFO La mia stanza è una tana squallida... il fuoco ho spento. V'entra e l'aggira il vento di tramontana. Essa canta e sorride e il rimorso m'assale. Me, cagion del fatale mal che l'uccide! MARCELLO Che far dunque? MIMÌ (desolata) O mia vita! (angosciata, fra sè) Ahimè! È finita O mia vita! È finita Ahimè, morir! RODOLFO Mimì di serra è fiore. Povertà l'ha sfiorita; per richiamarla in vita non basta amore! MARCELLO Oh, qual pietà! Poveretta ! Povera Mimì! (La tosse e i singhiozzi violenti rivelano la presenza di Mimì.) RODOLFO (vedendola e accorrendo a lei) Che? Mimì! Tu qui? M'hai sentito? MARCELLO Ella dunque ascoltava? RODOLFO Facile alla paura per nulla io m'arrovello. Vien là nel tepor! (Vuol farla entrare nel Cabaret.) MIMÌ No, quel tanfo mi soffoca! (Dal Cabaret si ode ridere sfacciatamente Musetta.) RODOLFO (Stringe amorosamente Mimì fra le sue braccia e l'accarezza) Ah, Mimì! MARCELLO È Musetta che ride. (Corre alla finestra del Cabaret.) Con chi ride? Ah, la civetta! Imparerai. (Entra impetuosamente nel Cabaret) MIMÌ (svincolandosi da Rodolfo) Addio. RODOLFO (sorpreso) Che! Vai? MIMÌ (affettuosamente) D'onde lieta uscì al tuo grido d'amore, torna sola Mimì al solitario nido. Ritorna un'altra volta a intesser finti fior. Addio, senza rancor. Ascolta, ascolta. Le poche robe aduna che lasciai sparse. Nel mio cassetto stan chiusi quel cerchietto d'or e il libro di preghiere. Involgi tutto quanto in un grembiale e manderò il portiere... Bada, sotto il guanciale c'è la cuffietta rosa. Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!... Addio, senza rancor. RODOLFO Dunque è proprio finita? Te ne vai, te ne vai, la mia piccina?! Addio, sogni d'amor!... MIMÌ Addio, dolce svegliare alla mattina! RODOLFO Addio, sognante vita... MIMÌ (sorridendo) Addio, rabbuffi e gelosie! RODOLFO ... che un tuo sorriso acqueta! MIMÌ Addio, sospetti!... MARCELLO Baci... MIMÌ Pungenti amarezze! RODOLFO Ch'io da vero poeta rimavo con carezze! MIMÌ, RODOLFO Soli d'inverno è cosa da morire! MIMÌ Soli! MIMÌ, RODOLFO Mentre a primavera c'è compagno il sol! MIMÌ c'è compagno il sol! (nel Cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti. Marcello e Musetta bisticciando) MARCELLO (di dentro) Che facevi, che dicevi presso al fuoco a quel signore? MUSETTA (di dentro) Che vuoi dir? (Esce correndo. bisticciando) MIMÌ Niuno è solo l'april. MARCELLO (fermandosi sulla porta del Cabaret, rivolto a Musetta:) Al mio venire hai mutato colore. MUSETTA (con attitudine di provocazione) Quel signore mi diceva: Ama il ballo, signorina? RODOLFO Si parla coi gigli e le rose. MIMÌ Esce dai nidi un cinguettio gentile... MARCELLO Vana, frivola, civetta! MUSETTA Arrossendo rispondeva: Ballerei sera e mattina. MARCELLO Quel discorso asconde mire disoneste. MUSETTA Voglio piena libertà! MARCELLO (quasi avventandosi contro Musetta) Io t'acconcio per le feste.... MIMÌ, RODOLFO Al fiorir di primavera c'è compagno il sol! MUSETTA Ché mi gridi? Ché mi canti? All'altar non siamo uniti. MARCELLO Se ti colgo a incivettire! Bada, sotto il mio cappello non ci stan certi ornamenti... MUSETTA Io detesto quegli amanti che la fanno da mariti... MIMÌ, RODOLFO Chiacchieran le fontane la brezza della sera balsami stende sulle doglie umane. MARCELLO Io non faccio da zimbello ai novizi intraprendenti. Vana, frivola, civetta! Ve n'andate? Vi ringrazio: (ironico) or son ricco divenuto. MUSETTA Fo all'amor con chi mi piace! Non ti garba? Fo all'amor con chi mi piace! Musetta se ne va. MARCELLO, MUSETTA Vi saluto. MIMÌ, RODOLFO Vuoi che aspettiam la primavera ancor? MUSETTA Signor: addio! vi dico con piacer!. MARCELLO Son servo e me ne vo! (S'allontana correndo furibonda, a un tratto si sofferma) MUSETTA (Gridando) Pittore da bottega! MARCELLO (dal mezzo della scena, gridando:) Vipera ! MUSETTA Rospo! (Esce.) MARCELLO (Entra nel Cabaret) Strega! MIMÌ (avviandosi con Rodolfo) Sempre tua per la vita... RODOLFO, MIMÌ Ci lasceremo... ... alla stagion dei fior... MIMÌ (Carezzevole) Vorrei che eterno durasse il verno! (Cala lentamente il siparo) MIMÌ, RODOLFO (dall'interno, allontanandosi) Ci lascerem alla stagion dei fior!
ACTO III
La Barrera D'enfer. (Junto a la barrera, el bulevar exterior; en el fondo, la calle de Orleans, a la izquierda una taberna y un pequeño paseo flanqueado por algunos plátanos. Algunos aduaneros duermen ante un brasero. En la taberna, de tanto en tanto, se oyen gritos, brindis y carcajadas. Es una mañana de febrero, can nieve por todas partes. Detrás de la verja, cerrada, golpean los pies, por el frío, algunos barrenderos) BARRENDEROS ¡Eh! ¡Ahí, la guardia! ¡Abrid! ¡Esos de Gentily! ¡Somos los barrenderos!... Caen buenos copos de nieve. ¡Aquí nos congelamos! UN ADUANERO (Bostezando y estirando los brazos) ¡Voy! VOCES DE LA TABERNA (Dentro de la taberna, el canto se acompaña de brindis) Quien en el beber encontró el placer en su vaso ¡ah! ¡en una boca, ardorosa, encontró el amor! LA VOZ DE MUSETTA (Dentro de la taberna) ¡Ah! ¡Si en el vaso está el placer, en una boca joven está el amor! VOCES INTERNAS (Dentro de la taberna) Tra-le-ra-lé... ¡Eva y Noé! (Terminando con una risotada) VOCES DESDE EL BULEVAR Hopp...la! Hopp...la! ADUANEROS ¡Aquí están ya las lecheras! (Abren el cierre. Una fila de carretas con campesinos entran, junto a las lecheras) LAS LECHERAS ¡Buenos días! CAMPESINOS (Entran con cestas al brazo) ¡Mantequilla y queso! ¡Pollos y huevos! Vosotros, ¡a dónde vais? A San Miguel. ¡Nos vemos después! ¡A mediodía! (Se alejan por varias calles. Entra Mimí por la calle D'enfer; en cuanto se detiene junto a un plátano, le viene un violento acceso de tos. Ya repuesta, le ve al sargento y se le acerca) MIMÍ (Al sargento) Sabe decirme, disculpe, ¿cuál es la hostería... (no recuerda el nombre) ...donde trabaja un pintor? SARGENTO (Indicando la taberna) Ésa es. MIMÍ Gracias. (Sale de la taberna una mujer de servicio. Mimí se le aproxima) Buena señora, ¿me hace el favor de llamar al pintor Marcelo? Tengo que hablarle. Y tengo tanta prisa... Dígale, en voz baja, que Mimí lo espera. SARGENTO (A uno que pasa) ¡Eh, esa canasta! ADUANERO ¡Vacía! SARGENTO ¡Que pase! (Por la valla entra más gente, por una parte y por otra. Todo el mundo se aleja. La campana del asilo María Teresa suena a maitines, amanece, día de invierno triste y con niebla. De la taberna salen algunas parejas que vuelven a casa) MARCELO (Marcelo sale de la taberna y sorprendido ve a Mimí) ¿Mimí? MIMÍ Soy yo. Esperaba encontrarte aquí. MARCELO Sí; estamos aquí desde hace un mes, dependemos del posadero Musetta enseña canto a los clientes, yo pinto esos guerreros sobre la fachada. (Mimí tose) Hace frío. Entra. MIMÍ ¿Está Rodolfo? MARCELO Si. MIMÍ No puedo entrar. ¡No, no! MARCELO (Sorprendido) ¿Por qué? MIMÍ (Rompe a llorar, desesperada) ¡Oh, querido Marcelo..., ayudadme, ayudadme! MARCELO ¿Qué ha ocurrido? MIMÍ Rodolfo me ama y huye de mi. Rodolfo se retuerce de celos. Un paso, un dicho, una caricia, una flor suscitan su sospecha... después, gritos e ira. Una noche, por ejemplo, finjo estar dormida y noto su mirada fija en mi, espiándome el sueño. Me grita a cada momento: ¡No lo hagas por mi; búscate otro amante! No lo hagas por mi. ¡Ay de mi! Es el monstruo de los celos quien habla por su boca pero... ¿Qué responderle, Marcelo? MARCELO Cuando la situación se pone así, no se debe vivir juntos. MIMÍ Dices bien. Conviene separarnos. ¡Ayúdanos! Ayudadnos vosotros! Nosotros ya lo hemos intentado otras veces pero... en vano. MARCELO Yo no presiono a Musetta y ella no me presiona a mi, porque nos amamos con alegría cantos y risas: así es la flor de un invariable amor... MIMÍ Dices bien, dices bien. Nos conviene separarnos. Haz lo que creas mejor. MARCELO Está bien; ahora lo despierto. MIMÍ ¿Está dormido? MARCELO Se ha tumbado aquí una hora antes del amanecer. Está tumbado sobre un banco. Mira: (Le hace un gesto a Mimí para que mire por la ventana de la taberna. Mimí; tose mucho. La compadece) ¡Qué tos! MIMÍ Desde ayer, tengo los huesos rotos. Huyó de mi anoche diciéndome: "Hemos terminado" Por la mañana, he salido para venir aquí. MARCELO (Observa a Rodolfo, en el interior de la taberna) Se despereza, se levanta. Me busca... Viene. MIMÍ ¡Que no me vea! MARCELO Ahora, vuelve a casa... Mimí... por caridad, ¡no hagas aquí una escena! (Mimí se dirige lentamente hacia la esquina de la taberna, pero gira curiosa la cabeza. Marcelo corre al encuentro de Rodolfo) RODOLFO (Sale de la taberna y camina hacia Marcelo) ¡Marcelo, por fin! Aquí no nos oye nadie. Quiero separarme de Mimí MARCELO ¿Tan voluble eres? RODOLFO Ya, antes, había creído muerto mi corazón pero... esos ojos azules, con su esplendor, lo reavivaron. Ahora, el tedio lo asalta... MARCELO ¿Y le quieres renovar el funeral? RODOLFO ¡Para siempre! MARCELO Cambia de rima. De necios es el amor tétrico que lágrimas destila; si no ríe y se divierte el amor es flaco y quebradizo. ¿Estás celoso? RODOLFO Un poco. MARCELO ¡Colérico, lunático, lleno de prejuicios, ruidoso, testarudo! MIMÍ (Para sí) Ahora lo va a encolerizar, ¡pobre de mi! RODOLFO (Con ademanes irónicos) Mimí es una fresca que coquetea con todos: un moscardón de vizcondesito le ilumina la mirada, ella se levanta la falda y le descubre el tobillo de manera provocativa y pícara, MARCELO ¿Tengo que decírtelo? No me pareces sincero. RODOLFO Está bien. No lo soy . En vano, en vano escondo mi verdadera tortura: amo a Mimí más que a nada en el mundo, ¡la amo! ¡Pero tengo miedo, tengo miedo.! ¡Mimí está tan enferma! Cada día está peor. ¡La pobrecita está condenada! MARCELO (Sorprendido, con voz ronca) ¿Mimí? MIMÍ (Para sí) ¿Qué querrá decir? RODOLFO Una tos terrible su pecho leve sacude. y sus mejillas se tiñen de gotas rojas de sangre... MARCELO ¡Pobre Mimí! MIMÍ (para sí, llorando) ¡Ay de mi! ¡Moriré! RODOLFO Mi habitación es una guarida escuálida. El fuego está apagado, entra el viento del norte y hace remolinos. Ella canta y sonríe y el remordimiento me muerde. ¡Yo, culpable del mal fatal que la está matando! MARCELO ¿Qué hacer, pues? MIMÍ (desolada, para sí) ¡Oh, mi vida! (Angustiada) ¡Ay de mí! ¡Se acaba...! ¡Oh, mi vida! ¡Se acaba...! ¡Ay de mi! Moriré! RODOLFO Mimí, flor de montaña, la pobreza la ha marchitado. Para retenerla en la vida no basta sólo el amor. MARCELO Pobrecita. ¡Pobre Mimí! ¡Pobre Mimí! (Mimí tose entre sollozos y revelando su presencia) RODOLFO (viéndola y acercándose a ella) ¡Qué! ¡Mimí! ¿Tú, aquí? ¿Me has oído? MARCELO ¡Ella estaba escuchando! RODOLFO Fácil al miedo, por nada me asusto. ¡Ven aquí al calor! (Quiere hacerla entrar en la taberna) MIMÍ No; ese ambiente cargado me sofoca. (Se oye a Musetta, riendo, dentro de la taberna) RODOLFO (Estrecha, amorosamente, entre sus brazas a Mimí y la acaricia) ¡Ah! ¡Mimí! MARCELO Es Musetta quien ríe. (Corre a la ventana de la taberna) ¿Con quién ríe? ¡Ah, descarada! ¡Vas a aprender! (Entra rápido en la taberna) MIMÍ (Desasiéndose de Rodolfo) Adiós. RODOLFO (Sorprendido) ¡Qué! ¿Te vas? MIMÍ (afectuosamente) A donde feliz respondió a tu llamada de amor, vuelve sola Mimí al nido solitario vuelve de nuevo a bordar falsas flores. Adiós, sin rencor. Escucha, escucha: Las pocas cosas que dejé en tu casa, recógelas. En mi cajón están el anillito de oro y el libro de oraciones. Envuelve todo en un atillo; yo, mandaré al portero... Ten cuidado; debajo de la almohada está la gorrita roja, si quieres... consérvala como recuerdo de amor... Adiós, sin rencor. RODOLFO Entonces, ya todo ha terminado. ¡Te vas, te vas mi palomita? ¡Adiós, sueño de amor! MIMÍ ¡Adiós, dulce despertar de la mañana! RODOLFO ¡Adiós, vida de ensueño! MIMÍ (Sonriendo) ¡Adiós, peleas y celos... RODOLFO ... que una sonrisa tuya disipaban! MIMÍ ¡Adiós, sospechas!... RODOLFO Besos. MIMÍ ¡Punzante amargura... RODOLFO ...que yo, como verdadero poeta, rimaba con dulzura! RODOLFO, MIMÍ Solos, el invierno es para morirse. MIMÍ Solos... RODOLFO, MIMÍ Mientras que, en primavera, acompaña el sol. MIMÍ ¡La compañía del sol! (En la taberna estrépito de platos y vasos rotos. Marcelo y Musetta peleándose) MARCELO (desde dentro) ¿Qué hacías? ¿Qué decías junto al fuego, a aquel señor? MUSETTA (desde dentro) ¿Qué quieres decir? (Sale corriendo discutiendo) MIMÍ Nadie está solo en abril. MARCELO (Apoyándose en la puerta de la taberna, vuelto a Musetta) En cuanto he llegado yo has cambiado de color. MUSETTA (Con actitud provocativa) Ese señor me decía: "¿Le gustaría bailar, señorita?" RODOLFO Se habla con los lirios y rosas. MIMÍ Salen de sus nidos las cigüeñitas gentiles... MARCELO ¡Vana, frívola, desvergonzada! MUSETTA Ruborizada, yo respondía: ¡"Bailaría hasta el amanecer"! MARCELO Esas palabras esconden miras deshonestas. MUSETTA ¡Quiero plena libertad! MARCELO (Arrojándose, casi, contra Musetta) ¡Te voy a ajustar las cuentas!... RODOLFO, MIMÍ Cuando llegue la primavera nos acompañará el sol. MUSETTA ¿Por qué me gritas? ¿Qué me reprochas? No estamos casados. MARCELO ¡Si te pesco coqueteando...! ¡Ten cuidado! ¡Debajo de este pelo no crecen ciertos ornamentos...! MUSETTA Detesto a los amantes que actúan como maridos. RODOLFO, MIMÍ Rumorean las fuentes, la brisa de la tarde, como bálsamo, consuela las penas humanas. MARCELO No voy a ser el hazmerreír de tus nuevos pretendientes. ¡Vana, frívola, desvergonzada! ¿Te vas? ¡Te lo agradezco! (Irónico) ¡Mejor, ahora salgo ganando! MUSETTA Hago el amor con quien me apetece, ¿no te gusta? ¡Pues, lo hago con quien quiero! Musetta se va. MARCELO, MUSETTA A vuestros pies... RODOLFO, MIMÍ ¿Quieres que esperemos hasta la primavera? MUSETTA Señor: ¡adiós os digo con gran placer! MARCELO ¡Obedezco, y me largo! (Musetta se aleja, corriendo, furiosa; después, se detiene) MUSETTA (Gritando) ¡Pintor de brocha gorda! MARCELO (Desde el centro grita) ¡Serpiente! MUSETTA ¡Sapo! (Sale) MARCELO (Vuelve a entrar en la taberna) ¡Bruja! MIMÍ (acercándose a Rodolfo) Siempre tuya... para toda la vida. RODOLFO, MIMÍ Nos separaremos... ...en la estación de las flores... MIMÍ (con dulzura) ¡Quisiera que el invierno durase eternamente! (Lentamente, va cayendo el telón) RODOLFO, MIMÍ (Alejándose) ¡Nos separaremos en la estación de las flores!...
ATTO IV
In Soffitta (La stessa scena del Atto I. Marcello sta ancora dinanzi al suo cavalletto, come Rodolfo sta seduto al suo tavolo: vorrebbero persuadersi l'un l'altro che lavorano indefessamente, mentre invece non fanno che chiacchierare.) MARCELLO (continuando il discorso) In un coupé? RODOLFO Con pariglia e livree. Mi salutò ridendo. To', Musetta! Le dissi: e il cuor? "Non batte o non lo sento grazie al velluto che il copre" MARCELLO (sforzandosi di ridere) Ci ho gusto davver ! RODOLFO (fra sè) Loiola, va! Ti rodi e ridi. (Ripiglia il lavoro.) MARCELLO (Dipinge a gran colpi di pennello.) Non batte? Bene! Io pur vidi... RODOLFO Musetta? MARCELLO Mimì. RODOLFO (Ardentemente, smette di scrivere.) L'hai vista? (Fingendo noncuraza) Oh, guarda! MARCELLO (Smette il lavoro.) Era in carrozza vestita come una regina. RODOLFO (allegramente) Evviva ! Ne son contento. MARCELLO (fra sè) Bugiardo, si strugge d'amor. RODOLFO Lavoriam. MARCELLO Lavoriam. (Riprendono il lavoro, ma subito gettano penne e pennello) RODOLFO (Getta la penna) Che penna infame! (sempre seduto e molto pensieroso.) MARCELLO (Getta il pennello.) Che infame pennello! (Guarda fissamente il suo quadro, poi di nascosto da Rodolfo estrae dalla tasca un nastro di seta e lo bacia.) RODOLFO (Fra sè) Oh, Mimì tu più non torni. Oh, giorni belli, piccole mani, odorosi capelli, collo di neve! Ah! Mimì, mia breve gioventù! MARCELLO (Fra sè. Ripone el nastro ed osserva di nuovo il suo cuadro) Io non so come sia che il mio pennello lavori ed impasti colori contro la voglia mia. RODOLFO ...collo di neve! Ah! Mimì, mia breve gioventù! MARCELLO Se pingere mi piace o cieli o terre o inverni o primavere, egli mi traccia due pupille nere e una bocca procace, e n'esce di Musetta e il viso ancor... RODOLFO (Dal cassetto del tavolo leva la cuffietta di Mimì). E tu, cuffietta lieve, che sotto il guancial partendo ascose, tutta sai la nostra felicità, vien sul mio cuor! Sul mio cuor morto, poichè morto amor. MARCELLO E n'esce di Musetta il viso tutto vezzi e tutto frode. Musetta intanto gode e il mio cuor vil... la chiama e aspetta il vil mio cuor... (Pone sul cuore la cuffietta, poi volendo nascondere a Marcello la propria commozione, si rivolge a lui e disinvolto gli chiede:) RODOLFO Che ora sia? MARCELLO (Rimasto meditabondo, si scuote alle parole di Rodolfo e allegramente gli risponde:) L'ora del pranzo... di ieri. RODOLFO E Schaunard non torna? (Entrano Schaunard e Colline, il primo porta quattro pagnotte e l'altro un cartoccio.) SCHAUNARD Eccoci. RODOLFO Ebben? MARCELLO Ebben? (Schaunard depone le pagnotte sul tavolo. Con sprezzo) Del pan? COLLINE (Apre il cartoccio e ne estrae un'aringa che pure colloca sul tavolo) È un piatto degno di Demostene: un 'aringa... SCHAUNARD ... salata. COLLINE Il pranzo è in tavola. (Siedono a tavola, fingendo d'essere ad un lauto pranzo) MARCELLO Questa è cuccagna da Berlingaccio. SCHAUNARD (Pone il cappello di Colline sul tavolo e vi colloca dentro una bottiglia d'acqua.) Or lo sciampagna mettiamo in ghiaccio. RODOLFO (a Marcello, offrendogli del pane) Scelga, o barone; trota o salmone? MARCELLO (Ringrazia, accetta, poi si rivolge a Schaunard e gli presenta un altro boccone di pane) Duca, una lingua di pappagallo? SCHAUNARD (Gentilmente rifiuta, si versa un bicchiere d'acqua poi lo passa a Marcello; l'unico bicchiere passa da uno all'altro. Colline, che ha divorato in gran fretta la sua pagnotta, si alza.) Grazie, m'impingua. Stasera ho un ballo. RODOLFO (a Colline) Già sazio? COLLINE (con importanza e gravità) Ho fretta. Il Re m'aspetta MARCELLO (premurosamente) C'è qualche trama? RODOLFO Qualche mister? (Si alza, si avvicina a Colline, e gli dice con curiosità comica:) SCHAUNARD Qualche mister? MARCELLO Qualche mister? COLLINE (Passeggia pavoneggiandosi con aria di grande importanza.) Il Re mi chiama al Minister. RODOLFO, SCHAUNARD, MARCELLO (Circondan Colline e gli fanno grandi inchini) Bene! COLLINE (con aria di protezione) Però... vedrò... Guizot! SCHAUNARD (a Marcello) Porgimi il nappo. MARCELLO (Gli dà l'unico bicchiere.) Sì, bevi, io pappo! SCHAUNARD (Solenne, sale su di una sedia e leva in alto il bicchiere.) Mi sia permesso al nobile consesso... RODOLFO, COLLINE (interrompendolo e gridando) Basta! MARCELLO Fiacco! COLLINE Che decotto! MARCELLO Leva il tacco! COLLINE (prendendo il bicchiere a Schaunard) Dammi il gotto! SCHAUNARD (Fa cenno agli amici di lasciarlo continuare, ispirato) M'ispira irresistibile l'estro della romanza!... GLI ALTRI (urlando) No! SCHAUNARD (arrendevole) Azione coreografica allora?... GLI ALTRI (Applaudendo, circondano Schaunard e lo fanno scendere dalla sedia.) Sì! Sì!... SCHAUNARD La danza con musica vocale! COLLINE Si sgombrino le sale... (Portano da un lato la tavola e le sedie e si dispongono a ballare.) Gavotta. MARCELLO (proponendo varie danze) Minuetto. RODOLFO Pavanella. SCHAUNARD (marcando la danza spagnola) Fandango. COLLINE Propongo la quadriglia. (Gli altri approvano.) RODOLFO (allegramente) Mano alle dame. COLLINE Io detto! (Finge di essere in grandi faccende per disporre la quadriglia.) SCHAUNARD (Improvvisando, batte il tempo con grande, comica importanza.) La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, là. RODOLFO (Si avvicina a Marcello, gli fa un grande inchino offrendogli la mano.) Vezzosa damigella... MARCELLO (con modestia, imitando la voce femminile) Rispetti la modestia. (con voce naturale) La prego. (Rodolfo e Marcello ballano la quadriglia) SCHAUNARD La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, là. COLLINE (ordina le figurazioni) Balancez. MARCELLO La-lle-ra, la-lle-ra, la-lle-ra, SCHAUNARD (provocante) Prima c'è il Rondò. COLLINE (provocante) No, bestia !! SCHAUNARD (con disprezzo esagerato) Che modi da lacchè! (Rodolfo e Marcello continuano a ballare.) COLLINE (offeso) Se non erro, lei m'oltraggia. Snudi il ferro. (Corre al camino e afferra le molle.) SCHAUNARD (Prende la paletta del camino. Mettendosi in posizione per battersi) Pronti. Assaggia. Il tuo sangue io voglio ber. (Si battono mentre gli altri cantono) COLLINE (Fa altrettanto.) Uno di noi qui si sbudella. (Rodolfo e Marcello cessano dal ballare e si smascellano dalle risa.) SCHAUNARD Apprestate una barella. COLLINE Apprestate un cimiter. RODOLFO, MARCELLO (allegramente) Mentre incalza la tenzone, gira e balza rigodone. (Ballano intorno ai duellanti, che fingono di essere sempre più inferociti. Si spalanca l'uscio ed entra Musetta in grande agitazione.) MARCELLO (scorgendola) Musetta MUSETTA (ansimante) C'è Mimì... (Con viva ansietà attorniano Musetta.) C'è Mimì che mi segue e che sta male. RODOLFO Ov'è? MUSETTA Nel far le scale più non si resse. (Si vede, per l'uscio aperto, Mimì seduta sul più alto gradino della scala) RODOLFO Ah! (Si precipita verso Mimì; Marcello accorre anche lui.) SCHAUNARD (a Colline) Noi accostiamo quel lettuccio. (Ambedue la portano nella stanza e la stendono sul letto.) RODOLFO Là. (agli amici, piano:) Da bere. (Musetta accorre col bicchiere dell'acqua e ne dà un sorso a Mimì) MIMÌ (con grande passione) Rodolfo! RODOLFO (Adagia Mimì sul letto.) Zitta, riposa. MIMÌ (Abbraccia Rodolfo.) O mio Rodolfo! Mi vuoi qui con te? RODOLFO Ah! mia Mimì, sempre, sempre ! (Persuade Mimì a sdraiarsi sul letto e stende su di lei la coperta, poi con grandi cure le accomoda il guanciale sotto la testa.) MUSETTA (Trae in disparte gli altri, e dice loro sottovoce:) Intesi dire che Mimì, fuggita dal Viscontino, era in fin di vita. Dove stia? Cerca, cerca... la veggo passar per via trascinandosi a stento. Mi dice: «Più non reggo... Muoio! lo sento... (Agitandosi, senz'accorgersene alza la voce.) Voglio morir con lui! Forse m'aspetta... M'accompagni, Musetta?... MARCELLO (Fa cenno di parlar piano e Musetta si porta a maggior distanza da Mimì.) Sst. MIMÌ Mi sento assai meglio... lascia ch'io guardi intorno. (con dolce sorriso) Ah, come si sta bene qui! (alzandosi un poco e riabbracciando Rodolfo) Si rinasce, ancor sento la vita qui... No! tu non mi lasci più! RODOLFO Benedetta bocca, tu ancor mi parli! MUSETTA (da parte agli altri tre) Che ci avete in casa? MARCELLO Nulla! MUSETTA Non caffè? Non vino? MARCELLO (con grande sconforto) Nulla! Ah! miseria! SCHAUNARD (osservata cautamente Mimì, tristemente a Colline, traendolo in disparte:) Fra mezz'ora è morta! MIMÌ Ho tanto freddo!... Se avessi un manicotto! Queste mie mani riscaldare non si potranno mai? (Tossisce.) RODOLFO (Prende nelle sue le mani di Mimì riscaldandogliele.) Qui nelle mie! Taci! Il parlar ti stanca. MIMÌ Ho un po' di tosse! Ci sono avvezza. (Vedendo gli amici di Rodolfo, li chiama per nome: essi accorrono premurosi presso di lei.) Buon giorno, Marcello, Schaunard, Colline... buon giorno. (sorridendo) Tutti qui, tutti qui (sorridenti a Mimì) RODOLFO Non parlar, non parlar. MIMÌ Parlo piano, non temere. (facendogli cenno di appressarsi) Marcelo date retta: è assai buona Musetta. MARCELLO Lo so, lo so. (Porge la mano a Musetta. Schaunard e Colline si allontanano tristemente: Schaunard siede al tavolo, col viso fra le mani; Colline rimane pensieroso. Conduce Marcello lontano da Mimì, si leva gli orecchini e glieli porge dicendogli sottovoce:) MUSETTA A te, vendi, riporta qualche cordial, manda un dottore!... RODOLFO Riposa. MIMÌ Tu non mi lasci? RODOLFO No! No! (Mimì a poco a poco si assopisce, Rodolfo prende una scranna e siede presso al letto. Marcello fa per partire, Musetta lo arresta e lo conduce più lontano da Mimì.) MUSETTA Ascolta! Forse è l'ultima volta che ha espresso un desiderio, poveretta! Pel manicotto io vo. Con te verrò. MARCELLO (commosso) Sei buona, o mia Musetta. (Musetta e Marcello partono frettolosi.) COLLINE (Mentre Musetta e Marcello parlavano, si è levato il pastrano, con commozione crescente) Vecchia zimarra, senti, io resto al pian, tu ascendere il sacro monte or devi. Le mie grazie ricevi. Mai non curvasti il logoro dorso ai ricchi ed ai potenti. Passar nelle tue tasche come in antri tranquilli filosofi e poeti. Ora che i giorni lieti fuggir, ti dico: addio, fedele amico mio. Addio, addio. (Colline, fattone un involto, se lo pone sotto il braccio, ma vedendo Schaunard, si avvicina a lui, gli batte una spalla dicendogli tristemente:) Schaunard, ognuno per diversa via (Schaunard alza il capo.) mettiamo insiem due atti di pietà; io... questo! (Gli mostra la zimarra che tiene sotto il braccio) E tu... (accennandogli Rodolfo chino su Mimì addormentata) lasciali soli là!... SCHAUNARD (Si leva in piedi, commosso) Filosofo, ragioni! (guardando verso il letto) È ver!... Vo via! (Si guarda intorno, e per giustificare la sua partenza prende la bottiglia dell'acqua e scende dietro Colline chiudendo con precauzione l'uscio.) MIMÌ (Apre gli occhi, vede che sono tutti partiti e allunga la mano verso Rodolfo, che gliela bacia amorosamente.) Sono andati? Fingevo di dormire perché volli con te sola restare. Ho tante cose che ti voglio dire, o una sola, ma grande come il mare, come il mare profonda ed infinita... (Mette le braccia al collo di Rodolfo) Sei il mio amore e tutta la mia vita! RODOLFO Ah, Mimì, mia bella Mimì! MIMÌ (Lascia cadere le braccia) Son bella ancora? RODOLFO Bella come un'aurora. MIMÌ Hai sbagliato il raffronto. Volevi dir: bella come un tramonto. "Mi chiamano Mimì, il perché non so... " RODOLFO (intenerito e carezzevole) Tornò al nido la rondine e cinguetta. (Si leva di dove l'aveva riposta, sul cuore, la cuffietta di Mimì e gliela porge.) MIMÌ (gaiamente) La mia cuffietta... La mia cuffietta... Ah! (Tende a Rodolfo la testa, questi le mette la cuffietta. Mimì fa sedere presso a lei Rodolfo e rimane colla testa appoggiata sul petto di lui.) Te lo rammenti quando sono entrata la prima volta, là? RODOLFO Se lo rammento! MIMÌ Il lume si era spento... RODOLFO Eri tanto turbata! Poi smarristi la chiave... MIMÌ E a cercarla tastoni ti sei messo!... RODOLFO ...e cerca, cerca... MIMÌ Mio bel signorino, posso ben dirlo adesso: lei la trovò assai presto... RODOLFO Aiutavo il destino... MIMÌ (ricordando l'incontro suo con Rodolfo la sera della vigilia di Natale) Era buio; e il mio rossor non si vedeva... (Sussurra le parole di Rodolfo). "Che gelida manina... Se la lasci riscaldar!..." Era buio e la man tu mi prendevi... (Mimì è presa da uno spasimo di soffocazione e lascia ricadere il capo, sfinita.) RODOLFO (Spaventato, la sorregge.) Oh Dio! Mimì! (In questo momento Schaunard ritorna: al grido di Rodolfo accorre presso Mimì). SCHAUNARD Che avvien? MIMÌ (Apre gli occhi e sorride per rassicurare Rodolfo e Schaunard.) Nulla. Sto bene. RODOLFO (La adagia sul cuscino.) Zitta, per carità. MIMÌ Sì, sì, perdona, ora sarò buona. (Musetta e Marcello entrano cautamente, Musetta porta un manicotto e Marcello una boccetta.) MUSETTA (a Rodolfo) Dorme? RODOLFO (avvicinandosi a Marcello) Riposa. MARCELLO Ho veduto il dottore! Verrà; gli ho fatto fretta. Ecco il cordial. (Prende una lampada a spirito, la pone sulla tavola e l'accende.) MIMÌ Chi parla? MUSETTA (Si avvicina a Mimì e le porge il manicotto.) Io, Musetta. MIMÌ (Aiutata da Musetta si rizza sul letto, e con gioia quasi infantile prende il manicotto.) Oh, come è bello e morbido! Non più, Non più le mani allividite. Il tepore le abbellirà... (a Rodolfo) Sei tu che me lo doni? MUSETTA (pronta) Sì. MIMÌ (Stende una mano a Rodolfo). Tu, spensierato! Grazie. Ma costerà. (Rodolfo scoppia in pianto.) Piangi? Sto bene... Pianger così, perché? Qui.. amor... sempre con te! Le mani... al caldo... e... dormire. (Mette le mani nel manicotto, si assopisce inclinando graziosamente la testa sul manicotto in atto di dormire. Entrando in coma. Silenzio. Rassicurato nel vedere che Mimì si è addormentata, cautamente si allontana da essa e fatto un cenno agli altri di non far rumore, si avvicina a Marcello) RODOLFO Che ha detto il medico? MARCELLO Verrà. (Fa scaldare la medicina portata da Marcello sul fornello a spirito, e quasi inconsciamente mormora una preghiera. Rodolfo, Marcello e Schaunard parlano assai sottovoce fra di loro; di tanto in tanto Rodolfo ça qualche passo verso il letto, sorvegliando Mimì, poi ritorna verso gli amici.) MUSETTA (pregando) Madonna benedetta, fate la grazia a questa poveretta che non debba morire. (interrompendosi, a Marcello) Qui ci vuole un riparo perché la fiamma sventola. (Marcello si avvicina e mette un libro ritto sulla tavola formando paravento alla lampada) Così. (Ripiglia la preghiera) E che possa guarire. Madonna santa, io sono indegna di perdono, mentre invece Mimì è un angelo del cielo. (mentre Musetta prega, Rodolfo le si è avvicinato.) RODOLFO Io spero ancora. Vi pare che sia grave? MUSETTA Non credo. SCHAUNARD (Camminando sulla punta dei piedi va ad osservare Mimì, fa un gesto di dolore e ritorna presso Marcello. Con voce strozzata) Marcello, è spirata... (Intanto Rodolfo si è avveduto che il sole della finestra della soffitta sta per battere sul volto di Mimì e cerca intorno come porvi riparo; Musetta se ne avvede e gli indica la sua mantiglia, sale su di una sedia e studia il modo di distenderla sulla finestra. Marcello si avvicina a sua volta al letto e se ne scosta atterrito; intanto entra Colline che depone del danaro sulla tavola presso a Musetta) COLLINE Musetta, a voi! (Poi visto Rodolfo che solo non riesce a collocare la mantiglia corre ad aiutarlo chiedendogli di Mimì) Come va?... RODOLFO Vedi?... È tranquilla. (Si volge verso Mimì, in quel mentre Musetta gli fa cenno che la medicina è pronta, scende dalla scranna, ma nell'accorrere presso Musetta si accorge dello strano contegno di Marcello e Schaunard. Con voce strozzata dallo sgomento) Che vuol dire quell'andare e venire, quel guardarmi così... MARCELLO (Non regge più, corre a Rodolfo e abbracciandolo con voce angosciata grida:) Coraggio ! RODOLFO (Si precipita al letto di Mimi, la solleva e scotendola grida colla massima disperazione. Piangendo) Mimì... Mimì!... (Si getta sul corpo esanime di Mimì) Mimì... Mimì!... (Musetta, spaventata corre al letto, getta un grido angoscioso, buttandosi ginocchioni e piangente ai piedi di Mimì dalla parte opposta di Rodolfo. Schaunard si abbandona accasciato su di una sedia a sinistra della scena. Colline va ai piedi del letto, rimanendo atterrito per la rapidità della catastrofe. Marcello singhiozza, volgendo le spalle al proscenio.) FINE DELL' OPERA
ACTO IV
En la Buhardilla (igual que en el Acto I. Marcelo ante su caballete; Rodolfo está sentado, en su mesa. Quisieran poder concentrarse para trabajar pero en cambio no hacen más que charlar.) MARCELO (Continuando la conversación) ... ¿en un carruaje? RODOLFO Con un criado de librea. Me saludó riendo. ¡Eh, Musetta! ...le dije ¿y el corazón? "No late, o yo no lo oigo, gracias al terciopelo que lo cubre". MARCELO (Esforzándose por reír) Pues, me alegro por ella. RODOLFO (Para sí) Farsante...Te mueres y ríes (Retoma el trabajo) MARCELO (Pinta una pincelada) ¿No le late? Bien, yo he visto también a... RODOLFO ¿A Musetta? MARCELO A Mimí. RODOLFO (Con viveza, deja de escribir) ¿La has visto? (Fingiendo indiferencia) ¡Caramba! MARCELO (Deja el trabajo) Iba en una carroza vestida como una reina. RODOLFO (Alegremente) ¡Qué bien! Me alegro... MARCELO (Para sí) Mentiroso. Se muere de amor RODOLFO Trabajemos. MARCELO Trabajemos. (intentan trabajar pero, de repente, arrojan pluma y pincel) RODOLFO (Arroja la pluma) ¡Qué infame pluma! (continúa sentado, muy pensativo) MARCELO (Arroja el pincel) ¡Qué infame pincel! (Observa, fijamente, su cuadro y, a escondidas de Rodolfo, saca del bolsillo un trozo de seda y lo besa) RODOLFO (Para sí) ¡Oh, Mimí, tú ya no vuelves! ¡Oh, bellos días pequeñas manitas, cabellos perfumados, cuello de nieve...! ¡Ah, Mimí, mi breve juventud! MARCELO (Para sí. Se guarda la tela y observa, de nuevo, su cuadro) Yo no sé cómo sucede pero mi pincel trabaja y empasta colores contra mi voluntad. RODOLFO ... cuello de nieve! ¡Ah, Mimí, efímera juventud ...! MARCELO Si pintar quiero cielos y tierras o inviernos o primaveras, él me traza dos pupilas negras y una boca procaz, y surge, de nuevo, el rostro de Musetta... RODOLFO (Del cajón de la mesa, saca el sombrerito de Mimí) Y tú, sombrerito ligero que, bajo la almohada, dejó ella al marcharse. Tú sabes de nuestra felicidad. Ven a mi corazón, sobre este corazón que ha muerto, cuando ha muerto el amor... MARCELO ...y surge de nuevo el rostro de Musetta todo encanto y travesura Musetta es feliz y mi vil corazón la llama y espera... (Rodolfo lleva el sombrero de Mimí a su corazón; después, ocultando su emoción a Marcelo, se vuelve, desenvuelto, y le pregunta...) RODOLFO ¿Qué hora será? MARCELO (Permanece meditabundo, escuchando las palabras de Rodolfo y alegre le responde) La hora de comer... de ayer. RODOLFO Y, Schaunard, ¿no ha vuelto? (Entran Schaunard y Colline con cuatro panes y un paquete que dejan sobre la mesa) SCHAUNARD Aquí estamos. RODOLFO ¿Qué hay? MARCELO ¿Qué hay? (Schaunard pone los panes sobre la mesa. Con displicencia) ¿Sólo pan? COLLINE (Del paquete saca un arenque que también coloca sobre la mesa) Es un plato digno de Demóstenes: ¡Un arenque!... SCHAUNARD ... salado... COLLINE La comida está en la mesa. (Se sientan a la mesa fingiendo asistir a un banquete) MARCELO Éste es un manjar propio de reyes. SCHAUNARD (Pone el sombrero de Colline sobre la mesa y coloca dentro una botella de agua) Ahora, pongamos en hielo el champán. RODOLFO (A Marcelo ofreciéndole el pan) Elija, barón... ¿trucha o salmón? MARCELO (Lo agradece y acepta; luego, se vuelve a Schaunard y le presenta otro trozo de pan) Duque, ¿una lengua de papagayo...? SCHAUNARD (Gentilmente, lo rehúsa; llena un vaso de agua que le pasa a Marcelo; el único vaso pasa de uno a otro. Colline que ha devorado su pan, se levanta) Gracias, me engorda; esta noche tengo un baile. RODOLFO (A Colline) ¿Saciado? COLLINE (Con importancia y gravedad) Tengo prisa; me espera el Rey. MARCELO (Con interés) ¿Alguna intriga? RODOLFO ¿Algún misterio? (Se levanta, se acerca a Colline y le dice con curiosidad cómica) SCHAUNARD ¿Algún misterio? MARCELO ¿Algún misterio? COLLINE (Se pasea pavoneándose con aires de gran importancia) El Rey me llama a su servicio. RODOLFO, MARCELO, SCHAUNARD (Rodean a Colline y le hacen una gran inclinación) ¡Estupendo! COLLINE (con aire protector) Sin embargo, veré a ... Guizot! SCHAUNARD (A Marcelo) Alcánzame la copa. MARCELO (Le da el único vaso) Sí, bebe; yo zampo. SCHAUNARD (Solemne, se sube a una silla y levanta en alto el vaso) ¡Os ruego me deis vuestro noble consejo!... RODOLFO, COLLINE (Interrumpiéndolo y gritando) ¡Basta! MARCELO ¡Asno! COLLINE ¡Pesados! MARCELO ¡Esfúmate! COLLINE (cogiendo el vaso a Schaunard) ¡Dame la copa! SCHAUNARD (Con la mirada, indica a los amigos que lo dejen continuar, inspirado) ¡La Musa, irresistible, me inspira esta canción!... LOS OTROS (gritando) ¡No! SCHAUNARD (Conciliador) ¿Algo de danza, entonces?... LOS OTROS (Aplaudiéndolo, lo rodean y hacen bajar de la silla) ¡Sí! ¡Sí! SCHAUNARD ¡Danza y acompañamiento vocal! COLLINE ¡Que se despeje la sala! (Aparta a un lado la mesa y la silla y se dispone a bailar) ¡Gavota! MARCELO (Proponiendo distintas danzas) ¡Minueto! RODOLFO ¡Pavana! SCHAUNARD (Marcando la danza española) ¡Fandango! COLLINE ¡Propongo la "cuadrilla"! (Los otros la aprueban) RODOLFO (alegremente) Mano a las damas. COLLINE ¡Yo dirijo! (Finge hacer un gran trabajo para colocar la "cuadrilla") SCHAUNARD (Improvisando, marca el compás con grandes aspavientos) ¡Laralá, laralá, laralá.....! RODOLFO (Se acerca a Marcelo, y se inclina ofreciéndole la mano) Suave damisela... MARCELO (Con recato, imitando la voz femenina) Respete mi inocencia, (Con su voz) se lo ruego. (Rodolfo y Marcelo bailan la "cuadrilla") SCHAUNARD ¡Laralá, laralá, laralá.....! COLLINE (Dirige los pasos de baile) ¡Balancez! MARCELO ¡Laralá, laralá, laralá.....! SCHAUNARD (Provocador) ¡Primero está el Rondó! COLLINE (provocador) ¡No, bestia! SCHAUNARD (Con exagerado desprecio) ¡Qué modales de lacayo! (Rodolfo y Marcelo continúan bailando) COLLINE (ofendido) Si no me equivoco, usted me ofende. ¡Desenvaine su espada! (coge el atizador de la chimenea) SCHAUNARD (Coge la paleta de la chimenea poniéndose en posición de batirse) ¡Listos! ¡En guardia! ¡Tu sangre quiero beber! (Se baten, los otros cantan) COLLINE (Hace otro tanto) Uno de nosotros quedará sin tripas... (Marcelo y Rodolfo paran de bailar, desternillándose de risa) SCHAUNARD ¡Preparad una camilla! COLLINE ¡Preparad el cementerio! RODOLFO, MARCELO (alegremente) Mientras sus espadas chocan gira y cimbrea el rigodón. (Rodolfo y Marcelo bailan alrededor de los contendientes que se dan golpes de espada. Entra Musetta, muy agitada) MARCELO (viéndola) !Musetta! MUSETTA (Con la voz rota) Es Mimí... (Con ansiedad rodean a Musetta) Es Mimí, viene trás de mí; se encuentra mal. RODOLFO ¿Dónde está? MUSETTA Subiendo la escalera; no puede más... (Se ve, por la puerta abierta, a Mimí sentada en el ultimo peldaño) RODOLFO ¡Ah! (Rodolfo se precipita hacia Mimí; Marcelo acude también) SCHAUNARD (A Colline) ¡Acerquemos ese camastro! (Entre los dos, la llevan a la cama y la tumban en ella) RODOLFO ¡Allí! (A los amigos, despacio) ¡Algo para beber! (Musetta acude con el vaso con agua y le da un sorbo a Mimí) MIMÍ (con gran pasión) ¡Rodolfo! RODOLFO (Recuesta a Mimí sobre la cama) Calla. Descansa. MIMÍ (Abrazando a Rodolfo) ¡Rodolfo mío! ¿me aceptas contigo, aquí? RODOLFO ¡Oh, Mimí, querida! ¡Siempre! ¡Siempre! (Persuade a Mimí que se acueste sobre la cama y la cubre con la colcha, después le acomoda la almohada bajo la cabeza) MUSETTA (Lleva aparte a los demás, y en voz baja) Supe que Mimí, huida de vizcondesito, estaba ya en el final de su vida. ¿dónde estaba...? La busco y la busco... y la veo por la calle, caminando con dificultad. Me dice: "¡Ya no puedo más!... ¡Me muero!..., ¡lo presiento!... (Se agita y, sin darse cuenta, sube la voz) ¡Quiero morir con él! Quizá me espera... ¿Me acompañas, Musetta?.... MARCELO (Hace señas de hablar bajito y Musetta se pone a mayor distancia de Mimí) Sss! MIMÍ Me siento mucho mejor... ¡Déjame que mire alrededor!... (Sonríe, dulcemente) ¡Ah! ¡Qué bien se esta aquí...! (Incorporándose un poco, vuelve a abrazar a Rodolfo) Renazco... Siento la vida, otra vez, aquí. ¡No! ¡No me abandones nunca...! RODOLFO ¡Bendita boca; de nuevo me hablas!... MUSETTA (A los demás) ¿Qué tenéis en casa? MARCELO ¡Nada! MUSETTA ¿No hay café? ¿Ni vino? MARCELO (con gran desconsuelo) Nada. ¡Qué miseria! SCHAUNARD (Cauto, observa a Mimí; con tristeza le dice a Colline, llevándolo aparte) ¡En media hora habrá muerto! MIMÍ ¡Tengo tanto frío!... ¡Si tuvieras un manguito de piel! ¿Es que mis manos nunca van a entrar en calor? (Tose) RODOLFO (Coge entre las suyas las manos de Mimí calentándoselas) Aquí, con las mías. ¡Calla! Hablar te fatiga MIMÍ Tengo un poco de tos. Ya estoy acostumbrada. (Viendo a los amigos de Rodolfo, los llama por su nombre; ellos se acercan, presurosos, a ella) ¡Buenos días, Marcelo! Schaunard, Colline... ¡buenos días!... (Sonriendo) ¡Todos aquí, todos aquí! (Sonriendo a Mimí) RODOLFO ¡No hables, no hables!... MIMÍ Hablo despacio; no temas. (Haciendo un gesto de pesar) Marcelo hazme caso... ...Musetta es tan buena... MARCELO Lo sé, lo sé. (Toma la mano de Musetta. Schaunard y Colline se apartan. Schaunard con la cara entre las manos; Colline pensativo. Musetta se quita los pendientes, se los da a Marcelo y le dice, en voz baja) MUSETTA ¡Toma, véndelos! Trae cualquier medicamento. ¡Consigue un médico!... RODOLFO Descansa. MIMÍ ¿No me abandonarás? RODOLFO ¡No! ¡No! (Mimí va durmiéndose. Rodolfo coge una silla y se sienta junto a la cama. Marcelo se dispone a salir; Musetta lo detiene y lo aleja de Mimí) MUSETTA ¡Escucha! Quizás sea esta la última vez que ella expresa un deseo, ¡pobrecita! Por el manguito de piel iré yo. Me marcho contigo. MARCELO (conmovido) ¡Eres buena, Musetta mía! (Salen, apresuradamente, ambos) COLLINE (Mientras Musetta y Marcelo cuchichean, se está quitando el abrigo, emocionado) Vieja zamarra, escucha, yo me quedo en tierra; tú, asciende al sacro monte de piedad. Recibe mi agradecimiento. Jamás encorvaste la espalda ante el rico y el poderoso. Pasan, en tus bolsillos, como en amenos refugios, filósofos y poetas. Ahora que los días felices se nos van, te digo adiós fiel amigo mío. Adiós, Adiós. (Lo empaqueta y lo coloca bajo el brazo; se acerca a Schaunard, y le golpea en la espalda diciéndole con tristeza) Schaunard, cada uno a su manera, (Schaunard levanta la cabeza) hagamos juntos un acto de piedad; yo... esto, (Le enseña el abrigo que tiene bajo el brazo) y tú... (Señalando a Rodolfo inclinado sobre Mimí adormilada) ¡Dejémoslos solos allí!... SCHAUNARD (se pone en pie, conmovido) Filósofo, ¡tienes razón! (Mirando hacia la cama) Es cierto... ¡Me voy! (Mira alrededor, y para justificar su salida coge la botella del agua y baja detrás de Colline cerrando con precaución la puerta) MIMÍ (Abre los ojos y ve que todos han salido y alarga la mano hacia Rodolfo, que la besa) ¿Se han ido? Fingí estar dormida porque quería quedarme a solas contigo. Tengo tantas cosas que decirte.... o una sola, pero inmensa como el mar, como el mar, profunda e infinita... (le pone el brazo en el cuello) ¡Tú eres mi amor... y toda mi vida! RODOLFO ¡Ah! ¡Mimí! ¡Mi bella Mimí! MIMÍ (Deja caer el brazo) ¿Aún soy bella? RODOLFO ¡Bella como la aurora! MIMÍ Te equivocas al comparar; querías decir... "Bella, como un atardecer". "Me llaman Mimí; ¿por qué? No lo sé'. RODOLFO (enternecido y cariñoso) Volvió a su nido la golondrina y gorjea. (Saca el sombrerito de Mimí de donde lo tenia guardado, junto a su corazón) MIMÍ (alegremente) Mi sombrerito! Mi sombrerito... ¡Ah! (Acerca la cabeza a Rodolfo, que le pone el sombrerito Mimí hace sentarse cerca de ella a Rodolfo y queda con la cabeza apoyada sobre el pecho de él) ¿Te acuerdas de cuando entré aquí la primera vez? RODOLFO ¡Que si me acuerdo...! MIMÍ Se había apagado la llama... RODOLFO ¡Estabas tan turbada!... Después, perdiste la llave... MIMÍ ¡Y te pusiste a buscarla a gatas!... RODOLFO ...y, buscando, buscando... MIMÍ Mi querido señor, hoy puedo decirlo, la encontró usted tan deprisa... RODOLFO Ayudaba al destino. MIMÍ (Recordando su encuentro con Rodolfo la tarde del día de Navidad) Estábamos a oscuras y, mi rubor no se veía.... (Susurra las palabras de Rodolfo) "Qué manita tan fría... déjeme caldeársela...". Estábamos a oscuras y, me cogiste la mano... (Mimí presa de un espasmo de tos, deja recaer la cabeza, extenuada) RODOLFO (Asustado, la sostiene en sus brazos) ¡Dios mío! ¡Mimí! (Schaunard entra en ese momento al grito de Rodolfo corre al lado de Mimí) SCHAUNARD ¿Qué ocurre? MIMÍ (abre los ojos y sonríe para tranquilizar a Rodolfo y Schaunard) Nada; estoy bien. RODOLFO (La deja sobre la almohada) No hables, por caridad. MIMÍ Si, si, perdona; ahora seré buena. (Regresan Marcelo y Musetta; después, Colline. Musetta pone una vela sobre la mesa) MUSETTA (A Rodolfo) ¿Duerme? RODOLFO (acercándose a Marcelo) Descansa. MARCELO He visto al doctor. Vendrá. Le he dicho que se dé prisa. Aquí está la medicina. (Enciende una lámpara y la pone sobre la mesa) MIMÍ ¿Quién está hablando? MUSETTA (Se acerca a Mimí y le da el manguito de piel) Yo. Musetta. MIMÍ (Con la ayuda de Musetta se incorpora y con alegría casi infantil coge el manguito) ¡Oh, qué bonito y qué blando! No tendré más las manos heladas. Su tibieza... las embellecerá. (A Rodolfo) ¿Eres tú quien me lo ha comprado? MUSETTA (Rápida) Sí. MIMÍ (tiende una mano a Rodolfo) ¡Tú! Qué inconsciente... ¡Gracias! Lo que habrá costado... (Rodolfo rompe a llorar) ¿Lloras?...Si estoy bien. Llorar así..., ¿por qué? ¡Aquí... amor... siempre contigo! Las manos... al calor... y dormir. (Pone las manos en el manguito se adormece inclinando la cabeza sobre el manguito. Entra en coma. Silencio. Rodolfo, ya repuesto al ver que Mimí se ha dormido, se aleja de ella y, con el gesto, indica a los demás que no hagan ruido. Se acerca a Marcelo) RODOLFO ¿Qué ha dicho el médico? MARCELO Que vendrá. (Calienta la medicina traída por Marcelo sobre el hornillo encendido, y casi inconscientemente murmura una plegaria. Rodolfo, Marcelo y Schaunard hablan muy bajito entre ellos; de tanto en tanto Rodolfo se acerca a la cama, vigilando a Mimí, para después, silenciosamente, volver con los amigos) MUSETTA (Rezando) Señora bendita. dale tu gracia a esta pobrecita; que no muera... (Se interrumpe. A Marcelo) Aquí hace falta una defensa pues la llama se agita por el viento. (Marcelo se acerca y pone un libro bajo la mesa como parapeto para la llama) Así. (Retoma la plegaria) Que pueda curarse. Señora santa, yo soy indigna de perdón; Mimí, sin embargo, es un ángel del cielo. (Mientras Musetta reza, Rodolfo se le acerca) RODOLFO Aún tengo esperanza. ¿Crees que es grave? MUSETTA No creo. SCHAUNARD (de puntillas se acerca a la cama, hace un gesto de dolor y vuelve apesadumbrado junto a Marcelo. Con voz ahogada) Marcelo, ¡ha muerto! (Rodolfo se percata que el sol de la ventana va a caer sobre el rostro de Mimí y se coloca delante para evitarlo; Musetta se da cuenta y le da su chal, estudiando la forma de colocarlo sobre la ventana. Marcelo se acerca a la cama y se aleja asustado. Entra Colline que pone el dinero sobre la mesa cerca de Musetta) COLLINE Musetta, para ti. (Después ve que Rodolfo solo no puede colocar el chal y corre a ayudarlo preguntando por Mimí) ¿Cómo está? RODOLFO Ves... está tranquila. (Se vuelve hacia Mimí. Musetta le hace señas de que la medicina estará pronto, pero cuando acude rápido a Musetta, se da cuenta de la expresión de Marcelo y Schaunard. Con voz ahogada por la aflicción dice) ¿Qué quiere decir ese ir y venir... ese mirarme así... MARCELO (No lo soporta, corre hacia Rodolfo y abrazándolo, con voz angustiada le grita) ¡Valor! RODOLFO (se precipita a la cama de Mimí, la sacude, grita con desesperación extrema, llorando) ¡Mimí...! ¡Mimí...! (Se arroja sobre el cuerpo de Mimí) ¡Mimí...! ¡Mimí...! (Musetta corre a la cama, lanza un grito angustioso, arrojándose arrodillada y llorando a los pies de Mimí al otro lado de la cama. Schaunard se desploma sobre una silla a la izquierda de la escena. Colline va a los pies de la cama, quedando aterrorizado por la de la catástrofe. Marcelo solloza, volviendo la espalda). FIN DE LA OPERA
Agradecimiento
Agradecemos especialmente la gentileza de los sitios web: Intermezzo, de Rafael Torregrosa Sánchez; y Kareol, de Eduardo Almagro López, por permitirnos utilizar parte de sus contenidos.